Venerdì 13 Giugno 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Chi è Malyuk, il mastino di Kiev che ha distrutto i bombardieri di Putin. Le talpe russe, il ponte in Crimea e la Ragnatela

Soldato prodigio, è al comando deo servizi segreti interni ucraini dell’Sbu dal 2023. A guidare le sue azioni l’idea che i peggiori nemici si trovano in casa

Chi è Malyuk, il mastino di Kiev che ha distrutto i bombardieri di Putin. Le talpe russe, il ponte in Crimea e la Ragnatela

Roma, 2 giugno 2025 – A volte in un nome c’è tutto il suo destino. Di sicuro lo è nel caso di Vasyl Malyuk. Il suo cognome, infatti, in ucraino, può voler dire piccolino, ma è anche il nome di un fucile d’assalto, simile al russo kalasnikov, ma più evoluto e soprattutto rigorosamente inventato e prodotto dalle forze di Kiev nel 2005.

‘Bambino’ prodigio

Vasyl, più che un soldato, un vero e proprio mastino della sicurezza dell’Ucraina. Di certo, meglio averlo come amico e non come nemico, perché Vasyl Malyuk, capo del Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SBU) ad appena 40 anni, ha come specialità quella di fare pressione sul nemico fino a quando non lo ha in pugno. Nato quando l’Ucraina faceva ancora parte dell’Unione Sovietica, la sua carriera l’ha iniziata appena maggiorenne in una nazione che si era resa indipendente da 10 anni. Non è un’esagerazione dire che Malyuk e il suo Paese sono diventati adulti insieme, in mezzo a non poche tensioni e tragedie.

UKRAINE RUSSIA CONFLICT
Volodymyr Zelensky e Vasyl Malyuk (Ansa)

Deve essere per questo che, fin dal suo primo giorno nei servizi di sicurezza, il suo obiettivo è stato quello di proteggere lo Stato da quello che considera il nemico numero uno: la Russia. Un’influenza, quella di Mosca, in grado di manifestarsi in molti modi, a partire dall’infiltrazione negli apparati statali, ampiamente corrotti e nella criminalità organizzata. La sua carriera, già fulminea, ha ricevuto una ulteriore spinta dopo il 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso il suo Paese e il presidente Zelensky aveva bisogno di persone competenti e fidate. E così, dopo essere diventato vicecapo della SBU nel 2020, due anni dopo ne ha assunto la direzione.

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Caccia al traditore

A guidare l’azione di Maluyk, c’è l’idea che i peggiori nemici ce li hai in casa. E infatti lui ha focalizzato parte della sua azione a capo della SBU a smascherare agenti russi che operavano nel suo Paese, anche all’interno dello stesso servizio segreto interno. Con un fiuto fuori del normale, è arrivato persino ad arrestare personalmente un colonnello, Dmytro Kozyura, che si è poi rivelato una talpa russa, reclutata dall’FSB nel 2018. Per difendere il suo Paese non guarda in faccia nessuno, nemmeno i preti. Malyuk ha fatto perquisire chiese e monasteri collegati al Patriarcato di Mosca, sostenendo, non a torto, il suo legame con il Cremlino.

Un altro fermo immagine mostra attacchi di droni nella regione di Murmansk, nell'Artico (Ansa)
Un altro fermo immagine mostra attacchi di droni nella regione di Murmansk, nell'Artico (Ansa)

L’incubo di Mosca

Oltre a tenere sotto controllo la situazione in casa, Malyuk ha pensato bene di organizzare due fra le operazioni più importanti dell’intelligence ucraina da quando è iniziata la guerra e di sicuro fra le meno gradite a Mosca. Nell’ottobre del 2022 ha condotto l’assalto al ponte di Crimea, inaugurato dallo stesso Putin e fatto deflagrare rendendolo parzialmente inutilizzabile proprio nel giorno del suo compleanno. Fino all’operazione Ragnatela, per la quale Maluyk si è preparato 18 mesi, distruggendo o danneggiando 41 aerei strategici, tra cui bombardieri Tu-95 e Tu-160.

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L'operazione ha utilizzato droni nascosti in strutture mobili trasportate all'interno della Russia, con un danno stimato di oltre 7 miliardi di dollari. Anche per questo motivo, non è molto amato dalla Piazza Rossa, che ha emesso un mandato di cattura nei suoi confronti e chiesto l’estradizione, ovviamente negata, dall’Ucraina, che lo celebra come un eroe.

Un fermo immagine mostra attacchi di droni nella regione di Murmansk, nell'Artico (Ansa)
Un fermo immagine mostra attacchi di droni nella regione di Murmansk, nell'Artico (Ansa)