Sabato 19 Luglio 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Pioggia di fuoco sull’Ucraina, maxi attacco russo su Kiev e l’ovest. Camporini: “Putin ha campo libero”

Contatti tra l’intelligence di Mosca e Washington: “Pronti a sentirci spesso. E Zelensky si ritira dalla convenzione di Ottawa, via libera alle mine anti-uomo

Pioggia di fuoco sull’Ucraina, maxi attacco russo su Kiev e l’ovest. Camporini: “Putin ha campo libero”

Roma, 30 giugno 2025 – Il presidente russo, Vladimir Putin, approfitta del momento e fa capire a tutti che non è assolutamente disposto a fare passi indietro sull’Ucraina. Kiev ha bisogno di più armi e con l’impegno rafforzato degli Stati Uniti in Medioriente, potrebbe volerci tempo perché le ottenga. 

Il generale Vincenzo Camporini,  ex Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, ha spiegato perché il violento attacco dell’altra notte sia arrivato proprio ora, con un grosso punto di domanda: se Washington sia davvero in grado di fornire i missili da Difesa Patriot in un tempo ragionvevole.

Il generale Camporini
Il generale Camporini

Generale Camporini, l’altra notte la Russia ha portato avanti l’attacco più grande di sempre, non in termini di bilancio di vittime, ma per intensità dei bombardamenti. Perché proprio ora?

“Da quando c’è stata la guerra dei 12 giorni fra Stati Uniti e Israele contro l’Iran (che non si è conclusa, ma è si è solo addormentata), l’attenzione di Trump si è concentrata sulla situazione domestica, in particolare la legge di bilancio e le decisioni della Corte Suprema. Ha poi chiuso il capitolo Nato per quanto riguarda l’aumento della percentuale del Pil per le spese militari al 5%. La Russia ha capito che, in qualche modo ha il campo libero. Impossibile dire se Trump o Putin ne abbiano parlato direttamente. Ma di certo il Cremlino si è sentito con le mani libere e ha lanciato questo attacco per fare capire che non ha intenzione di mollare l’osso e che vuole andare avanti con la guerra in Ucraina fino alle estreme conseguenze”.

Abbiamo parlato di contatti. Non si sa se Putin e Trump abbiano discusso direttamente dell’Ucraina, ma di certo le due intelligence hanno scambi continui e lo rendono noto senza problemi. Il capo dei servizi russi, Sergey Naryshkin, ha parlato alla tv di Stato dei suoi colloqui con il numero uno della Cia, John Ratcliffe: “Pronti a sentirci in qualsiasi momento”.

“È importante dire che è normale che ci siano scambi a vari livelli, anche operativi, fra contendenti. È una costante di tutte le guerre. Ci deve essere la possibilità di parlarsi, quantomeno per definire alcuni tipi di accordi, come può essere lo scambio di prigionieri. Quindi che ci siano contatti non mi sorprende è abbastanza inconsueto però che vengano resi noti”.

Si è fatto un’idea del perché sia successa una cosa del genere?

“Credo ci sia di mezzo il modo in cuiTrump stia cercando di plasmare anche l’intelligence. Non ci dimentichiamo che il capo, Tulsi Gabbard, non ha mai fatto mistero dei suoi passati contatti con la Russia. Non sorprende dunque che ci siano questi canali di collegamento. Ciò non significa che non ci si debba preoccupare, soprattutto chi fa parte del cosiddetto ‘club dei cinque occhi’, ossia Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e Canada, che condividono scambi di informazioni”.

Torniamo all’attacco: le notizie parlano anche di un F-16 che è stato abbattuto, con il terzo pilota morto già dall’inizio della guerra. Che valore ha questo, anche dal punto di vista simbolico?

“Le notizie che circolano parlano di un abbattimento, probabilmente di un contatto contro i droni durante l’azione, mentre cercava di abbatterli. Se la notizia della morte del pilota è confermata, è la dimostrazione che questi attacchi implicano un caro pezzo da pagare”.

Il presidente ucraino Zelensky continua a chiedere con insistenza agli Stati Uniti l’invio del sistema missilistico da Difesa Patriot. Ce la farà a ottenerli, se si conta il fatto che Washington ha già dovuto darli a Israele per difendersi dai missili iraniani?

“Di sicuro, l’Ucraina non è in grado di difendersi completamente da sola. Stiamo però parlando di sistemi d’arma estremamente complessi, la cui produzione richiede tempo, perché sono il risultato di una serie di componenti particolarmente sofisticati”.