Martedì 16 Aprile 2024

Venezuela, nuovi scontri a Caracas. La Russia avverte gli Usa

Guaidò invita i manifestanti a scendere di nuovo in piazza mentre Maduro dichiara fallito il "golpe". Gli Stati Uniti accusano Cuba e "non escludono l'intervento militare". Mosca avvisa: "No interferenze o ci saranno conseguenze gravi": dura replica di Washington

Venzuela, gli scontri a Caracas (Ansa)

epaselect epa07538456 Supporters of President of the Venezuelan Parliament confront armored trucks of the Bolivarian Armed Forces during a protest at the Altamira area, in Caracas, Venezuela, 30 April 2019. Venezuelan interim President Juan Guaido has asked supporters to take to the streets in order to end the regime of President Nicolas Maduro. Meanwhile, Venezuelan opposition leader Leopoldo Lopez was freed from his house arrest, appearing alongside Guaido and military forces in Caracas. EPA/Miguel Gutierrez

Caracas, 1 maggio 2019 - Nuovi scontri sono esplosi tra manifestanti e la Guardia nazionale bolivariana a Caracas mentre sono in corso i cortei contrapposti di sostenitori di Maduro e oppositori. Juan Guaidò, il leader dell'opposizione, autoproclamatosi capo dello Stato ad interim del Venezuela, oggi è tornato a incitare alla piazza dopo la mobilitazione generale di ieri per cacciare il presidente con l'appello alle forze armate perché portassero a termine 'l'operazione libertà'.

Non ci sono segnali concreti sul fatto che Maduro abbia perso il sostegno dei militari. Anzi, parlando in tv alle 21 locali, Maduro ha definito "sconfitto" il tentato golpe "delle forze imperialiste", ha accusato i manifestanti di voler provocare disordini per giustificare l'intervento estero degli "yankee" e ha negato di aver pianificato di fuggire a Cuba. Era stato il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, in un'intervista alla Cnn, a sostenere che Maduro era pronto a partire per L'Avana ma che è stato dissuaso dai russi.

Guaidò nel suo appello pubblicato su YouTube poco prima che Maduro prendesse la parola, ha negato che si sia trattato di un colpo di Stato, parlando piuttosto di "una pacifica ribellione". Ha poi invitato i manifestanti a scendere in piazza anche oggi, perché il "collasso finale" del presidente è iniziato. 

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ALTA TENSIONE USA-RUSSIA - Intanto sale la tensione tra Stati Uniti e Russia. Mentre Trump accusa Cuba di interferenze minacciando l'"embargo totale sull'Isola", il segretario di Stato americano Mike Pompeo in un'intervista ai media internazionali non esclude l'intervento militare degli Usa in Venezuela. La risposta di Mosca non si fa attendere, con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov che non perde tempo e chiama al telefono Pompeo. I toni della telefonata sono tutt'altro che dimessi.  "L'ingerenza Usa negli affari interni del Venezuela" è una violazione del diritto internazionale, avverte Lavrov. E ulteriori passi "aggressivi" di Washington nel Paese latinoamericano comporterebbero "conseguenze gravi". Da parte sua il diplomatico americano accusa: "La Russia e Cuba stanno destabilizzando il Venezuela" e il coinvolgimento russo nelle vicende del Paese latinoamericano "rischia di destabilizzare anche le relazioni bilaterali tra Washington e Mosca". 

IL DISCORSO DI MADURO - Durante il suo intervento alla nazione, andato avanti per quasi un'ora, Maduro è apparso con al suo fianco il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, il vice presidente del partito socialista Diosdado Cabello e altri uomini in divisa, quasi a voler smentire, con quell'immagine, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton, secondo il quale figure chiave del regime lo avevano abbandonato.

Maduro ha anche accusato lo storico leader dell'opposizione Leopoldo Lopez, tornato in pubblico per la prima volta dopo due anni di arresti domiciliari al fianco di Guaidò, di aver istigato la manifestazione e ha assicurato che nessuno resterà impunito. Lopez, che si era inizialmente rifugiato nell'ambasciata cilena a Caracas si è trasferito nella sede diplomatica spagnola con la moglie, "per una scelta personale", almeno secondo il ministro degli Esteri cileno Roberto Ampuero.

GLI ARRESTI - L'ong venezuelana per i diritti umani Foro Penal ha riferito che 119 persone, di cui 11 adolescenti, sono state arrestate durante le manifestazioni di protesta che sono state realizzate ieri in differenti stati del Venezuela.