Un pazzo pericoloso o un genio del male? Chi è Putin, l’uomo che fa tremare il mondo

Ritratto dello zar che ha riportato la guerra in Europa dopo quasi ottant’anni: coraggioso, spietato, stratega e maestro della menzogna

Proteste contro Putin

Proteste contro Putin

Roma, 25 febbraio 2022 - Ieri Putin ha rievocato la guerra contro Hitler: "I Paesi guida della Nato per raggiungere i loro fini aiutano i neonazisti in Ucraina, non hanno mai perdonato agli abitanti della Crimea e di Sebastopoli la loro libera scelta di riunirsi alla Russia". Putin non si sente l’aggressore, ma il difensore della libertà dei popoli. Arriva a negare la realtà: "L’aggressione all’Ucraina e una manipolazione degli occidentali". E sfidare il mondo: "Le bande di nazionalisti ucraini andranno in guerra in Crimea, come hanno fatto nel Donbass… hanno già armi nucleari, la nostra missione è di proteggere esseri umani indifesi. Quanti tenteranno di impedirlo sappiano che la nostra risposta sarà immediata… e subiranno conseguenze mai provate nella loro storia".

Guerra Ucraina-Russia, tank di Mosca a 32 km da Kiev. Bombe sulla capitale

Angela Merkel, nel 2014, dopo che si era impadronito della Crimea, confidò a Obama che "Putin sembra vivere in un suo mondo… ha perso il contatto con la realtà". E nessuno conosce Putin meglio di Frau Angela. Hillary Clinton lo paragonò a Hitler, e anche il Führer viene considerato un pazzo. Trump ha appena dichiarato che per lui "Vladimir è un genio". E, secondo i proverbi, genio e follia sarebbero le due facce di una medaglia. Ma è un errore fatale credere sia folle chi non riusciamo a capire, o ci rifiutiamo di capire.

Il politologo Ulrich Kuhn, specialista del controllo degli armamenti all’Università di Amburgo, mette in guardia: "Putin nel suo mondo segue una gelida logica, non è fuori di mente". E fa l’esempio di Richard Nixon: durante la guerra in Vietnam diffuse le voci sul suo alcolismo e la mancanza di controllo, per lasciar credere al nemico che fosse imprevedibile, capace dunque di lanciare un’atomica su Hanoi. "Oggi, dice Kuhn, Putin sparge il terrore tra noi… è pronto a usare le atomiche su Kiev, e contro i paesi della Nato?".

Neanche Hitler era pazzo, se non negli ultimi giorni, chiuso nel Bunker, prima della fine. Chi vuol capire Putin deve studiare la maskirovka, l’arte del camuffamento di un principe russo del XIV secolo. L’aveva studiata Stalin, la conosceva Kruscev, e viene insegnata ancora nelle scuole militari. Nel 1380, il principe Dimitri Donskoi, per fermare l’orda dei mongoli giunta alle porte di Mosca, mise fantocci in divisa tra gli alberi e i campi, in modo che il nemico si accorgesse del trucco e credesse che i russi fossero deboli. Quando i mongoli attaccarono, l’esercito di Donskoi nascosto nei boschi lo sorprese alle spalle e l’annientò.

Nell’ultima guerra Stalin fece costruire modelli in legno di panzer, ma li mise in vista per ingannare i tedeschi, che sottovalutarono l’Armata Rossa. Putin è un maestro della maskirovka, degli inganni, dei trucchi, delle verità che si camuffano da menzogne, dice Matthias Hochstätter, esperto del Cremlino. Farsi credere folle è parte del camuffamento. Fa credere di essere fuori della realtà, pronto a provocare la terza guerra mondiale, per dividere gli occidentali. "Chiede l’impossibile", avverte l’esperto di Russia Christian Mangott, "non perché sia pazzo, ma per illudere il nemico e poi si ferma quando ottiene quel che desidera". Sa che non può vincere una guerra contro la Nato, quindi finge di essere convinto di poterla vincere. Sa che Biden non oserà intervenire in Ucraina.

Putin è stato un ufficiale del Kgb, e Markus Wolf, il capo del controspionaggio della Ddr cui John le Carré si ispirò per La spia che venne dal freddo, e che lo conosceva bene, in un’intervista mi raccontò che nella scuola del servizio segreto russo, si obbligava l’allievo a presentare un piano, e poi quello opposto del nemico, un metodo copiato dalle scuole dei gesuiti. Per vincere bisogna conoscere l’avversario. Biden, e prima Obama, erano prevedibili, e Putin gioca d’anticipo. Ha coraggio fisico, come dimostrò il 5 dicembre 1989, quando i tedeschi dell’Est assaltarono la sede del Kgb a Dresda, di cui era il comandante. Scese in strada e affrontò da solo la folla, che si ritirò.

Oggi sfida la Nato. È un campione di judo, l’arte di usare la forza dell’aggressore per rivolgerla contro di lui. Ed è un grande giocatore di scacchi. I maestri di solito preferiscono giocare con il nero, lasciando la mossa d’apertura all’avversario. Putin preferisce giocare con il bianco. Apre la partita, sfrutta la sorpresa, e già calcola la reazione. Così ha prevalso in Siria, e ha vinto la prima guerra in Ucraina, prendendo la Crimea. Scacco matto anche per il Donbass?