Domenica 6 Ottobre 2024
DAVIDE NITROSI
Esteri

Il video dei bambini israeliani con i miliziani di Hamas. Un messaggio doppio e cinico

Mostrando i piccoli rapiti nei kibbutz i terroristi alzano il livello dell’odio

Roma, 14 ottobre 2023 - Ringrazia Allah e bevi, bevi pure. Il bambino avrà 5 o 6 anni, i capelli spettinati, lo sguardo incerto. Abbozza una risposta e beve dal bicchiere che il terrorista di Hamas gli allunga. La pronuncia del bambino non è araba. É uno dei piccoli israeliani rapiti nei kibbutz vicini a Gaza, pare quello di Kholit, e portati nella Striscia. Il frame è una parte del video che Hamas ha diffuso sui suoi canali Telegram per mostrare i miliziani che “coccolano” i bambini ebrei rapiti. Uno dei terroristi addirittura culla un neonato muovendo la carrozzina dove il piccolo dorme. Sono sotto una veranda, forse ancora nel kibbutz dove son ostate compiute le stragi, difficile identificare con certezza il luogo. Altri tengono i bambini in braccio, i piccoli zitti, spaventati, il terrorista con il volto coperto.

Un miliziano di Gamas con in braccio un neonato israeliano
Un miliziano di Gamas con in braccio un neonato israeliano

In questi anni la propaganda degli estremisti islamici ci ha mostrato ogni efferatezza. Gole tagliate, attacchi sui civili, attentati, kamikaze con gli occhi sgranati. Ma mai prima di ora si erano usati i bambini del nemico. Un messaggio doppio e cinico. Li abbiamo noi, però li trattiamo bene… O questo vogliono fare credere. In un altro video postato dalla Striscia si vede un bimbo ebreo, avrà 3 o 4 anni, che piange e ripete ossessivo “mamma”. È circondato da ragazzini palestinesi, più o meno la stessa età. Lo deridono, uno lo colpisce con una verga. Ognuno di loro è una vittima. Tutti loro sono vittime dell’odio cresciuto più grande di loro, della propaganda che non accetta vie di pace, della violenza di un mondo di adulti che ha perso ogni ragione e ogni sensibilità. Le vittime di questa guerra sono bambini. Quelli ebrei uccisi nei kibbutz durante l’attacco di Hamas, quelli rapiti, quelli palestinesi in fuga sui carretti, senza futuro, o massacrati dagli attacchi su Gaza da parte di Israele. Quelli usati come scudi umani. Le bombe non lasciano scampo a nessuno in una guerra si fa mattanza, che allarga una ferita insanabile tra questi popoli. Cosa ci resta da fare? Il pericolo è abituarci all’orrore. All’uso dei bambini come arma. Spegnere i video non è la soluzione. Occorre saperli leggere, smontare, non cedere al loro intento propagandistico.