Ucraina, ancora attacchi russi alle centrali nucleari. E Zelensky pubblica il video

Stop a ingresso per russi nei Paesi Baltici. Mosca: "Crimini a Izyum? Bugie". Tredici anni di carcere a dipendente Osce

Roma, 19 settembre 2022 - Guerra in Ucraina, continuano gli attacchi missilistici sulle centrali nucleari ucraine di Pivdennoukrainsk e Zaporizhzhia. "La Russia mette in pericolo il mondo intero", avverte il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha pubblicato anche un video del bombardamento. Mosca conferma: "un attacco di precisione delle forze aerospaziali russe ha distrutto le officine dell'impianto Iskra nella città di Zaporizhzhia". Intanto oggi da mezzanotte è scattato il divieto di ingresso dei cittadini russi e bielorussi nei Paesi Baltici. Limitazioni simili arrivano anche dalla Repubblica Ceca, Danimarca e Paesi Bassi. La Finlandia, invece, rimane fuori. Il Cremlino risponde alle accuse: Dmitry Peskov, nella sua quotidiana conferenza stampa, ha definito le denunce ucraine sui crimini commessi a Izyum "menzogne, proprio come a Bucha". Tuttavia, il procuratore generale ucraino afferma che le forze dell'ordine trovano "nuove prove di crimini di guerra in ogni città riconquistata". Le autorità separatiste di Lugansk, invece, hanno condannato a 13 anni di prigione un dipendente dell'Osce per "alto tradimento". 

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Un missile al lato della strada nella regione di Kharkiv (Ansa)
Un missile al lato della strada nella regione di Kharkiv (Ansa)

Centrali nucleari nel mirino

Centrali nucleari ancora a rischio in Ucraina. Kiev denuncia che l'esercito russo ha lanciato un attacco missilistico al sito dell'impianto di Pivdennoukrainsk, nella regione meridionale di Mykolaiv. "La potente esplosione è avvenuta a soli 300 metri dai reattori", ha dichiarato in una nota la compagnia nucleare statale ucraina Energoatom, riportata da Espresso Tv. "L'onda d'urto ha danneggiato gli edifici della centrale. Sono state scollegate anche tre linee elettriche ad alta tensione - ha aggiunto - attualmente tutte e tre le unità di potenza della centrale funzionano normalmente. Non ci sono vittime tra il personale". Secondo il colonnello Serhiy Pakhomov, l'esercito ucraino, anche quello in prima linea, è già completamente equipaggiato con dispositivi di protezione individuale in caso di pericolo da radiazioni.

"Gli invasori volevano sparare di nuovo, ma hanno dimenticato cos'è una centrale nucleare", ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram. "La Russia mette in pericolo il mondo intero. Dobbiamo fermarla prima che sia troppo tardi".

Non va meglio a Zaporizhzhia. Secondo riferito il capo dell'amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh, citato da Unian, le forze russe hanno lanciato all'alba otto missili sulla città che ospita il sito della più grande centrale nucleare d'Europa. "Secondo le prime informazioni uno dei razzi ha colpito il centro regionale di Zaporizhzhia vicino al fiume Dnipro". Alcune aree della zona sarebbero rimaste senza elettricità. Mosca ha confermato l'attacco: il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha dichiarato che "un attacco di precisione delle forze aerospaziali russe ha distrutto le officine dell'impianto Iskra nella città di Zaporizhzhia che servivano i sistemi di artiglieria ad alta mobilità Himars di fabbricazione statunitense".

Tuttavia, secondo il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, è l'Ucraina che mette in pericolo la centrale nucleare. Oggi durante un colloquio con la sua omologa francese, Catherine Colonna, ha affermato che le armi fornite dall'Occidente a Kiev vengono utilizzate per colpire la centrale nucleare di Zaporizhzhia, e ha chiesto il lancio di "un'indagine indipendente sui casi di attacco contro questa struttura". 

VIDEO: Zelensky: "Zaporizhzhia è stata ad un passo dal disastro radioattivo"

Dieci civili uccisi e altri 22 feriti: è il bilancio fornito dalle autorità ucraine dopo i bombardamenti russi delle ultime 24 ore. Secondo i dati delle amministrazioni militari regionali, le regioni interessate sono Dnipropetrovsk (regione dell'impianto di Pivdennoukrainsk), Donetsk, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Sumy e Kharkiv. Le forze filorusse riportano, a loro volta, 13 civili morti dopo un bombardamento effettuato dall'esercito ucraino nella regione di Donetsk. 

Paesi Baltici vietano l'ingresso ai russi 

Oggi da mezzanotte è scattato il divieto di ingresso nello spazio Schengen attraverso i varchi di frontiera di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia per i cittadini russi e bielorussi. Ne danno comunicazione i ministeri degli Esteri dei quattro Paesi. La misura, adottata singolarmente dai vari stati, è stata concordata nel corso di colloqui intrattenuti durante le scorse settimane. Un'analoga limitazione è stata introdotta dalla Repubblica Ceca, che non permetterà più l'ingresso ai cittadini di Russia e Bielorussia in possesso di regolare visto Schengen in arrivo negli aeroporti del Paese. Danimarca e Paesi Bassi hanno invece deciso di interrompere l'emissione di visti di breve periodo, pur non ponendo limitazioni all'ingresso di chi sia in possesso di regolare visto. La Finlandia, che condivide con la Russia una lunga frontiera, non si è unita al divieto di entrata ma a partire dal primo settembre ha ridotto i visti concessi ai russi al 10% rispetto al passato.

