Ucraina, fissato referendum per annessione di Donbass, Kherson e Zaporizhzhia alla Russia

Consultazione dal 23 al 27 settembre. Scholz e Marcon: "Una farsa". Nato: "Condannare l'escalation". Usa: "Sono la reazione alle vittorie di Kiev". Erdogan: "Penso che Putin voglia porre fine alla guerra". Zaporizhzhia, filorussi: danni al sistema di raffreddamento della centrale nucleare. Sarebbe slittato a mercoledì il discorso di Putin

Roma, 20 settembre 2022 - Continua la controffensiva delle truppe di Kiev per la riconquista dei territori dell'Ucraina occupati dai russi. Al centro della battaglia c'è la regione del Lugansk, sotto il controllo di Mosca sin dai primi giorni dell'invasione. Per questo motivo assume particolare importanza la riconquista di un villaggio vicino alla città di Lysychansk rivendicata dal governatore Serhiy Gaidai. Intanto le autoproclamate repubbliche separatiste filorusse del Donetsk e del Lugansk, nella regione ucraina del Donbass, hanno fatto sapere che terranno un referendum sull'integrazione nel territorio russo dal 23 al 27 settembre. Stesso tipo di consultazione si terrà nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia (qui solo il 23).

L'annessione delle regioni segnerebbe una significativa escalation nel conflitto, in quanto ulteriori tentativi di Kiev di riconquistare le aree occupate potrebbero così venire accolti come attacchi al territorio russo, consentendo al Cremlino di giustificare una mobilitazione generale.

La notizia del referendum ha fatto crollare la Borsa di Mosca: gli indici sono precipitati di oltre il 10% subito dopo l'annuncio. Successivamente c'è stata una parziale ripresa, con l'indice Moex che poco dopo le 15 ora locale (le 14 in Italia) segnava un arretramento di quasi l'8% e quello Rts in calo del 7,76%.

Giallo sul discoro di Putin: secondo Kommersant il presidente russo avrebbe dovuto parlare alla nazione questa sera, ma l'orario annunciato è passato e lo zar tace. Ed è stato anche cancellato il tweet con l'appuntamento, fa notare il sito di Sky News Uk. La stessa Sky News poco dopo rende noto che il discorso sarà domani, e cita un ex consigliere stretto del presidente russo, Serghei Markov, che ha dato l'annuncio del rinvio sul suo canale ufficiale Telegram. Fonti russe affermano che l'intervento del presidente russo sarebbe stato registrato, ma non divulgato perché in attesa di sviluppi su un possibile negoziato sotterraneo, come peraltro aveva accennato lo stesso presidente turco Recep Taayip Erdogan all'Assemblea generale dell'Onu. Secondo alcuni media, era previsto un intervento anche del ministro della Difesa, Serghei Shoigu. 

Anche i  contenuti del discorso sono avvolti dal mistero. Si è ipotizzato il possibile annuncio del via libera ai referendum di annessione delle quattro regioni ucraine occupate dalle forze russe, una provocazione. Oppure un appello alla mobilitazione generale, un segno di debolezza visto l'andamento del conflitto. 

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato di "referendum farsa" che sono "inaccettabili". Sulla stessa linea il presidente francese Emmanuel Macron. Anche il segretario della Nato Jens Stoltenberg parla di "farsa" e di "ulteriore escalation". "I referendum farsa annunciati dalla Russia sono la reazione di Putin alle vittorie dell'Ucraina", ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa. "Gli Stati Uniti non riconosceranno mai come territorio della Russia quelle aree", ha aggiunto.

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Morto Benjamin Giorgio Galli, 27enne varesino foreign fighter in Ucraina

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Un checkpoint ucraino nella regione di Kharkiv (Ansa)
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Ma Mosca non arretra. "I referendum nel Donbass sono di grande importanza non solo per la protezione sistemica dei residenti della Repubblica del Lugansk e del Donetsk e di altri territori liberati, ma anche per il ripristino della giustizia storica", ha insistito il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev. "L'invasione del territorio della Russia è un crimine che consente l'uso di tutte le forze di autodifesa", aggiunge il falco del Cremlino spiegando che per questo i referendum "sono così temuti a Kiev e in Occidente" e "devono essere tenuti".

Di parere avverso il Washington Post, secondo cui il pressing per l'annessione è "un segno del panico che la guerra del Cremlino in Ucraina stia fallendo". Anche Kiev sposa questa linea. " Ecco come appare la paura della sconfitta. Il nemico ha paura, manipola primitivamente. L'Ucraina risolverà la questione russa. La minaccia può essere eliminata solo con la forza", ha dichiarato il capo dell'Ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak, su Telegram.

Erdogan: "Penso che Putin voglia porre fine la guerra"

Intanto chi non perde la speranza di organizzare un incontro tra il leader russo Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky è il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che sostiene di aver avuto "l'impressione" che il leader russo sia disposto a mettere fine alla guerra. "Abbiamo avuto discussioni molto ampie e in realtà mi sta dimostrando che è disposto a farla finita il prima possibile", ha detto Erdogan in un'intervista all'emittente Usa Pbs, sottolineando però che "il modo in cui stanno andando le cose in questo momento è piuttosto problematico". 

Per il presidente turco le terre invase dalla Russia dovrebbero essere restituite all'Ucraina, compresa la Crimea. "Se in Ucraina - ha affermato - si stabilirà una pace, ovviamente la restituzione delle terre che sono state invase diventerà molto importante. Putin ha fatto alcuni passi. Noi abbiamo fatto alcuni passi. Le terre invase saranno restituite all'Ucraina". Sull'annessione della Crimea, Erdogan ha risposto: "È dal 2014 che ne parliamo con il mio caro amico Putin e questo è ciò che gli abbiamo chiesto... purtroppo non è stato fatto alcun passo avanti". "Tutto ciò che vogliamo fare e che vogliamo vedere è porre fine a questa battaglia con la pace, sia che si tratti di Putin, sia che si tratti di Zelensky, ho sempre chiesto e raccomandato questo. Questo è un conflitto che è finito con delle vittime. La gente sta morendo e nessuno vincerà alla fine della giornata", ha aggiunto. 

A dispetto delle parole di Erdogan, però, il Cremlino fa sapere che al momento non si vede alcuna prospettiva per risolvere politicamente e diplomaticamente la guerra. "Simili prospettive non sono in vista attualmente", ha dichiarato in proposito il portavoce Dmitri Peskov.

Duma: pene più aspre contro mobilitazione

La Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha approvato una serie di emendamenti al codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene in caso di "mobilitazione", "legge marziale", "tempo di guerra" e "conflitto armato". Per la renitenza alla leva è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione, secondo quanto riferisce l'agenzia Ria Novosti. Gli emendamenti andranno in votazione domani al Consiglio della Federazione, il Senato russo prima di essere promulgati dal presidente Vladimir Putin.

Zaporizhzhia, danni a sistema di raffreddamento centrale

L'amministrazione filorussa di Zaporizhzhia ha denunciato danni a un edificio e al sistema di raffreddamento della centrale nucleare a seguito di un bombardamento ucraino: "Sono stati danneggiati un edificio speciale, il sistema di raffreddamento e una mensa, dove erano presenti i dipendenti della centrale elettrica all'inizio dell'attacco". Non ci sono vittime eo feriti tra i dipendenti della centrale o tra i militari russi a guardia.