"Wali il cecchino è morto": tam tam su Twitter, ma è una fake news. La sua storia

Nessuna conferma, la notizia partita presumibilmente dai siti russi. Ma cosa sappiamo di Wali?

Wali, il cecchino canadese, in una foto tratta da Facebook

Wali, il cecchino canadese, in una foto tratta da Facebook

Roma, 15 marzo 2022 - "Wali è morto". La notizia rimbalza su internet e corre ancor più veloce su Twitter. Il "cecchino più letale del mondo" sarebbe caduto in battaglia per mano delle forze armate russe "appena 20 minuti dopo essere entrato in azione a Mariupol", recita la scritta in una foto che sembra riprendere il post di un presunto giornale. Al momento la morte di Wali può essere catalogata come fake news. Non c'è nessuna conferma che lo sniper franco canadese sia stato abbattuto. Il che, in un conflitto dove anche le bombe sugli ospedali vengono messe in dubbio, può voler dire solo una cosa: bufala. Una 'velina', rilanciata anche in Cina, che proviene certamante da siti russi: il riferimento all'unità Vympel dell'Fsb non è casuale. Sarebbero stati proprio i servizi segreti di Mosca, vicinissimi a Putin, a far fuori uno dei simboli a cui si aggrappa la resistenza ucraina.

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Wali, il foreign fighters che ha risposto all'appello di Zelensky ed è temuto dai militari di tutto il mondo perché, si dice, sarebbe in grado di eliminare fino a 40 obiettivi in un giorno. Numeri drammatici che affondano nelle pieghe della guerra tra Russia e Ucraina. Che è anche questo, morte e nemici. Il sito-diario in cui il cecchino racconta la sua esperienza nel conflitto, 'La Torche et l'Epée', è aggiornato a ieri alle 13, con l'ultimo post su Facebook. Su Twitter si trovano addirittura account fake della Cnn (facilmente individuabili, a dire la verità) che ne annunciano la morte. Tanti chiedono le fonti di questa notizia, nessuno le fornisce se non rilanciando altri account o improbabili screenshot.

Wali 

Quanta verità ci sia (e quanto marketing) nella storia di Wali è tutto da verificare. Di lui hanno parlato i media di mezzo mondo, comprese la Cbc e la Cnn. Sul suo sito vengono pubblicati due lungometraggi che documentano la battaglia "contro lo Stato Islamico". La pagina Facebook sponsorizza anche un libro che parla di lui e di altri tre cecchini in Afghanistan. Risale ad alcuni anni fa. Ma non si può escludere che il "mito" sia stato adottato dalla propaganda ucraina. A ora nessuno sa dove si trovi Wali (motivo per cui è presumibile che sia ancora in vita): sul suo diario online racconta di aver varcato la frontiera ucraina il primo marzo, spostandosi di città in città e recuperando armi dalla resistenza. Gli ucraini lo avrebbero accolto alla stregua di un salvatore. Tiratore micidiale, Wali ha servito l'esercito canadese in Afghanistan e Iraq negli anni 2010. Ed è a Kabul e dintorni che si narra sia nato il suo nome di battaglia. Nessuno sa come si chiami veramente. Pare abbia una moglie e una figlia che ha compiuto un anno nei giorni scorsi, proprio quando lui era già arrivato in Ucraina.