Ucraina, appalti gonfiati: ombre sul ministro. Ma Zelensky ancora non lo caccia

Il titolare della Difesa Reznikov avrebbe le ore contate. Il presidente prende tempo: "Basta illazioni". Stati Uniti e alleati europei sempre più irritati, Volodymyr ora deve dimostrare di essere affidabile

Roma, 8 febbraio 2023 - Non c’è pace per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, impegnato in una guerra contro la Russia che diventa sempre più estenuante e alle prese con scandali di corruzione che stanno minando il suo governo dalle fondamenta. L’ultimo in ordine temporale che rischia di perdere il posto è niente meno che il ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, personaggio chiave non solo del governo, ma anche della resistenza ucraina a Mosca. Ieri nel pomeriggio, il numero uno di Kiev è intervenuto, seppure in modo indiretto, chiedendo un immediato stop a notizie non fondate o pettegolezzi che possano mettere in pericolo l’unità della nazione contro la Russia. Zelensky non ha fatto riferimenti concreti, ma il sospetto che le sue parole fossero collegate alla vicenda Reznikov è venuto a molti. Tutto è iniziato la settimana scorsa, quando nel Paese hanno iniziato a diffondersi voci sempre più insistenti su un’imminente sostituzione del ministro della Difesa. La causa della caduta in disgrazia, ancora una volta, è la corruzione.

Nelle scorse settimane, il suo dicastero è stato oggetto di inchieste su appalti a prezzi gonfiati per i pranzi dei soldati e la fornitura di giubbotti antiproiettile difettosi alle truppe. Reznikov non è direttamente coinvolto nelle indagini, ma due viceministri e alcuni suoi stretti collaboratori sì. Tanto è bastato al presidente Zelensky per mettere in discussione tutto e rischiare anche una crisi all’interno del sistema di potere. La dirigenza ucraina non ha preso bene la notizia dell’ennesima sostituzione. Per questo il presidente sta temporeggiando e ha annunciato che, per questa settimana non dovrebbe essere presa alcuna decisione, nonostante il capogruppo del suo partito alla Verchovna Rada, il parlamento ucraino, abbia già fatto il nome del possibile successore. Si tratterebbe di Kyrylo Budanov, 37 anni, attualmente a capo dell’intelligence militare.

Il diretto interessato, per il momento, tira dritto e su Twitter ha pubblicato un post dove fa capire che non sembra intenzionato a cedere tanto facilmente. "Si tiene la linea – ha scritto –. Ringrazio tutti per il sostegno e le critiche costruttive. Ne traiamo le conclusioni. Continuiamo con le riforme, anche durante la guerra. Stiamo rafforzando la nostra difesa e lavorando per la vittoria". Poco dopo, ha pubblicato un altro tweet, in cui ringraziava l’omologo Boris Pistorius – ieri in visita a sorpresa in Ucraina – per aver iniziato a inviare i primi Leopard, i celebri carri armati che dovrebbero aiutare gli ucraini a respingere la nuova offensiva russa alle porte. Per la stampa ucraina Reznikov ha i giorni contati e l’annuncio del presidente potrebbe arrivare anche prima della fine della settimana. Per altri analisti, Zelensky deve stare attento a non esagerare. Per il presidente in questo momento, l’obiettivo prioritario è dimostrare agli Stati Uniti e agli alleati che l’Ucraina può essere un partner affidabile e gestire i miliardi di euro di aiuti che arriveranno per la ricostruzione. Ma così rischia di farsi non pochi nemici all’interno del suo stesso ambiente.

Appena due settimane fa, alcuni importanti personaggi, anche vicini al presidente, hanno dovuto lasciare il loro incarico perché invischiati in episodi di corruzione. Fra questi c’erano quattro viceministri, il vicecapo dell’ufficio presidenziale, considerato un intoccabile, e un vice procuratore generale. La scure dei licenziamenti o delle dimissioni forzate si era abbattuta anche su quattro amministratori regionali.