Ucraina news, Putin: "Russia non vuole guerra". Biden: "Pronti a negoziati"

Il presidente russo, dopo l'incontro con Sholz, ribadisce: "No all'allargamento della Nato". Mosca: "Ritiro programmato". Crolla prezzo del gas. Nato cauta: "Finora nessuna de-escalation sul campo". Dai tabloid inglesi arriva la presunta ora dell'attacco

Kiev, 15 febbraio 2022 - Doveva essere la vigilia dell'attacco armato (secondo le informazioni fatte filtrare dagli 007 Usa) e invece dal confine con l'Ucraina oggi arriva la notizia dell'inizio della ritirata russa. Dopo l'anticipazione di ieri, Mosca annuncia che alcune forze schierate dalla Russia alla frontiera stanno rientrando alle loro basi. "Parte delle esercitazioni militari è conclusa", sono le parole usate ieri dal Cremlino, che aveva legittimato le operazioni militari qualificandole come addestramento. Ed è lo stesso presidente Vladimir Putin oggi ad assicurare che la Russia non vuole la guerra. "Questo è esattamente il motivo per cui abbiamo avanzato proposte per un processo negoziale", ha detto a margine del colloquio con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Putin ha ribadito che "aspiriamo a metterci d'accordo con i nostri partner per via diplomatica" e, da questo, dipenderà evolversi della situazione. "Noi siamo disposti a discutere delle questioni, ma sempre tenuto conto degli aspetti che sono fondati", ha aggiunto, ricordando che principali richieste della Russia, cioè il no all'allargamento della Nato, il ritorno allo schieramento del blocco al 1997 e il non dispiegamento di sistemi offensivi vicino alla Russia. In serata il presidente Usa Joe Biden ha detto che un attacco è sempre possibile e che gli Stati Uniti sono preparati, ma anche allungato una mano affermando: ""Siamo desiderosi di negoziare accordi scritti con Mosca" e anche "Non vogliamo destabilizzare la Russia".

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Mentre Kiev avverte che i siti del ministero della Difesa ucraino e quelli di due banche pubbliche sono sotto cyberattacco, da parte degli Stati Uniti la Nato ammette che non si capisce "cosa abbia in testa il presidente Putin, quindi non possiamo fare alcuna ipotesi su dove tutto questo sia diretto", ha affermato l'ambasciatrice americana Julianne Smith, in un briefing con la stampa a Bruxelles, in anticipo sulla riunione dei ministri della Difesa dei Paesi alleati domani e dopodomani. "Ma sappiamo di aver fatto il possibile per dire (ai russi, ndr) che il percorso migliore è quello del dialogo e della de-escalation". "Allo stesso tempo abbiamo dovuto inviare loro un altro messaggio: siamo pronti a rispondere se la Russia sceglie di proseguire".

I motivi della guerra e perché gli Usa stanno alzando la tensione

Con le schiarite sul fronte russo-ucraino crolla il prezzo del gas: a fine mattinata sulla piazza di Amsterdam il metano viene pagato 73,1 euro al MWh, in calo del 9,5% sul valore registrato in nella seduta precedente (pesa anche l'accordo siglato tra l'Unione Europea ed il Giappone per l'invio di Gnl, il gas naturale liquefatto). 

Sommario

L'annuncio di Mosca

Oggi il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha spiegato ai giornalisti che "le unità dei distretti militari meridionali e occidentali, dopo aver completato i loro compiti, hanno già iniziato a trasferirsi nelle loro postazioni militari permanenti". Notizia confermata poi dallo stesso Cremlino. In mattinata era stato il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, citato dall'agenzia di Stato Tass, a precisare che il ritiro di alcune unità russe dal confine con l'Ucraina non è dovuto all"isteria" dell'Occidente, ma era programmato. "Lo facciamo indipendentemente da ciò che pensano gli altri e indipendentemente dal 'terrorismo dell'informazione' che è in corso". 

L'incontro Putin-Sholz

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Proprio ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz dall'Ucraina, dove si trovava in visita, aveva chiesto "immediati segnali di de-escalation" a Putin, offrendo come moneta di scambio la rassicurazione che l'ingresso nella Nato di Kiev - che la Russia vuole scongiurare - "non è in agenda". Oggi Scholz a Mosca da Putin ha insistito: "Non sono assolutamente esaurite le vie della diplomazia". E ha ringraziato l'interlocutore "per il colloquio approfondito ed esteso, naturalmente è un bene che parliamo davvero insieme". Scholz ha anche riferito che "abbiamo discusso della situazione in Ucraina e delle garanzie di sicurezza chieste dalla Russia". Al tempo stesso, ha detto il cancelliere, "ho ribadito che percepiamo il movimento delle truppe russe ai confini come una minaccia". Dal canto suo, Putin ha ribadito che "da 30 anni ci dicono che la Nato non si allargherà verso la Russia, invece è accaduto. E ci dicono che l' Ucraina non è ancora pronta per entrare nella Nato. Ma se questo avverrà domani o dopodomani, per noi non cambia nulla. Vogliamo risolvere questa questione adesso".

Altra telefonata Blinken-Lavrov

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario di Stato americano, Antony Blinken, hanno tenuto un colloquio telefonico su iniziativa americana, come riferisce il ministero degli Esteri russo. Lavrov, fa sapere Mosca, "ha sottolineato la necessità di continuare il lavoro congiunto, come hanno concordato i presidenti Vladimir Putin e Joe Biden in una conversazione telefonica il 12 febbraio, nel contesto delle proposte presentate da Stati Uniti e dalla Nato sulle garanzie di sicurezza". "Lavrov ha sottolineato l'inammissibilità della retorica aggressiva di Washington - continua il ministero russo - e dei suoi più stretti alleati e chiesto un dialogo pragmatico sull'intera gamma di questioni sollevate dalla Russia, con un'enfasi sul principio dell'indivisibilità della sicurezza".

