Parigi, 9 aprile 2025 – Nel sostanziale stallo dei negoziati sulla guerra in Ucraina, si apre un caso diplomatico tra Russia e Francia.
E’ di oggi la notizia che una dipendente del ministero degli Esteri russo è stata fermata dalla polizia di confine all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. Lo rende noto la portavoce Maria Zakharova, citata dall'agenzia Ria Novosti. L’episodio risalirebbe al 6 aprile scorso.
Alla diplomatica, che faceva parte di una delegazione ufficiale, sarebbe stato confiscato il telefono e il computer, tutto questo “senza spiegazioni”.

Zakharova ha aggiunto che un rappresentante del consolato russo, arrivato all'aeroporto, "ha dovuto aspettare sette ore" per poterla incontrare. Alla fine la rappresentante russa ha avuto il permesso di entrare in Francia, ma dopo aver passato "un giorno nell'area di confine dell'aeroporto". Quanto successo "aggrava ulteriormente le relazioni bilaterali, già danneggiate dalle autorità francesi", ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il ministero degli Esteri russo ha convocato il numero 2 dell’ambasciata francese a Mosca, Zacharie Gross, per chiarimenti.
"Con truppe europee in Ucraina sarà scontro diretto con Mosca”
Oggi Zakharova è tornata a parlare dell’ipotesi di una presenza militare europea in Ucraina. Mentre nell’Ue si dibatte sull’assetto dell’eventuale forza di peacekeeping (se debba agire in rappresentanza delle singole nazioni, sotto l’egida dell’Onu o della Nato), la portavoce del ministero degli Esteri di Msoca ha ribadito la posizione russa. L’invio di truppe, “indipendentemente dalla bandiera, insegne e il mandato dichiarato, sarà considerato dalla Russia come una minaccia alla sua sicurezza e porterà il rischio di uno scontro diretto con l'intera Alleanza”.
La guerra sul campo
La guerra intanto non si ferma. Nel suo bollettino quotidiano sugli attacchi notturni russi, l'esercito ucraino ha riferito che "55 droni d'attacco tipo Shahed e vari tipi di droni" anno sorvolato l'Ucraina durante la notte tra martedì e mercoledì, lanciati dalle città di Kursk, Millerovo e Primorsko-Akhtarsk, oltre che dalla Crimea. Il raid russo ha colpito gli oblast' di Kharkiv e Dnipropetrovsk, secondo l'esercito ucraino, che ha specificato che "32 droni d'attacco di tipo Shahed (e altri tipi di droni) sono stati abbattuti nel nord e nell'est del Paese" e che "8 droni nemici sono stati persi nella regione (senza conseguenze negative)". Da parte sua Mosca accusa Kiev di aver sferrato attacchi contro infrastrutture energetiche delle regioni russe di Kursk e Rostov e della regione ucraina di Zaporizhzhia, in parte occupata dall'esercito russo.
Pechino: “Soldati cinesi a fianco dei russi? Notizie infondate”
Oggi la Cina bolla come “infondate” le affermazioni del governo ucraino secondo cui "molti" cinesi stanno combattendo a fianco delle forze russe contro l'Ucraina. "La posizione della parte cinese sulla questione della crisi in Ucraina è chiara e inequivocabile e ha ottenuto un ampio consenso da parte della comunità internazionale", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, invitando "la parte ucraina a considerare gli sforzi della Cina e il suo ruolo costruttivo nella risoluzione della crisi". Ieri Kiev, dopo la cattura di due cinesi, aveva detto di avere "prove" del maggiore coinvolgimento cinese nei combattimenti.
Lo stallo sui negoziati
Dicevamo dello stallo sulle trattative, ferme a un accordo più formale che sostanziale strappato dalla Casa Bianca, che sanciva un ‘armistizio’ relativo alle centrali elettriche. Per domani è confermato un nuovo round di incontri tra le delegazioni russa e americana, a Istanbul. Il Ministero degli Affari Esteri di Mosca ha precisato però che la questione ucraina “non è in agenda”. Oggi il primo vice rappresentante permanente della Russia presso l'Onu, Dmitry Polyansky, accusa le diplomazie europee e britanniche presso le Nazioni Unite di tentare di “ostacolare i negoziati tra Mosca e Washington”.