Martedì 23 Aprile 2024

Wikileaks, l'Ecuador taglia Internet ad Assange

Il suo sostenitore Varoufakis si dice "preoccupato" ipotizzando pressioni sull'Ecuador da parte degli Usa

Julian Assange sul balcone dell'ambasciata equadoregna a Londra (Ansa)

Julian Assange sul balcone dell'ambasciata equadoregna a Londra (Ansa)

Londra, 28 marzo 2018 - Julian Assange non è più 'connesso' a Internet. Ed è sempre più isolato nell'ambasciata ecuadoriana a Londra, dove il fondatore di Wikileaks ha trovato asilo fin dal 2012. Di più: non può neanche ricevere visite. La denuncia viene dai sostenitori di Assange - tra tutti l'ex ministro greco Yanis Varoufakis e il musicista Brian Eno -  mentre Quito conferma le misure prese. Varoufakis si dice "preoccupato" ipotizzando pressioni sull'Ecuador da parte degli Usa. Misure del genere erano state già prese in passato dall'ambasciata, temporaneamente. 

In una nota rimbalzata da Quito, il ministero degli Esteri dell'Ecuador - dove il sostegno ad Assange sembra essersi fatto meno solido dopo il passaggio di consegne alla presidenza da Rafael Correa a Lenin Moreno - conferma in effetti d'aver interrotto le "comunicazioni con l'esterno", riservandosi "ulteriori misure imprecisate" se il giornalista e attivista australiano "verrà meno al suo impegno" di non danneggiare le relazioni fra l'Ecuador e altri Paesi: fra cui evidentemente gli Usa.

Sul fondatore di Wikileaks continua a pendere un mandato d'arresto britannico emesso sei anni fa per la sua mancata comparsa di fronte a un giudice di Londra. Un mandato che la giustizia del Regno Unito si è rifiutata di annullare ancora di recente, malgrado la convocazione facesse riferimento in origine a una contestata inchiesta per stupro aperta contro Assange in Svezia e nel frattempo archiviata dalla stessa magistratura di Stoccolma.

Di qui il timore del giornalista australiano e del suo entourage che Londra miri in realtà a dar corso a una qualche segreta procedura di estradizione verso gli Stati Uniti: furiosi da sempre contro Wikileaks per la divulgazione di migliaia e migliaia di documenti diplomatici e dossier segreti internazionali imbarazzanti per Washington.

Kim Dotcom, un controverso imprenditore informatico ed ex hacker tedesco riparato in Nuova Zelanda, ha da parte sua lanciato un appello ai sostenitori di Assange a manifestare dinanzi alla sede diplomatica ecuadoriana di Londra.