Zelensky caccia i generali traditori. Tutte le spi(n)e nel fianco di Kiev

Il presidente ucraino degrada due alti funzionari dei servizi segreti: "Anche gli altri saranno presto puniti". Ucraina e Russia unite dai militari ’venduti’. Le recenti epurazioni di Putin per le umiliazioni in Ucraina

Un anziano ucraino evacuato da un villaggio non lontano da Kiev (Ansa)

Un anziano ucraino evacuato da un villaggio non lontano da Kiev (Ansa)

Per ora sono due. Due generali: Andriy Naumov e Srhiy Krivorucko, servizi segreti, uno a livello nazionale, l’altro regionale. Forse arrestati. Certamente degradati. Non i soli. Annuncia Volodymyr Zelensky, presidente ucraino: "Ora non ho tempo di occuparmi di tutti i traditori". Traditori anche nella martoriata ed eroica Ucraina? Al Washington Institute of Foreign Affairs, di cui faccio parte, poca o nessuna sorpresa. L’Ucraina del postcomunismo ha più o meno gli stessi problemi della Russia del postsovietismo. La vita pubblica non è uno specchio di virtù civiche. La successione dei suoi primi presidenti richiama la logica di una semidemocrazia più che di una democrazia. Nomenklatura e cospirazioni. Non stupiscono gli accostamenti con la Russia di Vladimir Putin.

E infatti Putin solo un paio di giorni fa – stando a fonti americane e britanniche – ha usato toni analoghi in un discorso alla nazione: "La Russia farà un’autodepurazione di traditori". Anch’essi generali o alti ufficiali. "Il popolo russo sarà sempre in grado di distinguere i veri patrioti dalla feccia e dai traditori e li sputerà via come si fa con gli insetti che ti entrano in bocca". E ancora: "Sono convinto che questo processo naturale e necessario di autopurificazione della società rafforzerà il nostro Paese, la nostra solidarietà, coesione, determinazione a rispondere a ogni sfida". Contemporanee le epurazioni fra i suoi generali. Il più noto è Roman Gavrilov, vicecomandante di Rosgvardia, la Guardia Nazionale, arrestato dal Fsb, servizio di sicurezza federale, che ha preso il posto del famigerato Kgb. Lo rivela Christo Grozev, che in Olanda dirige il Bellingcat, giornalismo investigativo. Gavrilov è accusato di avere fatto "filtrare informazioni che hanno condotto a perdite umane" durante la campagna in Ucraina e di essere responsabile di "un inutile consumo di carburante". Rosgvardia ha subito pesanti perdite. La rivelazione è stata ridimensionata dal Cremlino: Gavrilov sarebbe stato destituito e non arrestato. Lui e gli altri generali sono responsabili delle umiliazioni in serie subite dalle forze di invasione. Grozev segnala altri due sviluppi. Il primo: subito dopo il discorso di Putin c’è stato un "massiccio esodo" di aerei privati da Mosca per Dubai. Scappano gli ultimi oligarchi. C’è aria di instabilità e di golpe.

Il secondo sviluppo si lega a una segnalazione della tedesca Bild Zeitung: mercoledì notte un aereo con a bordo il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, è tornato indietro dopo otto ore di volo. Era diretto a Pechino. È stato Putin a richiamare il suo ministro? O sono stati i cinesi a cancellare l’incontro nell’attesa della telefonata di Biden a Xi venerdì notte?

Congetture e congetture. Unica presunzione, anzi certezza è che le cose non vadano bene. Lo lascia supporre il linguaggio nervoso e violento di Putin. Dov’è finito il gelido calcolatore di un tempo? Il fatto è che alle purghe fra i militari si aggiungono quelle nella sua intelligence. Joe Biden ha detto apertamente che Putin si ritiene ingannato sulle strategie e sulle operazioni. Inoltre i molti generali caduti in prima linea indicano un basso morale delle truppe. Come immaginare tanto dilettantismo? Umiliante che la piccola Ucraina sia potuta passare alla controffensiva anche senza disporre del controllo dei cieli. Colpa dei traditori?

In attesa di saperne di più, diamo un’occhiata alla storia e ai generali felloni che l’hanno condizionata, cambiata, rovesciata. Limitiamoci al nostro Risorgimento: Giuseppe Garibaldi non sarebbe mai riuscito a conquistare il Regno delle due Sicilie in 147 giorni e con mille uomini se i generali borbonici non si fossero arresi senza combattere: da Tommaso Clary a Giuseppe Letizia, a Gennaro Gonzales, a Fileno Briganti, a Filippo Flores, allo stesso ministro della Guerra Salvatore Pianell che andò a Torino e indossò la divisa piemontese, agli ammiragli che consegnarono al nemico le 36 navi della gloriosa marina napoletana. Commentò Cavour: vigliacchi. Eppure senza di loro l’Italia non si sarebbe unificata.