Giovedì 18 Aprile 2024

Università di Southampton: "C'è la prova della vita dopo la morte"

Uno studio su 2.000 infartuati, di cui 140 sopravvissuti hanno raccontato di aver avuto consapevolezza di sé in quegli istanti in cui il cuore aveva smesso di battere. Una sorta di "coscienza aumentata"

Kiefer Sutherland in Linea Mortale (da youtube)

Kiefer Sutherland in Linea Mortale (da youtube)

Londra, 7 ottobre 2014 - "C'è la prova della vita dopo la morte", titola in terza pagina oggi il Daily Telegraph, che riporta uno studio dell'Università di Southampton che in quattro anni ha studiato i casi di oltre 2mila infartuati gravi fra Regno Unito, Stati Uniti e Austria. Di questi, 330 sono sopravvissuti e 140 hanno parlato, una volta tornati alla normalità funzionale, di esperienze assai "singolari". Così, secondo gli accademici, il 40% di chi risulta clinicamente morto per pochi minuti e poi viene "riportato in vita" ha raccontato di aver avuto consapevolezza di sé in quegli istanti in cui il cuore aveva smesso di battere.

Una sorta di "coscienza aumentata", dicono ora gli studiosi dell'Università britannica, che riportano in particolare il caso di un'infermiera 57enne del sud dell'Inghilterra che ha raccontato esattamente che cosa fosse successo nella stanza nei minuti successivi al blocco del suo apparato circolatorio. I risultati sono stati pubblicati anche sul giornale Resuscitation ed è una delle prime volte che un'università pubblica effettua uno studio di questo tipo.