Guerra Ucraina ultime notizie, Mariupol: mercantili sequestrati, acciaio verso la Russia

Gazprom da oggi taglia il gas all'Olanda. Offensiva nel Donbass, i filorussi: "Un terzo di Severodonetsk nostra", 12mila civili in trappola. Lituania fornirà altre armi. Blocco del grano, Lavrov in Turchia per la creazione di corridoi sicuri. Parlamento Kiev sfiducia Denisova, commissaria diritti umani. Mariupol, nave lascia porto dopo sminamento. Kiev Mosca ruba l'acciaio

Roma, 31 maggio 2022 - Guerra in Ucraina, siamo arrivati al giorno 97. Mentre il presidente russo Vladimir Putin da oggi taglia il gas all'Olanda perché non paga in rubli, le ultime notizie dal campo di battaglia ci portano arrivano ancora una volta dal Donbass. Un terzo della città di Severodonetsk - dove ieri è rimasto ucciso il giornalista francese Frederic Leclerc-Imhoff - "è stato liberato ed è già sotto il nostro controllo", afferma il capo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, Leonid Pasechnik, citato dall’agenzia russa Tass. Pasechnik spiega che combattimenti sono attualmente in corso nell’area urbana e l’avanzata delle forze russe e filorusse procede più lentamente del previsto. "Ma preferiamo soprattutto preservare le infrastrutture della città", afferma. "Il nostro obiettivo principale in questo momento è liberare Severodonetsk e Lisichansk", aggiunge Pasechnik.  Dodicimila civili sarebbero in trappola.

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Nave nel porto di Mariupol (Ansa)
Nave nel porto di Mariupol (Ansa)

La trappola Severodonetsk

Il Consiglio norvegese per i rifugiati ha dichiarato che fino a 12.000 civili rimangono intrappolati e bisognosi di aiuto nella città orientale di Severodonetsk, dove le truppe russe stanno avanzando. "Sono inorridito nel vedere Severodonetsk, la fiorente città dove avevamo il nostro quartier generale operativo, diventare l’epicentro di un altro capitolo della brutale guerra in Ucraina", ha dichiarato Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati, "temiamo che fino a 12.000 civili rimangano intrappolati nel fuoco incrociato della città, senza sufficiente accesso ad acqua, cibo, medicine o elettricità".

Nave con metallo lascia Mariupol. Kiev: rubano

Una nave merci ha lasciato il porto di Mariupol dopo lo sminamento il 24 maggio. "Accompagnata dalle barche della base navale di Novorossijsk della flotta del Mar Nero", ha fatto sapere il ministero della Difesa russo "la nave mercantile era carica di metallo, che doveva essere consegnato al porto di Rostov sul Don". Ma da Kiev rispondono:  "I russi stanno portando via l'acciaio da Mariupol occupata". La denuncia arriva dal consigliere del ministro dell'Interno ucraino, Anton Gerashchenko, su Twitter. "Lo stanno caricando su navi ucraine (che a loro volta hanno rubato, rinominato e a cui hanno cambiato bandiera) e lo portano in Russia". Proprio oggi i separatisti filorussi della regione orientale ucraina di Donetsk avevano annunciato di aver sequestrato diversi mercantili ancorati nel porto di Mariupol. "Alcune navi passeranno sotto giurisdizione della Repubblica popolare di Donetsk", ha dichiarato il leader separatista Denis Pushilin.

Azovstal, cadaveri minati

L'esercito russo ha trovato nell'acciaieria Azovstal di Mariupol un furgone refrigerato con i cadaveri di 152 combattenti ucraini. Ma i corpi erano stati minati, ha reso noto il ministero della Difesa a Mosca, che parla di "provocazione" da parte di Kiev. INfatti gli stessi militari del battaglione Azov che si sono arresi alle unità di Mosca hanno dichiarato alle forze armate russe che gli esplosivi erano stati piazzati su ordine arrivato dalla capitale. Comunque il ministero della Difesa russo ha detto che intende consegnare a breve ai rappresentanti ucraini i cadaveri trovati nell'acciaieria. 

Le armi

La Lituania invierà ulteriore equipaggiamento militare all’Ucraina, riporta il Kyiv Independent. Il ministro della Difesa lituano Arvidas Anushauskas ha annunciato che la prossima spedizione includerà apparecchiature antidrone e di visione termica, nonché il drone Bayraktar. Queste forniture si aggiungono a un pacchetto già annunciato in precedenza che includerà veicoli blindati, camion e suv. Intanto l’Unione Europea resta “impegnata a continuare a rafforzare la capacità dell’Ucraina di difendere la propria integrità territoriale e sovranità. A tale riguardo, il Consiglio europeo accoglie con favore l’adozione della recente decisione del Consiglio di aumentare il sostegno militare all’Ucraina nell’ambito del Fondo europeo per la pace”. Così nelle conclusioni della prima giornata del Consiglio europeo straordinario, che riprenderà domani mattina a Bruxelles. Invece ieri il presidente Usa Joe Biden ha bloccato le forniturte di missili a lungo raggio all'Ucraina. 

