Mercoledì 24 Aprile 2024

Venezuela, 19 Paesi Ue riconoscono Guaidò. L'Italia no. Chi sta con Maduro e chi è contro

Guaidò: "Dobbiamo continuare a esercitare pressione sul regime". Tajani: "Non posso credere che l'Italia si schiera con Cina, Cuba e Turchia?". Salvini: "Maduro è un delinquente"

Juan Guaidò (Lapresse)

Juan Guaidò (Lapresse)

Caracas, 5 febbraio 2019 - Juan Guaidò non cerca lo scontro e "spera" che Nicolas Maduro lasci presto il potere: "Spero anche che lasci pacificamente, con il minor costo sociale possibile per la popolazione. Così potremo ricominciare la ricostruzione, organizzare elezioni libere e portare investitori stranieri". 

GUAIDO': FARE PRESSIONI SU MADURO - L'autoproclamato presidente ad interim, riconosciuto da vari Paesi, in una intervista al giornale olandese Volkskrant, spiega che la realtà è diversa dalle sue speranze: "Ma Maduro sembra molto lontano dalla realtà e ciò mi preoccupa molto. Continua a negare che ci sia bisogno di aiuti umanitari, che ci sia una crisi di profughi. Sarebbe meglio se si dimettesse, ma non possiamo contare sulla buona volontà di un dittatore. Quindi, dobbiamo continuare a esercitare pressione".

19 PAESI UE CON GUAIDO', NON L'ITALIA - Intanto diciannove Paesi dell'Unione Europea hanno adottato una dichiarazione congiunta con la quale riconoscono Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela. L'annuncio lo ha fatto il ministero degli Esteri francese, che ieri a tarda sera ha pubblicato il testo. Una dichiarazione non firmata dall'Italia.

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TAJANI: ITALIA CON TURCHIA, CINA E CUBA? - A tal proprosito il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, è tornato al'attacco del governo a 'Circo Massimo', su Radio Capital, commentando la bocciatura. "Non vedo una posizione dell'Italia se non quella dell'Occidente, non credo che l'Italia si possa schierare con la Turchia, Cuba e la Cina che hanno interessi particolari, diversi da noi e dall'Unione europea", ha aggiunto. "E' una scelta di libertà: o con dittatori o con la libertà e l'Italia non può stare con i dittatori". Tajani conclude: fino a oggi "il governo è stato con Maduro, tanto che lui ha ringraziato il governo italiano per il sostegno. Mi auguro che questa posizione, dopo le dichiarazioni del capo dello Stato, venga modificata. Ma fino a ieri non c'era una chiara posizione dell'Italia contro la dittatura di Maduro". Secondo il vicepresidente di Forza Italia nell'esecutivo domina la posizione del Movimento 5 Stelle: "Con un governo super litigioso è la forza politica più forte che decide, con la Lega che difende alcune posizioni ma non è in grado di incidere".

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SALVINI: MADURO FUORILEGGE - Infatti il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, non perde occasione per attaccare Maduro: "Capisco le sensibilità di tutti e apprezzo le doti di equilibrio del presidente Conte. Ma non si può negare l'evidenza: Maduro è un delinquente, un fuorilegge, un presidente abusivo che è scaduto e decaduto, e la Costituzione venezuelana, che è l'unico riferimento a cui riferirsi, prevede che le elezioni vengano accompagnate dal presidente pro tempore, che è il presidente dell'Assemblea Guaidò. Non c'è nessuno che si è autoproclamato, gli americani, gli alieni o i salviniani. C'è un presidente illegale che tortura, arresta, affama, che massacra, e c'è una comunità che ha diritto di votare liberamente, e io penso soprattutto al milione di italiani o discendenti di italiani che aspetta libertà". 

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MOAVERO ALLA CAMERA MARTEDI' - Alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio è stato annunciato che il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, riferirà alla Camera sulla situazione in Venezuela martedì 12 alle ore 11. 

LAVROV: NEGOZIATI - Mosca, per voce del ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, estrena le sue preoccupazioni: "Continuiamo a credere che sia possibile trovare una soluzione alla crisi in Venezuela solo portando sia il governo sia l'opposizione al tavolo dei negoziati", parlando agli studenti dell'università russo-tagika di Dushanbe, ha spiegato: "Altrimenti ci sarà il cambio di regime che l'Occidente tanto brama. Non c'è un solo Paese dove la vita sia migliorata in seguito a un cambio di regime".

PAPA: MEDIAMO - Papa Francesco invece ha confermato oggi la disponibilità della Santa Sede ad avere un ruolo da mediatore in un'eventuale trattativa tra governo e opposizione in Venezuela. "Vedremo cosa si può fare. Ma perchè si faccia una mediazione, ci vuole la volontà di ambedue le parti".

GRUPPO DI LIMA - In Sudamerica Maduro può contare su pochi Paesi, come mostra il Gruppo di Lima composto da 12 Stati che a Ottawa, ha ribadito oggi il suo totale appoggio a Juan Guaidò. Da parte sua il presidente chavista ha giudicato l'appello lanciato dal Gruppo di Lima al Venezuela e all'esercito, "davvero ripugnante, ripugnante e ridicolo, non sappiamo più se si debba ridere o vomitare", ha affermato Maduro.

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CHI STA CON MADURO E CHI CON GUAIDO' - L'appoggio a Guaidò arriva da diciannove Paesi dell'Ue: Sono Germania, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Spagna, Estonia, Finlandia, Francia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Regno unito e Svezia. Inoltre il Parlamento europeo ha riconosciuto l'oppositore di Maduro il 31 gennaio. Gli Stati Uniti, tra i primi a rompere con il regime di Maduro, il 23 gennaio. In favore di Guaidò anche Canada, Australia, Israele, Georgia e Islanda.  In Sudamerica: Brasile, Colombia, Argentina, Cile, Costa rica, Guatemala, Honduras, Panama, Paraguay. 

C'è anche chi sta nel mezzo, ne con il presidente in carica e ne con quello autonominatosi, qui troviamo l'Italia, che ha fatto appello a nuove elezioni presidenziali, non riconoscendo l'elezione di Maduro. Ma Roma non ha riconosciuto neanche Guaidò. La Grecia si è comportata in maniera simile: sostiene nuove elezioni presidenziali, ma non riconosce Guaidò come presidente ad interim. Idem la Norvegia.  E Antonio Guterres, segretario generale dell'Onu, ha offerto   aiuto "a trovare una soluzione politica".

Ma chi sta con Maduro? Il più importante è l'appoggio della Russia, che ha espresso "sostegno alle autorità legittime del Venezuela", denunciando le ingerenze esterne. La Cina è sulla stessa linea, poi ci sono Cuba, la Corea del Nord, la Bolivia e la Turchia. 

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