Guerra Ucraina: droni e termocamere, così i soldati di Kiev dominano la notte

Per l’esercito russo i blitz dopo il tramonto sono un incubo. Gli analisti: "Mosca non è equipaggiata per questo tipo di combattimenti"

Un militare ucraino aziona un drone

Un militare ucraino aziona un drone

Kiev, 16 aprile 2022 - I signori della notte. Non appena il sole tramonta, le forze ucraine piombano sui russi. I blitz messi a segno da Aerorozvidka – un’unita tattica armata di droni il cui motto non a caso è Non dormies, che in latino significa ‘Non dormirai’ – sono un vero e proprio incubo per la Federazione. I velivoli senza piloti sono infatti dotati di termocamere in grado di localizzare i veicoli russi, che devono tenere i motori accesi a causa delle rigide temperature, e di colpirli con granate anti carro. "I video degli attacchi – scrive l’Economist – suggeriscono che l’esercito di Mosca non sia in grado di rilevare questi droni mentre si avvicinano".

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L'esercito russo

Il motivo è semplice: a differenza degli eserciti occidentali, il Cremlino non fornisce sistematicamente visori notturni alle proprie truppe. "Giusto un gruppo selezionato di forze speciali e di unità di ricognizione della Federazione – spiega Samuel Cranny-Evans del Rusi, un think tank che si occupa di difesa – li ha in dotazione». Finora solo gli Spetsnaz caduti prigonieri dell’esercito ucraino sono stati fotografati con equipaggiamenti per combattere di notte. La tecnologia è molto delicata e costosa (un solo visore si aggira sulla decina di migliaia di euro) e probabilmente la Federazione ha deciso di non affidarla ai coscritti o ai soldati con poca esperienza. «L’esercito di Mosca – ha fatto notare un funzionario occidentale già il secondo giorno dell’invasione – non è ben equipaggiato per combattere di notte". E così per fare fronte alla situazione, gli alti ufficiali della Federazione sono spesso stati costretti a ricorrere a tattiche ormai datate, come illuminare il campo di battaglia con bengala o razzi luminosi. Ovviamente non appena la luce svanisce, truppe e veicoli tornano a essere facili bersagli per l’esercito ucraino.

L'esercito ucraino

Kiev, d’altra parte, ha fatto tesoro di quanto successo nel 2014: allora i mezzi e le unità dotate di termocamere erano pochissimi. Un fattore che aveva fortemente limitato la resistenza. Cessate le ostilità, l’esercito ha così iniziato a fare scorta. Gli Stati Uniti nel 2018 hanno fornito 2.500 sistemi di visione notturna e lo scorso 9 aprile la Gran Bretagna ha promesso di inviarne altri. La ong Come Back Alive, che raccoglie fondi per l’esercito ucraino, in otto anni ha donato oltre mille termocamere a Kiev.

E poi ci sono i Javelin. Le armi anticarro portatili prodotte in America sono dotate di un sistema di visione notturno, per cui quando i missili sono finiti le unità ucraine possono comunque utilizzarle per effettuare ricogninzioni. Il maxi convoglio russo lungo 60 chilometri che per giorni ha marciato verso Kiev, prima di bloccarsi e fare marcia indietro, è stato in buona parte fermato da Aerorozvidka, che oltre ai visori notturni sfrutta il sistema satellitare Starlink, messo a disposizione dell’Ucraina da Elon Musk, per mostrare all’artiglieria i movimenti delle truppe nemiche su una mappa digitale. Ma i blitz notturni non hanno solo messo fuori uso i veicoli: hanno anche fiaccato irrimediabilmente il morale dei soldati russi. Perché un incubo a occhi aperti è molto più spaventoso di una notte senza sonno.

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