Sabato 20 Aprile 2024

Floema ripensa la filosofia dell'arredo in chiave green

Floema ripensa la filosofia dell'arredo in chiave green

Floema ripensa la filosofia dell'arredo in chiave green

FLOEMA GROUP entra nel mercato degli Emirati Arabi grazie a una serie di eventi illustrati all’interno del programma della Settimana delle Marche. Inizierà il 23 febbraio una serie di eventi organizzati dal gruppo marchigiano che ha sede a Sassocorvaro Auditore (Pesaro Urbino) in collaborazione con Regione Marche e la Camera di Commercio Italiana per gli Emirati Arabi. A Dubai inaugura anche un nuovo showroom. "Design Connects Functions" è il titolo del workshop che si terrà il 23 e il 24 febbraio per la promozione dei prodotti Floema durante la settimana dedicata alla Regione Marche.

Mirco Pierucci (nella foto a destra), Ceo del gruppo, siete a Dubai per la seconda volta...

"Sì, lo scorso anno abbiamo vinto il bando per la fornitura delle soluzioni acustiche per il padiglione Italia ad Expo Dubai. E ora siamo di nuovo qui per mostrare la nostra filosofia dell’arredo per poi svilupparci in altri ambiti come il Fuorisalone dove saremo con un progetto in collaborazione con Luca Fois, professore del Politecnico di Torino".

Nonostante la pandemia avete sviluppato progetti altamente innovativi per l’immediato futuro.

"Per noi il Covid è stata una grande occasione di ripensamento. Le nostre origini sono nella sapienza e artigianalità di mio nonno, falegname, che negli anni Sessanta produceva e vendeva mobili ai privati. Io arrivai nel 2010 quando ero ancora studente di Economia a Milano. Nel 2007 a Treviso, l’azienda principale con cui il mobilificio di famiglia commercializzava mobili ha subito un vasto incendio. Un vero dramma. Mio padre mi chiamò e nonostante avessi altri obiettivi nella mia vita mi sono messo a disposizione con le mie competenze e l’occhio sempre attento alla tradizione. Siamo ripartiti a fare mobili in conto terzi e nel 2018 capii che era il momento di tornare sul mercato. Così è nata Floema, termine greco che rimanda alla corteccia, alla linfa vitale".

Un progetto che porta con sé innovazione e sostenibilità. A che punto è l’Italia su questo fronte?

"Molto indietro rispetto ad altri Paesi europei, uno su tutti la Norvegia. Ma noi siamo convinti che si debba ripensare il tutto verso un’economia circolare e sostenibile. Non solo abbiamo bisogno di ripensare i nostri ambienti di lavoro oltre alla casa che la pandemia ha fatto riscoprire. Ci siamo accorti di come nelle case da 45 metri quadrati che continuano a essere realizzate in nome della speculazione edilizia, non si vive bene. Il benessere nell’ambiente che ci circonda, dunque il bello ma anche il materiale di qualità, la funzionalità come ad esempio le porte che assorbono i rumori, sono più importanti di avere ad esempio il telefonino di ultima generazione. Siamo consapevoli di andare contro corrente, ma crediamo che questa sia la giusta direzione".