Venerdì 19 Aprile 2024

Una App come infiltrata speciale. E l'Fbi fa la retata dei superboss

Ottocento arresti in 18 Paesi nel mondo. I finti dispositivi criptati infiltrati nelle gang grazie al re della droga

Un arresto della maxi operazione dell’Interpol

Un arresto della maxi operazione dell’Interpol

Una semplice app installata sugli smartphone ha scatenato l’inferno per le bande criminali di tutto il mondo. La trappola ideata dall’Fbi, una sorta di trojan che spiava ogni contenuto sui dispositivi, ha consentito di arrestare 800 criminali in 18 Paesi (partendo dall’Australia e passando dall’America fino all’Europa), salvare oltre 100 vite umane da omicidi pianificati, effettuare 700 perquisizioni, sequestrare 8 tonnellate di cocaina e 50 milioni di dollari in contanti. Quel sistema di comunicazione, denominato AN0M, che le gang delle mafie internazionali credevano top secret e crittografato in realtà era il cuore "della più sofisticata operazione del mondo", come l’ha definita la polizia australiana, e che in diverse occasioni dal suo avvio nel 2018 ha rischiato di saltare.

Le mafie europee, le pandillas latinoamericane, i cartelli della droga asiatici e le bande di motociclisti sono solo alcune delle organizzazioni cadute nella rete dell’operazione ‘Greenlight-Trojan Shield’, che ha colpito in modo particolarmente duro la malavita in Australia, dove è stato effettuato un quarto degli arresti. La polizia australiana ha spiegato che gli arrestati avevano legami con i mafiosi di origine italiana nel Paese. La complessa operazione – nella quale 9mila agenti nel mondo hanno visionato 25 milioni di messaggi dalle chat – ha preso il via in seguito allo smantellamento di Encrochat e SkyGlobal, le principali reti telefoniche criptate utilizzate dal crimine internazionale. La chiusura delle due reti creò un vuoto e l’Fbi ebbe l’idea di approfittarne. Gli esperti informatici dei federali Usa elaborarono così la app AN0M – attraverso la copertura di un’azienda di facciata – e utilizzarono i loro infiltrati per diffonderla e promuoverla tra i criminali. I primi cinquanta dispositivi, in una sorta di ‘beta test’, furono consegnati alle gang di narcotrafficanti australiane. Il numero di criminali dotati di un telefono AN0M sarebbe infine salito a quota 12mila in 300 gang diverse. Tramite questi apparecchi venivano organizzate esecuzioni, consegne di droga e transazioni illegali di denaro. Comunicazioni che i criminali ritenevano blindate e invece venivano intercettate in tempo reale dall’Fbi. I dispositivi erano stati presentati come privi di servizi email, di chiamata e Gps e in grado di comunicare solo con altri telefoni AN0M. Potevano essere acquistati, per circa 2mila dollari, solo sul mercato nero e richiedevano un codice fornito da un altro utente per essere sbloccati. "Hanno finito per cercarci per poterli avere", ha spiegato l’assistente direttore dell’Fbi, Calvin Shivers. L’operazione sembrò sul punto di saltare in aria lo scorso marzo, quando un blogger descrisse tutte le falle nella sicurezza della app e sostenne che si trattava di un inganno delle autorità della rete di intelligence FiveEyes (Usa, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda). Ma il post fu cancellato e prevalse l’ottima pubblicità fornita involontariamente da ‘influencer’ di peso selezionati con cura, tra cui alcuni potenti narcotrafficanti come Hakan Ayik, il narcotrafficante più ricercato d’Australia latitante in una super villa turca. Ayik ha creato l’effetto domino, regalando il primo telefono di AN0M a un boss. Ora le forze dell’ordine lo invitano a costituirsi, "sarebbe meglio per lui", visto che fuori rischia la vita. Era convinto di avere tra le mani un tesoro, così ha iniziato a gestire la distribuzione dei cellulari garantendo l’affidabilità della piattaforma. Lo chiamano il ’Facebook gangster’ per le foto social coi tatuaggi e il fisico da culturista.

"I risultati sono sbalorditivi – ha confermato Shivers –, siamo stati in grado di vedere le foto di centinaia di tonnellate di cocaina nascoste nei carichi di frutta, centinaia di chili di cocaina occultati in prodotti in scatola". Il premier australiano Scott Morrison ha parlato di "un colpo pesante al crimine organizzato che avrà eco in tutto il mondo".