Intelligence ucraina: "Putin vuole creare un esercito da 2 milioni di uomini"

Secondo gli ucraini la Russia starebbe organizzando una nuova possibile chiamata alle armi, dopo l'annuncio della mobilitazione di 500mila coscritti di qualche giorno fa

Kiev, 13 gennaio 2023 - La Russia intende mettere assieme un esercito di due milioni di unità, procedendo a ondate di parziale mobilitazione. Questo è il pensiero dell'intelligence militare ucraina. Kiev da giorni insiste sulla questione di una nuova possibile chiamata alle armi in Russia e il 7 gennaio ha sostenuto che Mosca lancerà una nuova ondata di mobilitazione di 500mila coscritti per la guerra contro l'Ucraina il 15 gennaio.

L'intelligence ucraina ritiene anche che in Russia siano già in corso iniziative di mobilitazione, compresi emendamenti legislativi e la preparazione di centri di addestramento. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha smentito che il Servizio di sicurezza federale (FSB) russo abbia vietato a tutti i potenziali coscritti di lasciare il paese in tutte le direzioni dal 9 gennaio, come riferito sempre dall'intelligence ucraina.

Intanto, è di ieri sera la notizia (del ministero della Difesa spagnola) dell'arrivo di oltre 200 soldati ucraini in Spagna, per partecipare a un addestramento volto al "miglioramento" di tecniche militari e "uso di armi": in maggioranza, si tratta di civili entrati nell'esercito privi di esperienza militare precedente. L'addestramento si svolgerà in un centro apposito situato a Toledo. Anche nel 2022 la Spagna ha addestrato alcuni soldati ucraini. 

In maniera simile, i soldati ucraini inizieranno l'addestramento sui Patriot negli Stati Uniti la prossima settimana, secondo quanto hanno riferito alla Cnn due funzionari Usa, tre giorni fa. Il training si svolgerà a Fort Sill, in Oklahoma, dove le forze americane normalmente svolgono i loro programmi di addestramento sul sistema di difesa anti-aerea. 

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Il presidente Vladimir Putin (Epa)
Il presidente Vladimir Putin (Epa)

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Cremlino contro punizioni per chi è fuggito dal paese

Contro i cittadini che sono fuggiti dalla Russia dopo l'inizio dell'operazioni militare, invece, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è dichiarato contrario a misure punitive. Eppure, molti hanno lasciato il paese, proprio per sfuggire alla mobilitazione parziale proclamata lo scorso settembre dal presidente Putin. "Tutti loro sono nostri cittadini in misura uguale e tutti potrebbero avere vari motivi per andare via, ma coloro che non sono scivolati sulla via di un atteggiamento ostile verso il nostro Paese sono nostri cittadini, per i quali dobbiamo lottare", ha detto il portavoce in un video sul sito della testata Life ripreso dall'agenzia Tass.

In precedenza Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma, la camera bassa del Parlamento, aveva proposto di confiscare le proprietà dei cittadini russi che si sono trasferiti all'estero e hanno fatto commenti giudicati "offensivi" verso Mosca e le sue forze armate. "È un argomento molto complesso - ha detto Peskov - ma qui non si può aprire un Vaso di Pandora. I nemici sono nemici che devono essere combattuti ma tutti gli altri sono nostri cittadini e devono rimanere nostri cittadini".