Usa-Cina, tensioni per Pelosi a Taiwan. Ancora scintille tra Trump e Biden. Cosa succede

Pechino: "Gravi conseguenze" in caso di viaggio della speaker sull'Isola di Formosa. Trump: "Biden ha messo l'America in ginocchio". Il presidente su Capitol Hill: "Incitare alla rivolta non è rispettare la legge"

Washington, 27 luglio 2022 - Nell'eventuale possibilità che Nancy Pelosi, la speaker della Camera, visiti Taiwan nelle prossime settimane, la Cina ha lanciato il suo monito: ci potrebbero essere "gravi conseguenze". "Se gli Stati Uniti si spingono oltre e sfidano la linea di fondo della Cina si faranno carico di tutte le conseguenze che ne deriveranno", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, durante una conferenza stampa. Il Pentagono, invece, è pronto ad aumentare le forze nell'area dell'indopacifico nel caso la speaker andasse a Taiwan.

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Eppure nessuna visita a Taiwan è stata annunciata ufficialmente (Pelosi andrà piuttosto in Giappone ad agosto, secondo l'agenzia giapponese Kyodo) e il portavoce della Casa bianca, John Kirby, ha detto che "la retorica del ministero della Difesa cinese su un eventuale viaggio a Taiwan della speaker della Camera Nancy Pelosi è totalmente non necessaria e non fa altro che aumentare la tensione". Una tensione che su Taiwan, ormai si sa, rimane sempre alta e questo potenziale viaggio ha irritato l'amministrazione di Biden stessa, che avrebbe cercato di dissuadere la leader democratica della California dalle sue intenzioni. Domani, 28 luglio, il presidente americano Joe Biden e quello cinese Xi Jinping si sentiranno al telefono. Si tratta della loro prima conversazione telefonica in quattro mesi, ma è anche programmata da tempo. In agenda anche la questione dei dazi sui prodotti cinesi imposti da Trump, in merito ai quali Biden non ha ancora preso una decisione.

L'attuale presidente degli Stati Uniti, tra l'altro, non gode di grande popolarità ultimamente e c'è attesa anche per le elezioni di Midterm, previste per il prossimo 8 novembre. Proprio per questo, ci si mette anche Donald Trump che insiste e non demorde: è tornato a Washington e, per l'ennesima volta, si è detto sicuro che alle prossime elezioni, quelle del 2024, i repubblicani otterranno una "vittoria trionfale". Nonostante non ci sia ancora una sua candidatura ufficiale, sembra che ormai sia solo questione di tempo. I rapporti con Biden, si sa, non sono buoni e continuano le frecciatine reciproche, soprattutto in merito all'assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, per cui il dipartimento di Giustizia americano ha aperto un'indagine sulla condotta di Trump.

Joe Biden e Donald Trump (Ansa)
Joe Biden e Donald Trump (Ansa)

Trump: "Biden ha messo l'America in ginocchio"

L'ex presidente punta a rilanciare la sua agenda ultra conservatrice a 18 mesi dopo l'assalto a Capitol Hill e a meno di una settimana dall'udienza della commissione speciale della Camera che ha dimostrato come abbia volutamente evitato per ore di intervenire per placare la rivolta. Trump è tornato a Washington, dopo l'uscita di scena in disgrazia, e ha tenuto un discorso ufficiale a un evento organizzato da un think tank di destra che sostiene le sue politiche dell'America First Policy Institute.

In questo discorso, tra i vari temi, Trump ha anche attaccato Biden: "Noi abbiamo reso l'America grande di nuovo, ora è stata messa in ginocchio", ha detto e i sostenitori presenti lo hanno accolto con una standing ovation, un lunghissimo applauso al grido di "Usa, Usa". "Il nostro Paese è stato umiliato in tutti gli scenari internazionali e il sogno americano è stato fatto a pezzi", ha attaccato ancora l'ex presidente, ripercorreneo le tappe principali della sua amministrazione e sottolineando in particolare "l'assenza di inflazione, il controllo dell'immigrazione e il rispetto internazionale".

"Non posso mettermi da parte, non posso dedicarmi a una vita più semplice perché amo il mio Paese", ha anche detto Trump. "Non lo faccio per me, lo faccio perché altrimenti gli Stati Uniti diventeranno un'altra Unione Sovietica, un'altra Cuba".

Biden: "Incitare alla rivolta non è rispettare la legge"

La campagna elettorale per il 2024 è già iniziata anche per Biden che, nelle ultime settimane, ha intensificato gli attacchi contro il suo ex avversario utilizzando anche Twitter, il social media una volta prediletto dallo stesso Trump. Sono arrivati così alcuni degli attacchi più duri di Biden: "Chiamatemi all'antica ma incitare una rivolta contro agenti di polizia non mi sembra rispettare la legge", ha scritto dopo il discorso di Trump alla convention, congliendo anche la palla al balzo dell'ultima udienza sul 6 gennaio della commissione speciale della Camera nella quale è stato dimostrato che Trump ha rifiutato per 187 minuti di intervenire per arginare l'assalto, nonostante le suppliche dei suoi consiglieri più vicini, tra i quali la figlia Ivanka.

"Lo sconfitto ex presidente ha guardato ciò che stava accadendo per tre ore, comodamente seduto nella sala da pranzo accanto allo Studio Ovale, mentre agenti coraggiosi subivano un inferno medievale, grondanti sangue, circondati da una carneficina", ha accusato il presidente americano. "A Donald Trump è mancato il coraggio di agire", ha tuonato ancora Biden. "Uomini e donne in uniforme sono stati attaccati da una folla aizzata dalle bugie del presidente sconfitto. Il 6 gennaio gli agenti sono stati eroi, Donald Trump non ha avuto la spina dorsale". "Non puoi essere a favore dell'insurrezione e favore della polizia. Non puoi essere a favore dell'insurrezione e favore dell'America", ha insistito Biden in un altro messaggio volutamente pubblicato alla vigilia del ritorno di Trump nella capitale americana.