Giovedì 18 Aprile 2024

I veri motivi della visita di Xi a Putin. Niente pace, la Cina vuole una Russia indebolita

Pechino conferma l'intesa strategica con Mosca, senza schierarsi apertamente militarmente al suo fianco. La prospettiva cinese è che una Mosca indebolita diventi un suo stabile satellite

Nonostante la visita a Mosca di Xi Jinping, la pace dovrà ancora attendere. "Non fatevi illusioni – spiega Alexander Gabuev, senior fellow del Carnegie Endowment for International Peace e grande esperto dei rapporti cino-russi – il viaggio di Xi, dal 20 al 22 marzo, servirà ad approfondire i legami con la Russia a vantaggio di Pechino, non a fare una vera e propria mediazione di pace".

Gli obiettivi (veri) della Cina

"Pechino – prosegue Gabuev – vuole dare all’Occidente l’immagine di una certa presa di distanza da Mosca, fatti e cifre, tuttavia, non fanno pensare a una vera e propria inversione di rotta della politica cinese nei confronti della Russia. L’opinione di Pechino è che Mosca uscirà indebolita da questa guerra, e la verità è che una Russia indebolita dipenderà da Pechino e sarà una risorsa per la ricerca del potere regionale e globale di Pechino. Che attende fiduciosa che i tempi maturino. Frenerà Mosca sull’uso dell’atomica ma non si impegnerà attivamente in una difficile mediazione per la quale doverebbe mettersi in una posizione terza".

Xi e Putin
Xi e Putin

I legami fra Cina e Russia 

I legami tra Cina e Russia si sono rafforzati nell’ultimo decennio, e si sono intensificati settimane prima dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022 con una dichiarazione congiunta di una partnership “senza limiti” che sia Xi che Putin hanno presentato come "una nuova era" nei loro legami.

Il "piano di pace" cinese

Alla fine di febbraio, Pechino – consapevole delle aspettative europee e in qualche modo desiderosa di non deluderle platealmente perché ha bisogno di mantenere ottimi rapporti commerciali con l’Europa se vuole riportare il PIL cinese ai livelli di crescita di alcuni anni fa - ha cercato di dimostrare la sua nuova volontà di mediazione chiedendo genericamente un cessate il fuoco e colloqui di pace per porre fine alla guerra con una proposta di pace in 12 punti che parlava di rispetto della sovranità di ogni paese ma non chiedeva i ritiro delle truppe russe e sottolineava la necessità di tenere in considerazione le aspettative di sicurezza di tutti (quindi anche quelle russe). Chiedeva la fine delle sanzioni unilaterali alla Russia e in cambio sembrava mettere in guardia Mosca dall’escalation del conflitto con armi nucleari. Era una non-proposta. Mosca si è dimostrata ricettiva al documento cinese, che è stato invece respinto dalla maggior parte dei funzionari occidentali mentre  Kiev ha dichiarato che si tratta di un buon segno, anche se i funzionari ucraini hanno sottolineato che la proposta non menziona il ritiro delle truppe russe dal territorio occupato.

Munizioni cinesi alla Russia?

La visita di Xi andrà in questa linea, negando statunitensi secondo le quali Cina starebbe valutando l’invio di munizioni e artiglieria alla Russia. Pechino ribadirà che non fornirà armi a Mosca. Ma il tutto senza negare l’intesa strategica con Mosca. Xi e Putin firmeranno una "dichiarazione congiunta sull’approfondimento delle relazioni di partenariato globale e cooperazione strategica che entrano in una nuova era" e una dichiarazione congiunta sullo "sviluppo di aree chiave della cooperazione economica russo-cinese fino al 2030". E l’Ucraina – dove un accordo di pace è possibile solo se Pechino facesse pressioni pesanti su Putin per ammorbidire le sue richieste, cosa che non intende fare – resterà sullo sfondo. Molte parole, molte strette di mani, poche speranze per metter fine al carnaio ucraino.