Venerdì 19 Aprile 2024

Expo Dubai 2021, viaggio fra le migliori architetture

Parata di archistar per la prima Esposizione Internazionale in Medioriente: Calatrava firma due padiglioni.

Padiglione Italia  (Massimo Sestini per @ItalyExpo2020)

Padiglione Italia (Massimo Sestini per @ItalyExpo2020)

Milano, 18 ottobre 2021: Expo Dubai 2020 macina visitatori e catalizza sempre più l’attenzione planetaria. La prima Esposizione Universale in Medioriente si sta rivelando di grande interesse, grazie all’attualità del tema scelto - Connecting Minds, Creating the Future – ma soprattutto alla spettacolare presenza scenica di alcuni padiglioni che portano la firma di vere e proprie archistar. Dopo aver proposto un percorso ideale fra i padiglioni concettualmente più interessanti e innovativi, vediamo ora quali celebrano design e architetture.

Emirati Arabi e Qatar portano la firma di Calatrava

Il padiglione degli Emirati Arabi, Paese ospitante di Expo Dubai, porta la firma di una star dell’architettura: lo spagnolo Santiago Calatrava che propone un’interpretazione simbolica del volo di un falco con tanto di un imponente tetto meccanico, composto da 28 “ali”, che nel giro di tre minuti possono aprirsi, occupando varie angolazioni. L’edificio ha ottenuto la certificazione LEED platinum e rispetta le norme e le specifiche che Dubai ha stilato in materia di edifici sostenibili (DGBR). Bellezza e sostanza.

Ma il celebre designer e ingegnere ha progettato anche il padiglione del Qatar, la cui forma riprende lo stemma del Paese, caratterizzato da due sciabole incrociate che reggono un dau – tradizionale barca a vela – e un’isola con palme. La struttura si ispira agli elementi culturali della nazione con un’interpretazione moderna della visione progressista del Qatar del futuro. Il team di progetto di Santiago Calatrava è stato guidato da Micael Calatrava. Accanto al padiglione si eleva una scultura alta 20 metri color oro rappresentante delle palme; le piscine riflettenti e i giochi d’acqua che circondano il complesso, rappresentano il Golfo Persico. Calatrava ha optato per una metodologia di progettazione non tradizionale. “Ogni design innovativo deve emanare il suo contesto culturale, trasmettendo la sensibilità tradizionale attraverso l’architettura moderna, per creare strutture davvero stimolanti“ ha chiarito il genio spagnolo. In linea non soltanto con la filosofia architettonica e ingegneristica di Calatrava, ma con il tema di Expo Dubai 2020, il Padiglione del Qatar è concepito come una struttura sostenibile e funzionale, utilizzando processi efficienti, che consentono di procedere all’approvvigionamento e alla costruzione man mano che il progetto si sviluppa.

Il successo del padiglione Italia

Il padiglione Italia si è già portato a casa la segnalazione di “imperdibile” dal Wallpaper – prestigioso magazine internazionale di lifestyle e design – nonché il premio come miglior progetto imprenditoriale dell’anno ai Construction Innovation Awards negli Emirati Arabi Uniti. Progettato da Carlo Ratti, Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria il risultato è uno dei più scenografici complessi di Expo Dubai 2020. E di spettacolarità, effettivamente, ce n’è…a partire dagli scafi da imbarcazione che intendono conferire materialità all'anima navigante del nostro Paese. I creatori spiegano: “Il Padiglione Italia ha grandi dimensioni e una struttura molto sofisticata, ma più che un’architettura nel senso canonico è una grande installazione sperimentale dedicata ai confini ormai sfumati tra Naturale e Artificiale. La sua costruzione si ispira allo stesso tempo ai biotipi naturali e alle tecnologie più avanzate che derivano dalla ricerca spaziale. Da un lato, l’edificio guarda all’organizzazione delle foreste tropicali, dove la luce filtra da un’alta copertura e la vita è organizzata di conseguenza. Dall’altro lato, un tema cruciale è la produzione di neo-materia: nuovi materiali da costruzione di origine organica e biologica, la cui produzione tecnologica non è da confondere con il riciclo. Essendo il padiglione concepito secondo un approccio circolare, si può pensare a questa neo-materia come materiale che possono potenzialmente essere riutilizzati ovunque, con modalità e finalità diverse. Il Padiglione Italia rappresenta quasi una sorta di architectural banking: un catalogo da cui scegliere gli elementi di architetture future".

Nuova Zelanda, Giappone e Singapore

Stanno riscuotendo grande successo i padiglioni di Nuova Zelanda, Giappone e Singapore.

Punta (e coglie nel segno) sull’esperienza immersiva il padiglione della Nuova Zelanda, un edificio “vivo” dalla facciata mobile che replica il suono del fiume Whanganui. Progettato dall’architetto Matte Glubb, alla base del concept c’è la volontà di rendere ogni cosa interconnessa. Il percorso è ricco di riferimenti alla cultura Maori nel nome del kaitiakitanga, il concetto nativo che esprime il rispetto per l’ambiente e la tutela per il cielo, il mare e la terra.

Elegantissima la visione di Yuko Nagayama, per il Giappone: il padiglione nipponico si presenta infatti come un gigantesco origami. L’interno è un percorso magico in una foresta di bambù che richiama quella di Arashiyama. Un vero trionfo per gli occhi .

Chiude la nostra carrellata il padiglione di Singapore, commissionato allo studio WOHA (noto per abbracciare il design biolifico) che ha progettato una struttura perfetta per accogliere i visitatori in un'oasi sostenibile nel deserto e in grado di integrare natura, innovazione e architettura. Singapore intende realmente diventare “una città-stato nella natura”, per tale motivo la struttura si presenta come un vero e proprio prototipo. I visitatori si immergono in un viaggio nel verde tra palme, alberi, arbusti e orchidee ospitando più di 170 varietà di piante che cresceranno durante il periodo dell'Expo che forniranno dei servizi ecosistemici misurabili, come la riduzione del calore solare, il sequestro dei gas serra, la produzione di ossigeno, la bonifica dell'acqua piovana, la fornitura di habitat per gli animali, nonché la riduzione di altri inquinanti. Gli architetti di WOHA hanno commentato: “La nostra crisi climatica ci mostra che l'impatto delle azioni umane sul pianeta non può essere ignorato, e che bisogna agire con urgenza. Questo rafforza le aspirazioni del Padiglione SG: progettare un futuro diverso e creare un ambiente sostenibile e resiliente in cui gli esseri umani coesistono con la natura.”