Nei Paesi confinanti costituiscono un'eccezione i russi in possesso di un permesso di residenza, i loro familiari, casi umanitari e dissidenti, sottolinea il quotidiano Moscow Times. I vicini della Russia sono diventati una via di passaggio terrestre per i russi che cercano di recarsi in altri Paesi dell'Unione europea dopo che l'Ue ha bloccato i voli diretti con la Russia. La decisione dei quattro Paesi confinanti è più radicale rispetto a quella adottata dall'Ue il mese scorso di sospendere un accordo in vigore con Mosca per la facilitazione della concessione dei visti. Secondo dati Ue, nei primi sei mesi di quest'anno sono state un milione le entrate di russi sul suo territorio, incluse visite multiple effettuate con lo stesso visto.

Cremlino: "Crimini a Izyum? Menzogne"

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto alle 'accuse' nei confronti della Russia. Peskov smentisce come "menzogne" le denunce ucraine sulle atrocità commesse dalle truppe russe a Izyum: "si tratta dello stesso scenario di Bucha, è una menzogna, e naturalmente noi difenderemo la verità", così il portavoce, citato dalle agenzie russe. Inoltre, per quanto riguarda i territori occupati dalla Russia, Peskov ha avvertito che "ogni pretesa sui territori russi riceverà un'adeguata risposta", aggiungendo che "la Crimea è parte indivisibile della Russia". "Le Repubbliche del Donbass sono Stati indipendenti, la cui indipendenza è riconosciuta dalla Federazione Russa, e che hanno chiesto assistenza alla Russia per garantire la loro sicurezza, cosa che la Russia sta facendo", ha aggiunto.

Peskov ha confermato anche il fatto che si svolgono ancora colloqui con i leader di altri Paesi,compresi anche quelli dell'Ue. "Nonostante il fatto che abbiamo incluso un certo numero di paesi nella lista dei paesi ostili, sulla base delle loro misure ostili, c'è ancora comunicazione con alcuni di loro. Senza comunicazione, senza negoziati, è impossibile realizzare queste relazioni. E queste sono sempre conversazioni abbastanza costruttive", ha riferito. Alla domanda se ci sia un linguaggio duro da parte russa, il portavoce del Cremlino ha replicato secco, "assolutamente". "Ci sono dichiarazioni dure da entrambe le parti, ma con un tono di rispetto reciproco", ha sottolineato.

A una domanda sulla proposta della Commissione europea di tagliare i fondi all'Ungheria di Orban per una serie di violazioni allo stato di diritto, Peskov ha detto che la Russia "accoglie con favore che l'Ungheria mantiene una posizione sovrana su molte questioni", e continuerà "a monitorare da vicino la situazione". Tuttavia, se Budapest abbandonasse la sua posizione neutrale sulle sanzioni contro la Russia, "non si possono fare previsioni". "Tutto dipende da come questi cambiamenti si manifesteranno de facto", ha precisato il portavoce. 

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Lugansk, 13 anni di carcere a dipendente Osce

I separatisti filorussi nell'Ucraina orientale hanno condannato oggi Dmitry Shabanov, un dipendente dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), a 13 anni di carcere con l'accusa di "alto tradimento": lo riferiscono le agenzie russe. In carcere da aprile, Shabanov è stato accusato dalle autorità filorusse di aver fornito "informazioni riservate" ai servizi di intelligence stranieri, compresa la Cia. Secondo le autorità separatiste, l'uomo ucraino ha commesso questi atti di "alto tradimento" tra agosto 2021 e aprile 2022 quando ha lavorato come assistente alla sicurezza dell'Osce presso la base avanzata di Stakhanavoskaya. L'organizzazione ha dichiarato a luglio che le accuse contro Shabanov sono infondate e fabbricate. 

Kiev: "Emerse nuove prove di crimini di guerra"

"In ciascuna delle città riconquistate troviamo nuove prove di crimini di guerra, tra cui l'uccisione di civili e la tortura": lo ha affermato il procuratore generale ucraino, Andriy Kostin, in un'intervista durante la sua visita negli Stati Uniti. Finora sono oltre 10 le "camere della tortura" individuate dalle autorità ucraine. Continua anche l'indagine a Izyum, dove ormai sono oltre 90 i corpi riesumati dalle sepolture sommarie nella foresta, tra cui, secondo il governatore di Kharkiv Oleg Sinegubov, ci sarebbero anche due bambini

Il procuratore lancia, inoltre, una denuncia pesantissima: sarebbero stati identificati cinque minori, tra i 4 e i 16 anni, come vittime di aggressioni sessuali da parte dei russi. "Ma sappiamo tutti che ci sono molti più crimini di quelli che ho appena menzionato", ha detto Kostin, citato dal Kyiv Independent, aggiungendo che più di 7.000 bambini sono stati deportati nei territori occupati dai russi e in Russia e Bielorussia.