Giovedì 25 Aprile 2024

Venezuela, il mondo si divide: Usa e Ue con Guaidò. Russia, Cina e Turchia vicini a Maduro

Trump: "Il popolo del Venezuela si è fatto sentire". Mosca risponde: "L'autoproclamazione di Guaidò porta al bagno di sangue". Maduro rompe con Washington e ordina lo sgombero delle relative ambasciate

Juan Guaidò si autoproclama presidente (Ansa)

Juan Guaidò si autoproclama presidente (Ansa)

Caracas (Venezuela), 24 gennaio 2019 - Venezuela nel caos e il mondo si divide. Juan Guaidò, capo dell'opposizione e dell'Assemblea nazionale, si è autoproclamato presidente del Paese davanti a un'acclamante folla di decine di migliaia di persone. Nicolás Maduro non è stato a guardare: immediatamente ha denunciato il "colpo di Stato" e ha dichiarato che le forze armate sono dalla sua parte. Il rischio di una guerra civile è fondato: al momento i morti negli scontri con la polizia sono 26 da lunedì scorso.

E il mondo si è subito diviso tra chi sostiene l'uno e l'altro presidente. In prima linea al fianco di Guaidò il presidente degli Stati Uniti Donald Trump; dall'altra parte, con Maduro, la Russia. E un po' a sorpresa la Turchia di Tayyip Erdogan, che si è schierato a fianco del "fratello Maduro". Intanto Maduro ha ribadito oggi che "i diplomatici degli Stati Uniti devono lasciare il Venezuela entro domenica" e ha concesso loro 72 ore perché ha deciso di rompere le relazioni con Washington, che dal canto suo ha ordinato al suo personale diplomatico "non essenziale" di lasciare il Paese. In parallelo il governo di Caracas sta ritirando i diplomatici negli Usa, che torneranno sabato. 

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CON GUAIDO' - Usa. "Il popolo del Venezuela ha con coraggio fatto sentire la propria voce contro Nicolas Maduro e il suo regime e ha chiesto libertà e rispetto per la legge": lo afferma il presidente Donald Trump nella dichiarazione in cui riconosce il leader dell'opposizione di Caracas Juan Guaido come legittimo presidente. "Nel suo ruolo di presidente dell'Assemblea nazionale è l'unico ad essere stato legittimamente eletto", aggiunge il presidente americano. Anche l'Unione europea supporta l'autoproclamatosi presidente. L'Ue "sostiene pienamente l'Assemblea Nazionale" del Venezuela, "come istituzione eletta democraticamente e i cui poteri vanno ripristinati e rispettati. I diritti civili, la libertà e la sicurezza di tutti i membri dell'Assemblea Nazionale, incluso il suo presidente Juan Guaidò, devono essere rispettati appieno". Lo ha dichiarato nella notte l'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri Federica Mogherini. "Ricordo che il Parlamento europeo ha già chiesto al Tribunale penale internazionale di indagare sui crimini perpetrati dal regime". Lo ha aggiunto su Twitter il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che nel pomeriggio ha chiamato per telefono lo stesso Guaidò, dicendogli: "Alla luce del malcontento generale, Maduro se ne deve andare adesso".

Italia. "Sto con il popolo venezuelano e contro i regimi come quello di Maduro, fondato su violenza, paura e fame. Quanto prima cade, senza ulteriori scontri, meglio è", scrive il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini su Twitter. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: "Stiamo prestando la massima attenzione all'evoluzione della situazione nel Paese. Il nostro primo pensiero va ai cittadini venezuelani, tanti dei quali hanno un'origine italiana, ai quali siamo vicini con grande, sincera solidarietà. Stiamo lavorando in stretto collegamento con gli altri Governi dell'Unione Europea, al fine di assicurare una posizione comune".

Francia. "Dopo l'elezione illegittima di Nicolas Maduro a maggio del 2018, l'Europa sostiene il ripristino della democrazia. Accolgo il coraggio delle centinaia di migliaia di venezuelani che marciano per la loro libertà". Così su Twitter il presidente francese, Emmanuel Macron. Molti i paesi dell'America Latina vicini a Guaidò.

Argentina. "Voglio esprimere il mio sostegno per la decisione del presidente dell'Assemblea nazionale del Venezuela, Juan Guaidò, riconoscendolo come presidente responsabile di quel paese", ha scritto il presidente dell'Argentina Macri nel suo account Twitter.

Brasile. "Il Brasile riconosce Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela - ha twittato il presidente brasiliano Jair Bolsonaro - il Brasile sosterrà politicamente ed economicamente il processo di transizione così che democrazia e pace sociale possano tornare in Venezuela".

Paraguay. "Il Paraguay esprime il suo sostegno al presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidò. Conta su di noi per sostenere nuovamente la libertà e la democrazia", ha scritto su Twitter il presidente del Paraguay Mario Abdo Benitez. Per finire anche Colombia, Perù, Ecuador e Costa Rica hanno dichiarato di sostenere l'autoproclamatosi presidente.

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CON MADURO - Sul fronte opposto la Russia. L'autoproclamazione di Juan Guaidò è una "strada diretta verso l'illegalità e un bagno di sangue". Così ha riferito il ministero degli Esteri russo alla Bbc. A seguire la Cina. "Pechino ha consistentemente portato avanti il principio di non interferire con le politiche interne degli altri Paesi e si oppone all'ingerenza negli affari venezuelani di forze esterne", ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying.

Turchia. Recep Tayyip Erdogan si è schierato a fianco di quello che ha definito il "fratello Maduro". "Il nostro presidente ha telefonato a Nicolas Maduro e gli ha esteso il sostegno della Turchia, dicendo 'fratello mio Maduro, tieni forte, ti stiamo accanto!'", ha fatto sapere il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin via Twitter.

Iran. "La Repubblica islamica dell'Iran sostiene il governo e la Nazione del Paese contro qualsiasi intervento straniero negli affari interni del Venezuela o qualsiasi altra misura illegittima e illegale come il colpo di stato e le mosse antipopolari". Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Bahram Qassemi, citato dall'agenzia di stampa ufficiale Irna.

Siria.  Damasco "condanna con i più duri termini l'aperta ingerenza dell'amministrazione americana negli affari interni della Repubblica venezuelana". Così una fonte ufficiale del ministero degli Esteri siriano.

Tornando in Occidente, vicini a Maduro abbiamo il Messico. Il portavoce del presidente messicano Lopez Obrador ha detto oggi che "per ora non c'è nessun cambiamento di posizione riguardo al Venezuela: il Messico continua a riconoscere Nicolas Maduro come presidente del paese". Non sorprende la posizione di Cuba. Via Twitter, il presidente cubano Miguel Diaz-Canel ha manifestato il "supporto e sostegno" della nazione "per il presidente Nicolas Maduro dopo i tentativi imperialisti di screditare e di destabilizzare la rivoluzione boliviana". Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, ha definito la mossa di Guaidò "un tentato colpo di Stato". E per finire la Bolivia. "La nostra solidarietà con il popolo venezuelano e il fratello Nicolas Maduro, in queste ore decisive in cui gli artigli dell'imperialismo cercano di nuovo di ferire la democrazia e l'autodeterminazione dei popoli. Non saremo mai di nuovo un giardino degli Stati Uniti": così su Twitter il presidente della Bolivia, Evo Morales.