Ucraina, Usa: "Russia verso invasione imminente, esercito fa scorte di sangue"

L'allarme dagli Usa. Nato preoccupata che Mosca cerchi un pretesto per attaccare. Casa Bianca: "Ritiro falso. Settemila soldati in più al confine". Ribelli filorussi: "Ci bombardano". Kiev smentisce: "Sono loro che hanno colpito un asilo". Draghi: "No descalation, pronti a tutto". Di Maio a Mosca. Lavrov: "Invieremo lettera a Usa: tutti sapranno cosa sta accadendo"

Roma, 17 febbraio 2022 - Il ritiro dall'Ucraina, nei fatti, è rimasto solo un annuncio. Anzi, secondo il presidente Usa Biden, la Russia starebbe preparando un'operazione militare "sotto una falsa bandiera". La Casa Bianca continua a ribadire che quello di Mosca è un "falso" passo indietro e che invece Putin ha aumentato la sua presenza sul confine ucraino con almeno "7mila militari". Il Cremlino ora "procede verso un'invasione imminente", ha affermato l'ambasciatrice americana all'Onu, seguita a ruota da Biden: "Un attacco russo è possibile nei prossimi giorni". Il rischio di un'invasione russa dell'Ucraina è "molto elevato", ha aggiunto Biden. Spia di una volontà di scendere in guerra, accusano gli Stati Uniti, è anche il fatto che l'esercito russo sta facendo "scorte di sangue". Lo dice il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin, mentre l'Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, fa sapere che "abbiamo prove dell'aumento dei combattimenti e di bombardamenti pesanti in alcune zone del confine". Circostanza che il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, smentisce. Intanto aumentano le tensioni lungo la linea di contatto nel Donbass con reciproche accuse di bombardamenti da parte dei filorussi e dell'esercito di Kiev. L'Europa prosegue la via diplomatica, con la riunione del Consiglio. "Abbiamo bisogno di fatti per fidarci delle parole che abbiamo ascoltato", ha sottolineato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen

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Sommario

Minacce russe agli Usa

Mosca oggi ha inviato una lettera "pubblica" agli Stati Uniti, così che "le persone dei nostri Paesi possano avere un'idea precisa di quello che sta accadendo". Nella missiva si chiede agli Usa il ritiro di tutte le forze e le armi dal sud-est dell'Europa e dai Baltici. Si aggiunge che gli Stati Uniti non hanno risposto alla richiesta russa di riportare in patria le armi nucleari e astenersi da un ulteriore distribuzione di tali armamenti fuori dai suoi confini. Segue la minaccia indiretta: "La Russia dovrà reagire, anche attraverso misure tecniche e militari, in mancanza di una disponibilità degli Stati Uniti a discutere delle garanzie alla propria sicurezza". 

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Alta tensione in Donbass 

Il Donbass è già teatro di scontri armati. I ribelli filorussi dell'autoproclamata Repubblica popolare di Luhansk, in Ucraina orientale, hanno accusato le forze governative di Kiev di aver condotto attacchi di mortai contro il loro territorio, in aperta violazione del cessate-il-fuoco previsto dagli accordi di Minsk: sarebbero stati cinque gli attacchi dall'inizio della giornata. Ma le autorità militari a Kiev smentiscono gli attacchi e denunciano che, anzi, sono stati i ribelli filorussi a bombardare e colpire un asilo nido a Stanytsia Luhanska (una cittadina a 16km da Luhansk). I bambini e il personale sono stati immediatamente evacuati, ma secondo le autorità militari russe sono rimasti feriti due operai addetti al giardinaggio. Nel cannoneggiamento, secondo Kiev, sono state danneggiate anche le infrastrutture comunali e metà della cittadina è rimasta senza elettricità. "I militari hanno comunque messo al sicuro i civili", ha aggiunto l'esercito.

Un proiettile avrebbe colpito anche il cortile di un liceo durante il bombardamento del villaggio di Vrubivka, e i 30 studenti presenti e 14 membri del personale hanno trovato rifugio nel seminterrato, secondo quanto reso noto dalla municipalità di Popansa, nella regione di Lugansk. 

Il Cremlino ha assicurato che sta monitorando l'aggravarsi della situazione. "La situazione sta peggiorando", ha sottolineato il portavoce Dmitri Peskov, aggiugendo che "nelle ultime 24 ore, abbiamo sentito notizie secondo cui, si dice, la Russia conserva un enorme potenziale di attacco al confine. Ma stiamo parlando del nostro territorio. Ma nessuno, nemmeno un rappresentante occidentale, parla dell'enorme potenziale di attacco delle forze armate ucraine sulla linea di contatto".

