Giovedì 18 Aprile 2024

Uma Thurman choc: "Weinstein ha aggredito anche me"

L'attrice si confessa al New York Times e rivela alcuni episodi in cui fu 'preda' dell'allora potente produttore di Hollywood

Uma Thurman (Ansa)

Uma Thurman (Ansa)

New York, 3 febbraio 2018 - Nuovo capitolo nello scandalo sulle molestie sessuali a Hollywood. Dopo mesi dalle prime accuse contro Harvey Weinstein, ora è Uma Thurman a puntare il dito contro il produttore cinematografico. L'attrice di 'Pulp Fiction' e 'Kill Bill' si è confessata con il New York Times, raccontando di essere stata anche lei preda sessuale di Weinsten e da lui pesantemente aggredita.

"I complicati sentimenti che ho su Harvey riflettono quanto mi sento in colpa per le donne aggredite dopo di me", ha dichiarato la 47enne diva alla columnist Maureen Dowd rivelando un'intricata spirale di aggressioni e minacce non solo dell'ex boss di Miramax, ma anche del regista Quentin Tarantino di cui è stata la musa e a cui deve molta della sua fama. "Io sono una delle ragioni per cui una ragazza entrava nella sua stanza da sola, proprio come me", ha spiegato. "Quentin si è servito di Harvey come produttore esecutivo per 'Kill Bill', un film che rappresenta il senso di legittimazione della donna. E tutti quegli agnelli - ha detto riferendosi alle altre vittime - sono andati al massacro perché erano convinti che uno che si fosse trovato in una simile posizione non avrebbe fatto qualcosa di illegale, invece lo hanno fatto".

Uma Thurman ha spiegato anche di non aver parlato prima perché troppo arrabbiata, anche se mesi fa sui suoi profili social aveva minacciato una "vendetta fredda" contro il produttore.

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Gli episodi di cui è stata vittima l'attrice rispecchino il solito cliché messo in atto dal potente produttore hollywoodiano. Nel 1994 al Savoy di Londra, poco dopo la 'prima' di 'Pulp Fiction', Weinstein "mi sbattè sul letto. Cercò di spingersi dentro di me e di calarsi i pantaloni. Non mi violentò, ma era come se io fossi stata un animale che cercava di liberarsi", ha raccontato. 

Sempre al Savoy, qualche giorno dopo, il secondo episodio. Dopo aver ricevuto un mazzo di "volgari" rose gialle e pressanti richieste delle assistenti del produttore di discutere con lui altri progetti, Uma era andata all'appuntamento accompagnata con una amica. L'attrice non ha memoria di quanto accaduto, ma l'amica, Ilona Herman, che l'aspettava nella lobby per quanto "sembrava un'eternità", ha raccontato che l'attrice uscì dall'ascensore "scarmigliata, sconvolta, con lo sguardo perso nel vuoto". A casa, quando fu di nuovo in grado di parlare, disse che Weinstein "l'aveva minacciata di far naufragare la sua carriera". (Un portavoce di Weinstein negò le minacce ma si scusò perché il produttore aveva "fatto un passo" di troppo fraintendendo alcuni segnali che erano giunti dall'attrice).

Quando nel 2001, prima delle riprese di 'Kill Bill', lei fece presente a Tarantino di quanto avvenuto al Savoy, il regista bollò l'episodio con una frase del tipo "oh povero Harvey, cerca sempre di avere ragazze che non può avere" per poi aggiungere che "i soldi arrivavano da lui, ma che lo avrebbe affrontato". Weinstein allora si disse sorpreso e amareggiato delle sue accuse ("i suoi occhi divennero da aggressivo a pieni di vergogna") scusandosi. 

Tuttavia l'animosità di Harvey contro Uma infettò anche il rapporto con Tarantino: dal racconto della star al Times il regista ne mise a rischio la vita sul set. In Messico durante le riprese, infatti, il premio Oscar costrinse Uma, contro le sue obiezioni, a guidare una Karmann Ghia pur sapendo che era un catorcio: l'auto andò a sbattere contro un albero provocandole durature lesioni alle gambe e una commozione cerebrale. "Devi andare a 60 chilometri all'ora o i capelli non voleranno come si deve e ti farò ripetere la scena. Ma quell'auto era una cassa da morto. Il sedile non era avvitato e la strada era sterrata e tutta curve", ha proseguito nel racconto la Thurman che solo di recente ha ottenuto da Tarantino il video dell'incidente e lo ha consegnato alla polizia. 

"Per troppo tempo le bambine sono state portate a credere che crudeltà e amore in qualche maniera siano collegati, ma ormai siamo in un'era in cui è necessario evolverci", ha concluso la Thurman.