William e Harry vicini al corteo di Elisabetta II, la pace è possibile

Si allunga la fila di coloro che vogliono rendere omaggio alla Regina. La camera ardente rimarrà aperta per altri tre giorni

Gente sulla sponda del Tamigi nell'attesa di rendere l'ultimo saluto alla Regina (Ansa)

Gente sulla sponda del Tamigi nell'attesa di rendere l'ultimo saluto alla Regina (Ansa)

Londra, 15 settembre 2022 - La solenne processione che ha accompagnato la bara della Regina Elisabetta II, ieri, dal palazzo reale di Buckingham Palace al palazzo di Westminster, sede del Parlamento britannico, ha provocato la commozione dell'intera Gran Bretagna. I principi e nipoti della sovrana, William e Harry, hanno seguito la bara, durante il corteo, vicini, passo dopo passo. E questo è stato uno dei motivi che hanno suscitato la maggiore curiosità nei confronti dei reali, oltre alla solennità del momento e al fatto che migliaia di inglesi si sono raccolti per seguire la processione. Che la pace tra i due fratelli, divisi da quando Harry ha deciso di farsi una sua vita in America, stia per tornare?

La posizione dei principi nel corteo, infatti, ha ricordato i funerali di Diana, quando i fratelli (allora inseparabili, ma anche molto più giovani) erano vicini, dietro la bara. Cosa che non è successa, invece, per i funerali del nonno e consorte della Regina Elisabetta, Filippo di Edimburgo. Allora tra William ed Harry c'era il loro cugino Peter Phillips, figlio della principessa Anna. 

Eppure ieri, nonostante i due fratelli fossero vicini, è parso che solo il dolore per la scomparsa della nonna li unisse, ma non c'è stato nessun cenno o gesto di avvicinamento, quanto meno in pubblico. La passeggiata fuori di Windsor insieme alle mogli, qualche giorno prima, pare fosse stato un invito di William al fratello per rispettare il momento di dolore e non suscitare ulteriori screzi, ma secondo un'indiscrezione del Daily Mail la notte in cui morì la regina, Harry e William non si videro neppure e cenarono separati.

Rimangono quindi molti dubbi su una possibile riappacificazione tra i due principi, ma pare che molto dipenderà dalla decisione di Harry di accettare o meno il ramoscello d'ulivo del padre e del fratello. Nonostante gli screzi infatti, da quanto riporta il Daily Mail, Harry non è stato allontanato ulteriormente o confinato a ruoli minori. Piuttosto è stato al centro della scena insieme con William e la posizione di ieri, come figlio del Re, parlava chiaro. 

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L'omaggio al feretro per altri tre giorni

Intanto oggi, prosegue l'omaggio popolare al feretro di Elisabetta II. Dopo l'apertura di ieri della camera ardente a Westminster Hall, sarà possibile portare l'ultimo saluto alla sovrana per altri tre giorni. Lunedì ci saranno i funerali di Stato e tra i Capi di Stato, è arrivata la conferma della presenza di Macron. Il presidente francese stesso ne ha dato comunicazione, dopo aver presentato al telefono le condoglianze a Carlo III: "Il legame fra la Francia e il Regno Unito è indistruttibile", ha sottolineato l'inquilino dell'Eliseo.

Altri leader che hanno confermato la propria presenza alle esequie sono: il Taoiseach irlandese Micheal Martin, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, il presidente della Reppubblica italiana Sergio Mattarella così come la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Ci saranno anche il presidente sudcoreano Yoon Suk-Yeol e quello brasiliano Jair Bolsonaro. Attesi anche l'imperatore giapponese Naruhito e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Anche il presidente cinese Xi Jinping, che questa settimana ha lasciato la Cina per la prima volta dall'inizio del Covid, ha ricevuto l'invito. Il ministro degli esteri ha detto che Pechino sta considerando di "inviare una delegazione di alto livello".

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I paesi esclusi dal funerale: si allunga la lista

Russia, Bielorussia (a causa della guerra in Ucraina) e Birmania (capitanata dalla giunta militare golpista) sono stati esclusi dagli inviti al funerale della Regina, come già si sapeva. Ma si allunga la lista: fonti ufficiose del governo britannico hanno fatto sapere alla Bbc che la corte ha depennato - evidentemente su indicazione della neo premier conservatrice Liz Truss - ogni possibile coinvolgimento di rappresentanti non solo di governo, ma anche diplomatici di Paesi sotto sanzioni da parte dell'Occidente come l'Afghanistan, la Siria e il Venezuela.

Fra i Paesi sgraditi al grande alleato americano, risultano invece finora inclusi sia l'Iran, sia il Nicaragua, sia persino la Corea del Nord: seppure invitati al livello di ambasciatori e non di governanti. Confermata infine al momento la previsione di circa 500 dignitari stranieri in arrivo, inclusi numerosi capi di Stato o di governo.