Cosa ha detto Zelensky nell'intervista a Porta a Porta

"Non salviamo la faccia a Putin pagando con i nostri territori. Parlo con lui, ma senza ultimatum e con gli occupanti fuori dal Paese". Sull'Italia: "Felice che si sia unita alle sanzioni. Draghi ha ragione, possiamo vincere"

L'intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Porta a Porta (Ansa)

L'intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Porta a Porta (Ansa)

Roma, 12 maggio 2022 - Nessun compromesso con i russi: lo ribadisce il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell'intervista rilasciata a Bruno Vespa, che andrà in onda nel corso della puntata di stasera di Porta a Porta. Soprattutto, non ci sarà nessuna cessione di territorio: "Non dobbiamo cercare una via di uscita per la Russia - sono le sue parole - noi non siamo pronti a salvare la faccia a qualcuno pagando con i nostri territori. E' tempo perso", ha spiegato Zelensky, tornando a chiarire il suo intervento di qualche giorno fa alla Chatham House, think tank britannico con sede a Londra. Intervento interpretato come un'apertura al riconoscimento della Crimea come regione autonoma se non russa: "I russi se ne devono andare e devono rispondere di quello che hanno fatto. Non possiamo accettare compromessi per la nostra indipendenza". A Porta a Porta Zelensky ha parlato di trattative di pace, di Putin e della Russia, del ruolo dell'Italia nella mediazione, di Papa Francesco e anche della propria famiglia. Un'intervista a tutto tondo durata 48 minuti, la prima a una tv Italiana dall'inizio della guerra. 

La Crimea 

A domanda esplicita sulla Crimea, Zelensky puntualizza che "non ho mai parlato" di riconoscerne l'indipendenza e  l'appartenenza alla Federazione Russa. "Anche prima della guerra la Crimea aveva autonomia, ma è sempre stato territorio ucraino. Noi abbiamo detto che siamo pronti a parlare con la Russia. Ora non possiamo deliberare una decisione sulla Crimea perché c'è la guerra, la lasciamo da parte se ostacola l'incontro e credo che questa proposta sia stata giusta". C'è poi la questione Donbass. "Concedere autonomia al Donbass? Autonomia di cosa?'', i russi ''hanno ucciso, distrutto e ora chiedono l'autonomia? Noi non riconosceremo mai l'autonomia''. 

Le condizioni per i negoziati

Se i negoziati sono fermi, la responsabilità è del Cremlino, prosegue poi Zelensky. "La questione si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi, perché molte persone hanno lasciato le loro case, sono state uccise dai russi e vedo tracce di torture e uccisioni. Questo complica molto la possibilità di condurre trattative, vogliamo che capiate che la nostra società è molto pacifica, da otto anni volevamo fare una trattativa". Zelensky è ancora disposto a parlare con Putin, a patto che "non ci siano ultimatum" e che i russi "lascino il nostro territorio". Perché si possa parlare di pace, che per Kiev significa "rispetto della sovranità, dell`integrità territoriale, dell'indipendenza del nostro paese", occorre che "le forze armate vadano via dalla nostra terra". "Non possiamo accettare compromessi per quanto riguarda la nostra indipendenza. Come minimo, devono uscire dal territorio che hanno occupato dal 24 febbraio". 

"Draghi ha ragione"

"Draghi ha ragione - ha detto Zelensky - noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità e non siamo da soli". E' vero le forze armate dei russi "sono quattro volte più grandi, il loro Stato è otto volte più grande, ma noi siamo dieci volte più forti come persone perché siamo sulla nostra terra. Per noi la vittoria è solo restituire le cose nostre, per loro è rubare qualcosa degli altri. Non siamo in condizioni di parità, la Russia è più forte, ma il mondo è unito intorno a noi, e sentiamo che passo dopo passo stiamo riuscendo". 

Il ruolo dell'Italia 

A Porta a Porta si discute del ruolo dell'Italia: "La fiducia verso la mediazione culturale dell'Italia è grande - spiega Zelensky -. Tramite questa cultura, il giornalismo e mass media voi potete portare la verità alla società russa che oggi si trova nella bolla informativa costruita dal potere politico e militare russo''. Il leader ucraino si è poi detto "grato" per la decisione del governo italiano di unirsi alle sanzioni europee: "Credo che questi passi, anche nell'ambito turistico, siano stati molto forti''. Il sostegno dell'Italia "è molto forte". 

Papa Francesco 

L'intervista tocca anche Papa Francesco e la sua scelta di far portare la Croce durante la via Crucis del Venerdì Santo a due donne, una russa e una ucraina. "Siamo molto grati al Pontefice e abbiamo fiducia in lui - ha detto Zelensky - ma non possiamo accettare quell'immagine di due persone che camminano una accanto all'altra tenendo le bandiere della Russia e dell'Ucraina, perché per noi la bandiera russa è sinonimo di occupazione, è la bandiera sotto la quale ci stanno uccidendo". 

La famiglia

L'appendice finale dell'intervista è dedicata alla vita privata di Zelensky. Interpellato da Vespa, il presidente ucraino ha parlato della sua famiglia, della moglie e dei due bimbi. "Ci parlo al telefono, li ho visti un paio di volte, mi danno massimo sostegno. Vogliono che la guerra finisca ma che finisca con la nostra vittoria perché non abbiamo nessun diritto di perdere dopo decine di migliaia di persone uccise''. Zelensky ribadisce: non vive in un bunker.  ''A differenza di alcuni leader vicini, sono nel mio ufficio nel centro di Kiev. E mi trovo qui, in una delle mie stanze, eccetto quando ci sono gli allarmi antiaerei, e incontro tutti i leader''.

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