Nato: preoccupati che Russia cerchi pretesto

La Russia "deve impegnarsi in una de-escalation, siamo preoccupati che cerchi un pretesto per invadere l' Ucraina". E' questo il messaggio del segretario della Nato Jens Stoltenberg dopo che da Mosca è stata smentita la notizia, fatta circolare dagli Usa, secondo cui le truppe russe ai confini con l' Ucraina sarebbero addirittura di 7 mila unità. L'Alleanza reagisce all'aumento delle tensioni nel Donbass, i bombardamenti dall'area controllata dalle forze filorusse che, secondo il governo ucraino - ha riportato The Guardian - sono una 'provocazione' ai danni dell' Ucraina.

Cnn: "Costruzione ponte al confine"

Nel frattempo, arriva dalla Cnn la segnalazione che in Bielorussia sarebbe in costruzione un ponte al confine con l'Ucraina, che potrebbe agevolare l'invasione russa: immagini satellitari degli ultimi due giorni mostrano nuove strade e un ponte tattico in costruzione lungo il Pripyat River, un fiume chiave in Bielorussia a meno di 6-7 km dalla frontiera ucraina. Le attività di costruzione sono monitorate attentamente dall'intelligence e dai dirigenti militari occidentali e non è ancora chiaro se a operare siano i russi o i loro alleati bielorussi, con cui stanno facendo esercitazioni comuni. 

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Lukashenko: ospiteremo armi nucleari se minacciati

E interviene anche il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, dichiarando che il suo Paese sarebbe disposto a ricevere "armi nucleari" in caso si sentisse minacciato dai Paesi occidentali. "Se necessario, se questi passi stupidi e insensati vengono intrapresi dai nostri rivali e oppositori - ha affermato -, dispiegheremo non solo armi nucleari ma anche armi supernucleari, al fine di difendere il nostro territorio".

Zelensky: non rinunceremo alla Nato

Sempre oggi il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, torna sulla questione principale, ribadendo che l'adesione del Paese alla Nato è una "garanzia di sicurezza" sulla quale l'Ucraina non è disposta a compromessi. Alla domanda della Bbc se Kiev fosse pronta a rinunciare alla sua ambizione di entrare a far parte dell'Alleanza, come pretende Mosca per superare la crisi, Zelensky ha risposto: "Non è questione di ambizione. Abbiamo perso 15.000 persone. Non è un'ambizione, è la nostra vita, riguarda il futuro delle persone. Se parliamo di Nato, Ue, dei territori temporaneamente occupati, stiamo parlando della nostra indipendenza. Questo è quello che vogliamo e faremo per il nostro futuro".

"La porta della Nato rimane aperta", assicura il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg, al termine della ministeriale difesa della Nato a Bruxelles. "Il diritto di ogni nazione a scegliere la propria strada è assolutamente fondamentale per la sicurezza europea e transatlantica e va rispettato".

La via diplomatica del Consiglio Ue

Nel mentre, la diplomazia va avanti. Il presidente Usa Joe Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholz chiedono che la Russia compia "passi concreti di de-escalation". Nel caso contrario, le sanzioni contro Mosca avrebbero "ripercussioni mondiali", avverte la Fed. La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sabato, a margine della conferenza di sicurezza di Monaco. Oggi invece è stato il giorno del Consiglio Europeo. "Abbiamo bisogno di fatti per fidarci delle parole" del governo russo, che finora non sembra corrispondere alla realtà, ha sottolineato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un breve punto stampa con il premier ceco, Petr Fiala, stamattina a Bruxelles. 

Draghi: "No descalation, pronti a tutto"

Draghi al Consiglio europeo
Draghi al Consiglio europeo

Al Consiglio ha preso parte Mario Draghi: "La nostra unità è la cosa che più ha colpito la Russia - le parole del premier -. Avremmo potuto dividerci perché ad esempio nella Nato ci sono tantissimi Paesi non solo quello che viene definito Occidente". L'obiettivo ora "è far sì che Putin e Zelensky si siedano attorno allo stesso tavolo". 

Di Maio a Mosca 

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Sempre oggi il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha incontrato il suo omologo russo Serghiei Lavrov a Mosca. "Ciò che voglio dirti - ha dichiarato Di Maio - è che si può contare sull'Italia per raggiungere una soluzione diplomatica". "Spero davvero che questi racconti horror, trucchi in Ucraina non vengano utilizzati" come prevenzione dall'Ovest a far cadere le "proposte russe", ha detto a sua volta Lavrov, ribadendo che "è importante non togliere dal pacchetto il non allargamento a est della Nato e il non dispiegamento a est". 

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"Domenica finiscono esercitazioni russe"

Lavrov ha anche sottolineato che, "come previsto, il 20 febbraio finiscono le esercitazioni russe in Bielorussia, se ci sarà o meno un'escalation non dovete chiederlo a noi, ma ai propagandisti in Occidente". "L'intera situazione (relativa all'Ucraina) - ha attaccato - non si sta sviluppando sul nostro territorio russo, si sta sviluppando nelle menti, nei cervelli e sui media dell'Occidente, principalmente degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e, naturalmente, il signor Jens Stoltenberg (il Segretario generale della Nato) sta attivamente sviluppando questa situazione".