Ucraina Russia, Attali: Putin non va messo all'angolo. "Ue indifesa? Colpa della Merkel"

L'ex consigliere di Mitterand: "Kiev nell'Unione europea? Giusto, ma senza mettere in discussione le procedure. No a colpi di testa"

“Calmare il gioco, negoziare, discutere. Non umiliare un uomo che non sappiamo come possa reagire. Fargli capire che non è suo interesse continuare il conflitto, che questa guerra è assurda perché sia gli Ucraini che i Russi sono europei.  Difendere e rafforzare, infine, il cambiamento epocale avvenuto in questi giorni, e cioè la presa di coscienza, finalmente, dell’identità europea”. Parla Jacques Attali, per dieci anni consigliere speciale di Mitterrand, fondatore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Berd), attento osservatore dell’attualità economica, politica e sociale.

È ancora possibile un negoziato con Putin dopo i bombardamenti, gli assedi, la minaccia di ricorrere all’arma nucleare?

“Certo che è ancora possibile. E comunque si può fare nient’altro. Qualcuno immagina forse di lanciare missili nucleari contro Mosca? Non possono farlo né la Francia né l’Inghilterra, che pure i missili li hanno, meno che mai gli altri paesi europei, che i missili non li hanno. Dunque? Non dobbiamo far altro che negoziare, creare le condizioni per calmare il gioco, ottenere un armistizio per mettere a tacere le armi e arrestare questa guerra stupida. L’Ucraina non ha mai minacciato di diventare un nemico della Russia e la Russia non potrà mai considerare l’Ucraina come un avversario”.

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Il presidente Zelensky ha chiesto che il suo paese entri subito nell’Ue. L’Europa deve accettare?

“L’Ucraina ha tutti i diritti di entrare a termine dell’Unione europea, diciamo fra dieci, quindici anni, e anche la Russia avrà il suo posto all’interno dell’Ue. La richiesta dell’Ucraina è giusta, va accettata, ma non a prezzo di rimettere in discussione le procedure. Queste cose non si fanno su un colpo di testa. Debbono essere discusse, bisogna presentare le candidature, constatare che gli altri paesi siano d’accordo, mettere in moto i meccanismi di verifica necessari".

Anche di fronte a una situazione drammatica? Non si possono cambiare le regole? È così difficile dire che gli Ucraini sono europei come noi?

“Ma anche i Russi sono europei come noi! Anche la Russia, e lo ripeto da 30 anni, ha vocazione a far parte dell’Ue”.

Domani potremmo svegliarci con le immagini di Kiev rasa al suolo dai carri armati di Putin. Sarebbe una disfatta per la diplomazia, per l’Occidente, per gli Stati Uniti, per noi tutti che non siamo stati capaci di evitare la tragedia?

“Sarebbe innanzitutto una disfatta per l’Ucraina, evidentemente, e in secondo luogo per la diplomazia. Ma non dimentichiamo che non ha senso parlare di disfatta a proposito di una guerra che nessuno di noi ha mai avuto l’intenzione di fare”.

Il presidente francese Macron ha evocato ‘conseguenze durature’ che influiranno sulle nostre vite. Quali?

“La prima conseguenza che balza agli occhi è che ci siamo resi conto dell’esistenza di una nazione, quella ucraina, che è una nazione in sé, non una propaggine della Russia. La seconda è che gli europei finalmente hanno preso coscienza della loro identità. Siamo ad una svolta, a un cambiamento in profondità. Guardiamo la Germania: il nuovo cancelliere, Olaf Scholz, ha deciso di destinare il 2 per cento del PIB alle spese militari. Ha capito che per l’unione dell’Europa il secondo soggetto più importante dopo la moneta è la difesa. Madame Merkel invece aveva praticato la politica dell’immobilismo. Per 15 anni ha impedito qualsiasi avanzata europea sul piano dell’integrazione economica, della difesa, dell’energia e di tutti i soggetti più importanti. E’ stata un cancelliere catastrofico:15 anni d’immobilismo che stiamo pagando caro”.

Ha sbagliato solo Angela Merkel o anche tutto l’Occidente?

“No, non tutto l’Occidente. Molti, come l’Italia e la Francia, volevano un’Europa della difesa. È stata la coalizione al potere in Germania ad effettuare invece la scelta del pacifismo a oltranza, che non era quella giusta”.

Torniamo alla Russia: possiamo ipotizzare una rivolta del popolo, dell’esercito, degli oligarchi?

“Non lo so, non possiamo prevederlo. In ogni caso noi occidentali dobbiamo evitare di umiliare e mettere con le spalle al muro un uomo, come Putin, che ha l’arma nucleare e di cui non conosciamo le possibili reazioni”.

Se Putin va sino in fondo e si prende tutta l’Ucraina, saranno in pericolo anche paesi vicini come Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria?

“La loro situazione è diversa. Sono paesi sotto la protezione dell’Europa e della Nato. Ma il vero problema è che esistono nel pianeta armi capaci di distruggere centomila volte l’umanità. Bisogna distruggerle”.

Dobbiamo abituarci a vivere all’ombra di una guerra che un giorno potrebbe riguardarci direttamente?

“Purtroppo sì. Aver dimenticato la guerra non ci mette al riparo. La storia è tragica e il peggio è sempre possibile”. 

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