Ucraina, l'italiano bloccato: "Se provi a scappare, sparano"

La drammatica testimonianza di Giovanni Bruno intrappolato a Kherson. "Mancano cibo e medicinali"

Gente in fila di fronte al supermercato di Mykolaiv, in Ucraina (Ansa)

Gente in fila di fronte al supermercato di Mykolaiv, in Ucraina (Ansa)

Roma, 14 marzo 2022 - "Se provi a scappare, sparano". La testimonianza di Giovanni Bruno, italiano intrappolato a Kherson, in Ucraina, è drammatica. "Qui è tutto bloccato, la città è circondata", dice alle agenzie. Kherson è occupata dai russi, Bruno si trova lì con la moglie ucraina e la figlia di 22 mesi. "Usciamo ogni mattina solo per cercare di procurarci i beni di prima necessità - racconta -. Ma ormai non si trova quasi più niente, mancano cibo e medicine". Giovanni ha 35 anni e viene da Pozzallo, in Sicilia. Dallo scoppio della guerra non è più riuscito a spostarsi. ''È dal 2014 che gli ucraini dicono che sarebbe scoppiata una guerra. Non ci credeva più nessuno. Così il 20 febbraio siamo venuti, con mia moglie e mia figlia di 22 mesi, a trovare i parenti'', spiega. E la sua visita si è trasformata in un incubo. Tra Kherson e Nova Kachovka, 70 km a est, risultano bloccate una quarantina di persone, tra italiani e familiari ucraini. "Siamo in contatto con la Farnesina, ma per ora non ci sono possibilità di evacuazione", spiega. "E se qualcuno prova a scappare, sparano". 

Cibo e medicine

L'italiano racconta di file di centocinquanta persone per comprare patate, cipolle, aglio dagli agricoltori locali. Questo perché "i supermercati hanno finito tutte le scorte". E presto potrebbero esaurirsi anche quelle degli agricoltori dal momento che, come riportano fonti di intelligence del ministero della Difesa ucraino, i russi stanno distruggendo le macchine agricole. Succede in alcuni distretti di Kherson, appunto, ma anche a Kiev, Zaporizhia e Chernihiv e Kharkiv.

Le farmacie sono rimaste senza medicine. "Quelle che servono a mia moglie per la tiroide non ci sono più'', dice. Scarseggiano i beni di prima necessità, come banalmente i pannolini di cui avrebbe bisogno sua figlia di 22 mesi. "Per fortuna ne avevamo fatto una bella scorta, ma ormai stanno finendo''. È in Ucraina perché voleva accompagnare la moglie per poi rientrare subito in Italia, ma dopo poco si è trovato ad affrontare una situazione che mai avrebbe pensato di trovarsi davanti. "Tutto chiuso, non entra e non esce nulla. Stiamo cercando di andarcene in qualunque modo ma finora non ci siamo riusciti". L'unica soluzione sarebbe ''un corridoio umanitario che ci permetta di uscire da Kherson, direzione Moldavia'' o anche per ''andare in Crimea o in Russia. So che è una pazzia, ma da lì sarebbe più facile tornare in Italia. L'importante è uscire dall'Ucraina''.