Mercoledì 24 Aprile 2024

Vaccino Coronavirus, J&J ferma i test. "Malattia inspiegabile in un volontario"

Chiusa la piattaforma per reclutare i partecipanti alla fase 3. Cosa succede ora

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Roma, 13 ottobre 2020 - Nuovo stop nella corsa al vaccino contro il Coronavirus. Questa volta è il gruppo farmaceutico Johnson&Johnson a fermare i test clinici dopo che uno dei volontari ha contratto quella che viene definita "una malattia inspiegabile". A dare l'annuncio la società stessa che in una nota spiega: "Abbiamo temporaneamente sospeso il dosaggio aggiuntivo in tutti i nostri studi clinici di un vaccino sperimentale contro il Covid-19, compreso l'intero studio della fase 3, a causa di una malattia inspiegabile comparsa in un partecipante". Chiusa momentaneamente anche la piattaforma di registrazione online per reclutare i partecipanti alla fase 3 dello studio. Come accaduto in settembre per il candidato vaccino di Astrazeneca, interviene ora la  commissione indipendente per la sicurezza dei pazienti per indagare sull'accaduta.

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Cosa succede ora

Johnson&Johnson seguirà i protocolli e assicura che eventi avversi gravi sono "una componente attesa di qualsiasi studio clinico, in particolare negli studi di grandi dimensioni". Dichiarazioni in linea con quelle riportate il mese scorso da Astrazeneca. Lo studio viene sospeso per verificare se la "malattia inspiegabile" sia correlata alla somministrazione del farmaco. In caso i due eventi non siano legati, la sperimentazione può riprendere. Nel caso del vaccino su cui lavora Astrazeneca in accordo con l'università di Oxford, considerato uno dei più promettenti, i test sono ripresi in Giappone all'inizio di ottobre ma non ancora negli Stati Uniti, dove il gigante farmaceutico afferma di collaborare con le autorità del settore. 

Fase 3

Lo sviluppo del vaccino Johnson & Johnson viaggiava spedito nella fase 3. Il reclutamento di volontari era partito alla fine di settembre, con l'obiettivo di coinvolgere 60 mila partecipanti in più di 200 luoghi negli Stati Uniti e in altri Paesi. I test si stavano svolgendo anche in Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Messico, Perù e Sudafrica. J&J era diventato il decimo gruppo al mondo a condurre valutazione di fase 3, quarto negli Usa, da cui aveva ricevuto finanziamenti per circa 1,45 miliardi di dollari.

Il candidato vaccino di J&J si basa su una singola dose di un adenovirus, che causa il comune raffreddore, modificato in modo che non possa replicarsi e combinato con una parte del coronavirus Sars-CoV-2 chiamata proteina spike, utilizzata per infettare le cellule umane. Si tratta della stessa tecnica utilizzata dal laboratorio Johnson & Johnson per il suo vaccino contro la febbre emorragica Ebola, siero che ha ricevuto in luglio il via libera della Commissione Europea per la commercializzazione.