Guerra in Ucraina, oggi è il giorno 97
Guerra in Ucraina, oggi è il giorno 97

Lavrov e la via del grano

Poi restano aperti i fronti delle guerre commerciali. A cominciare dal conflitto sul grano, il cui blocco evoca lo spettro della carestia. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov sarà in visita in Turchia, con una delegazione militare, il prossimo 8 giugno.  Lavrov si recherà in Turchia per discutere la creazione di “corridoi sicuri” per il trasporto del grano ucraino. L’obiettivo, secondo quanto si è appreso, è “creare un centro di osservazione dei corridoi a Istanbul”. 

Embargo al petrolio russo, le deroghe

Ieri i capi di Stato e di Governo dell’Unione europea hanno raggiunto l’accordo sul sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca. L'intesa, sofferta, sull'embargo al petrolio russo è arrivata solo a notte e prevede importanti deroghe: il divieto d’importazione riguarderà solo il greggio che arriva via mare. Resta fuori dal bando l’oleodotto Druzhba, che rifornisce l’Ungheria ma anche Germania e Polonia. Così come ha ottenuto una deroga di 18 mesi la Repubblica Ceca. Per tutti gli altri il divieto sarà in vigore entro fine 2022, fra sei mesi.

“Bene la decisione dei leader dell’Ue di vietare il petrolio russo. Una decisione storica per paralizzare la macchina da guerra di Putin. La nostra unità è la nostra forza”. Lo scrive su Twitter Josep Borrell, alto rappresentante Ue per la politica estera. 

L'escamotage

I leader dei 27, al termine di una trattativa lunga e più volte vicino a naufragare, riescono a salvare l’unità del Vecchio Continente di fronte al nemico moscovita con un escamotage che accontenta Viktor Orban e fornisce adeguate garanzie ai Paesi senza sbocco sul mare. L’intesa prevede un embargo immediato al petrolio che arriva dalla Russia all’Ue via mare mentre rinvia lo stop al greggio trasportato attraverso l’oleodotto Druzhba. Toccherà agli sherpa analizzare quest’ultimo punto "il prima possibile", come recita il testo delle conclusioni.

Ursula von der Leyen

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che più di ogni altro leader ha spinto sul pacchetto, presentandolo urbi et orbi all’Eurocamera, in apertura del summit si era detta insolitamente scettica sulla chiusura dell’accordo. Un’anomalia. Ma è innegabile che sia proprio lei a uscire almeno parzialmente sconfitta da questa prova di forza. "L’energia è troppo importante, prima si trovano le soluzioni con i Paesi membri e poi si applicano le sanzioni, non il contrario come fatto sinora", ha chiosato Orban.

La guerra del gas

Il sesto pacchetto include l’esclusione da Swift della più grande banca russa, la Sberbank, le limitazioni a tre emittenti di Mosca e l’inclusione nella lista nera dell’Ue di enti e personalità varie. Il menù dei leader comprende poi altro. Il piano per rafforzare la difesa comune, partendo dalla base industriale europea, e le opzioni possibili per sbloccare il grano ucraino. Eppure il rischio è che l’Ue, mentre si azzuffa sul petrolio, si ritrovi scoperta sul gas. Perché Gazprom ha annunciato che taglierà le forniture all’olandese GasTerra, dato che non paga in rubli. E la Danimarca potrebbe trovarsi nella stessa situazione. 

Ucraina, sfiduciata Denisova

Ieri aveva denunciato: "Ho appena saputo che su ordine del presidente Zelensky è stata presa la decisione di licenziarmi da domani. Stando alle mie informazioni, all'ufficio del presidente non sta bene la posizione attiva in merito alla raccolta dei dati sulla violazione dei diritti umani sui territori occupati". Oggi il difensore civico ucraino Lyudmila Denisova dovrà lasciare il suo incarico la commissaria per i diritti umani perché sfiduciato dal Parlamento. La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, l'ha licenziata con 234 voti favorevoli. La Denisova è stata ritenuta troppo concentrata sui crimini di natura sessuali "che non possono essere confermati con prove, danneggiando l'Ucraina e distraendo i media mondiali dai reali bisogni dell'Ucraina".