Biden-Macron: verificare ritiro

Emmanuel Macron e Joe Biden vogliono "verificare" l'inizio del ritiro russo alla frontiera con l' Ucraina. Lo hanno riferito fonti dell'Eliseo, dopo il colloquio telefonico di oggi fra i presidenti francese e americano. Le fonti hanno parlato di "segnali incoraggianti" ma, hanno aggiunto, "serve prudenza, vista la grande massa di truppe alla frontiera, restiamo vigili". Sulla questione, riferisce la Cnn, il presidente degli Stati Uniti parlerà alle 15.30 ora di Washington, le 21.30 in Italia. 

Biden: Guerra sempre possibile

"Gli Usa sono preparati, a prescindere da quello che accade",ha detto il presidente Usa Joe Biden parlando alla Casa Bianca. "Un attacco all'Ucraina resta sempre possibile". Biden quindi allunga una mano: "Siamo desiderosi di negoziare accordi scritti con la Russia", di proporre "nuove misure sul controllo degli armamenti e sulla trasparenza", aggiungendo che alla diplomazia deve essere data "ogni possibilità di avere successo". Infine ha asssicurato: "Non vogliamo destabilizzare la Russia".

La Nato è cauta

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Ma sulla credibilità delle intenzioni russe la Nato nutre dubbi: "Ci sono segnali da Mosca che la diplomazia deve continuare e questo offre le basi di un cauto ottimismo - ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg - ma finora non abbiamo visto alcuna de-escalation sul campo". La Nato vuole vedere un "sostanziale ritiro delle truppe", dei mezzi pesanti e dell'equipaggiamento militare, non solo quello degli uomini. Stoltenberg precisa che "non abbiamo ancora ricevuto risposta dalla Russia" alle richieste "inviate a gennaio" nella quali la Nato "ha delineato un'ampia gamma di questioni, argomenti su cui siamo pronti a sederci e discutere e cercare un terreno comune su armi, controlli, trasparenza sui missili, su attività militari e molte altre aree".

E i tabloid inglesi prevedono attacco

Arriva anche un presunto orario preciso per l'ordine d'attacco all' Ucraina attribuito in Occidente alle intenzioni del presidente russo Vladimir Putin in Ucraina. Almeno a dar retta ai tabloid britannici - Daily Mirror prima, Sun poi - che, citando una fantomatica "fonte altolocata americana", fissano adesso l'appuntamento di questa sorta d'invasione telefonata per le 3 ora locale della notte fra oggi e domani: quando nel Regno Unito sarà l'una e in Italia le 2 del mattino. L'ipotesi è stata sottoposta da un giornalista persino al primo ministro Boris Johnson, a conclusione di una riunione dedicata al dossier ucraino (la seconda in due giorni) dal comitato britannico delle emergenze Cobra. Ma Johnson si è limitato a ribadire la generica convinzione che - sulla base di rapporti dei servizi d'intelligence occidentali sullo schieramento attuale delle forze di Mosca vicino ai confini con l' Ucraina - un'eventuale incursione militare possa essere sulla carta ordinata tecnicamente "in qualsiasi momento".

Soddisfazione a Kiev

Intanto, soddisfazione a Kiev: l'Ucraina e i paesi occidentali hanno impedito l'"escalation" russa, commenta il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba. Non basta però: la Russia deve ritirare tutte le sue forze dalla frontiera. "Abbiamo una regola: non credete a quello che sentite, credete a quello che vedete". 

Draghi sente Zelensky

Luigi Di Maio e Dmytro Kuleba
Luigi Di Maio e Dmytro Kuleba

E oggi è il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ad aver avuto una conversazione telefonica con il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. Al centro dei colloqui - si legge in una nota di Palazzo Chigi - vi sono stati gli ultimi sviluppi della crisi ucraina. Draghi ha ribadito il fermo sostegno del governo italiano all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina. È stata condivisa l'importanza di rafforzare l'impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi, mantenendo aperto un canale di dialogo con Mosca. Nell'ambito dell'intensa azione diplomatica, il ministro Di Maio si trova oggi in visita a Kiev per colloqui col suo omologo Kuleba: "L'unica via da percorrere è quella che porta alla pace e alla stabilità - ha dichiarato il ministro degli Esteri -. Sono convinto che per la crisi in atto esiste solo una soluzione diplomatica che metta fine alle tensioni ed eviti eventuali aggressioni". "L'Italia, in coordinamento con i propri partner, concentra ogni sforzo su questa soluzione - ha assicurato -. In queste ore la diplomazia non deve fermarsi, è l'unica vera arma pacifica per evitare un conflitto".

Duma a Putin: riconosca repubbliche separatiste

Intanto, ci sono movimenti politici all'interno della Federazione russa. I deputati della Duma - il ramo basso del Parlamento russo - hanno formulato un appello al presidente Vladimir Putin affinché Mosca riconosca le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel sud-est ucraino, dove la Russia è accusata da tempo di sostenere i separatisti nel conflitto del Donbass: lo riporta la testata online Meduza, secondo cui i deputati russi hanno approvato il documento preparato dal partito comunista. Questa risoluzione - scrive Meduza - prevede l'invio dell'appello direttamente al presidente russo. Hanno votato a favore 351 deputati, contro 16 e uno si è astenuto.