Virus misterioso Cina, primi casi negli Usa. Contagi in Australia e Filippine

I nuovi casi sono 77, le vittime salgono a 6. Infettati medici e infermieri. Fiumicino: controllate i passeggeri in arrivo. Burioni: il rischio che arrivi in Italia non è minimo

Virus cinese, disinfettante spruzzato in aeroporto in Sud Corea (Ansa)

Virus cinese, disinfettante spruzzato in aeroporto in Sud Corea (Ansa)

Pechino, 21 gennaio 2020 - Il virus misterioso cinese che assomiglia alla Sars ora fa davvero paura. Fonti ufficiali fanno sapere che sono sei le vittime accertate, mentre ieri gli stessi esperti della commissione della salute cinese avevano confermato che il coronavirus è trasmissibile da uomo a uomo, e l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha convocato un Comitato di emergenza. Intanto dall'Australia arriva la notizia di un primo caso sospetto su un uomo appena rientrato proprio dalla Cina e c'è anche un bimbo contagiato nelle Filippine. iI Centro di controllo delle malattia e di prevenzione (Cdc) ha poi annunciato un primo contagio anche negli Usa: si tratta di un trentenne ricoverato in misura precauzionale in ospedale a Everett, vicino a Seattle.  Il malato, la cui identità non e' stata rilevata, era stato a Wuhan, focolaio della patologia, ma non aveva visitato nessuno dei mercati da cui provenivano molti casi della città cinese.

Aggiornamento: centinaia di contagi. "Virus può mutare"

Gianni Rezza (dell'Istituto superiore di sanità) spiega che, "se i dati confermassero un'estensione del focolaio" l'Oms potrebbe prendere nuove misure, dai controlli negli aeroporti alle restrizioni per i viaggi dalla città di Wuhan. L'allarme scatta quasi in concomitanza con il capodanno cinese, festa che tradizionalmente prevede maxi-spostamenti all'interno della Cina.

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Infettati medici e infermieri

Intanto, a testimonianza dell'aggressività di questo misterioso virus, quindici membri dello staff ospedaliero di Wuhan sono stati infettati dal coronavirus all'origine della malattia. Lo hanno comunicato le autorità sanitarie di Wuhan dal proprio account Weibo, la piattaforma di social network più utilizzata in Cina. Oltre ai quindici casi accertati, di cui uno in condizioni critiche, anche un sedicesimo membro dello staff medico è sospettato di avere contratto il virus ed è stato anch'egli ricoverato in quarantena come i suoi colleghi.

I numeri continuano ad aumentare. Le autorità sanitarie nazionali cinesi hanno confermato la presenza di 77 nuovi casi di pazienti affetti. Oltre ai 77 casi accertati - 72 nella provincia dello Hubei, dove si trova Wuhan, più due a Shanghai e tre a Pechino - ci sono anche nuovi 27 casi sospetti, in nove province del Paese. In totale, sono 291 i casi confermati in Cina, mentre su altre 54 persone sono in corso accertamenti medici. Attualmente sono stati rintracciati 1.739 contatti stretti, 817 dimessi dopo accertamenti altri 922 ancora sottoposti ai test medici.

Bimbo contagiato nelle Filippine

E' risultato positivo al test sul nuovo coronavirus il bambino cinese di cinque anni ricoverato mentre si trovava nelle Filippine. Il piccolo, originario di Wuhan, è arrivato a Cebu City lo scorso 12 gennaio "per prendere accordi per studiare l'inglese", ha dichiarato il dottor Ferchi Avelino. Lo stesso giorno è stato confinato in ospedale. Il bambino che aveva febbre, tosse e irritazione alla gola, è risultato negativo a Mers-Cov e Sars ma positivo al "pancoronavirus non specificato", ha spiegato il ministro della Salute Francisco Duque III citato da Abs-Cbn News. 

Primo caso sospetto in Australia

Secondo quanto riporta la Abc, un uomo di ritorno dalla Cina presentava sintomi riconducibili al virus simile alla Sars. L'uomo è stato messo in isolamento nella sua abitazione. Secondo le prime informazioni sembra che fosse stato in viaggio a Wuhan, la città considerata il focolaio del virus. 

Fiumicino: controllate i passeggeri

Tutte le compagnie aeree con voli provenienti dalla Cina, da qualsiasi aeroporto, sia con voli diretti che con scalo intermedio, dovranno controllare passeggeri ed equipaggio e avere a bordo un numero di Plc (scheda individuazione passeggeri per fini di sanità pubblica) pari al massimo numero di passeggeri ed equipaggio imbarcabili. La direzione sanitaria dell'aeroporto "Leonardo Da Vinci" di Fiumicino ha chiesto al capo scalo di scrivere a tutte le compagnie aeree che hanno voli in partenza della Cina in relazione al virus misterioso che si trasmette da uomo a uomo.   In un documento allegato vi è la "scheda di individuazione passeggeri per fini di sanità pubblica (PLC) " che - si legge - deve essere compilata nei casi in cui l'autorità di sanità pubblica sospetti la presenza di una malattia infettiva (...). Le informazioni fornite aiuteranno le autorità di sanità pubblica a controllare l'evento permettendo loro di seguire i passeggeri che possano essere esposti alla malattia infettiva. Le informazioni e i dati saranno trattati dall'autorità di sanità pubblica in conformità con le leggi vigenti e saranno usate solo per scopi di sanità pubblica".

A partire da dopodomani, giovedì 23 gennaio, data in cui è previsto il prossimo volo diretto dalla città di Wuhan all'aeroporto di Fiumicino, il ministero della Salute ha predisposto l'attivazione di un canale sanitario con controllo della temperatura attraverso scanner. E' prevista anche la compilazione di una scheda che indichi destinazione e percorso dei passeggeri, una volta sbarcati. Lo rende noto lo stesso ministero, ricordando che in Italia è attiva una rete di sorveglianza sul nuovo coronavirus. La situazione è monitorata dal ministero della Salute che è in contatto continuo con le autorità sanitarie internazionali. Al momento WHO/OMS ed ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ritengono la probabilità di introduzione del virus nell'Unione Europea moderata. 

Burioni: rischio per l'Italia non è minimo

"Leggo sui giornali che le autorità europee hanno affermato che il rischio che il virus arrivi in Europa, e in particolare in Italia, è minimo. Io non sono per niente d'accordo con loro, ma spero vivamente di sbagliarmi", è quanto sostiene invece il virologo Roberto Burioni. 

Scienziati al lavoro per vaccino

I National Institutes of Health americani sono già al lavoro per mettere a punto un vaccino contro il nuovo coronavirus. Anthony Fauci, direttore dei National Institutes of Allergy and Infectious Diseases, ha spiegato che ci vorranno pochi mesi per arrivare alla prima fase di sperimentazione clinica e almeno un anno per ottenere il siero. Anche team di scienziati in Texas, a New York e nella stessa Cina sono al lavoro con lo stesso obiettivo, ha reso noto Peter Hotez del Baylor College of Medicine di Houston. "La lezione che abbiamo imparato sui coronavirus è che sono una seria minaccia per la salute globale", ha evidenziato, precisando che un siero 'scudo' contro questi microrganismi è più facile da ottenere rispetto a quelli contro altri virus. "Tutti i virus hanno i loro punti deboli, ma i coronavirus possono essere un bersaglio vaccinale relativamente semplice", ha detto l'esperto.