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Il giro di boa dei cento giorni di guerra alza il sipario su interrogativi geopolitici e dubbi tattici, mentre il mondo si interroga su quanto potrà durare il massacro di soldati e civili in Ucraina. Il generale Leonardo Tricarico, analista, pilota con 3mila ore di volo, già capo di Stato maggiore dell’aeronautica, una guerra l’ha vissuta come comandante delle forze aeree italiane nella crisi dei Balcani. Mosca rimuove il generale Dvornikov Chi sta vincendo in Ucraina? "La situazione è ancora molto fluida. Le truppe di Mosca, pur demotivate, sembrano aver riacquistato vantaggio, ma gli ucraini anche in virtù degli aiuti occidentali non sono disposti a cedere. La Russia ha già perso sotto altri aspetti". In che senso? "Non so come andrà in Ucraina , ma certamente ha perso peso sul piano internazionale, è sotto lo scacco delle sanzioni e rischia di rimanere isolata. Nulla sarà più come prima e chissà quando e se riuscirà a recuperare le relazioni internazionali perdute". Si poteva evitare di arrivare fin qui? "All’inizio del conflitto Mosca e Kiev avevano dimostrato una pur blanda intenzione di negoziare. Poi le posizioni si sono irrigidite e la parola è passata del tutto alle armi". L’Occidente ha colpe? "In via ipotetica se la comunità internazionale avesse sostenuto con forza da subito la strada del negoziato forse avremmo evitato tutto questo sangue". I cento giorni cosa ci hanno fatto capire? "È venuta alla luce la povertà dello strumento militare russo. Nemmeno gli esperti avevano previstotale pochezza sul piano tattico e di dottrina militare". Quanto durerà la guerra? "Oggi è difficile dirlo. Certamente a questi ritmi non può reggere a lungo. L’esercito di Putin, che ha messo in campo 100mila uomini pensando a una campagna rapida, evidenzia un forte logoramento umano, scarsa disponibilità di scorte, errori sul campo. Ma anche Kiev ...
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