"Ucraina, una crisi senza vincitori né vinti". Romano: così la Nato non funziona

L’ambasciatore promuove la diplomazia italiana. "Il basso profilo è stata la scelta giusta, bene l’Europa"

Roma - "Nessuno esce vincitore da questa crisi. E per fortuna. Se ci fosse stato il trionfo di una delle due parti, allora sì che ci saremmo dovuti preoccupare". Per l’ambasciatore Sergio Romano il nodo Ucraina si è (per ora) sciolto nel migliore dei modi.

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Sembra che Mosca stia ritirando le truppe, possiamo tirare un sospiro di sollievo? "In realtà non sono mai stato particolarmente preoccupato e non ho mai condiviso gli allarmismi che hanno caratterizzato questa crisi".

La Duma però ha presentato nelle scorse ore un appello a Putin affinché riconosca i separatisti di Donetsk e Luhansk. La miccia del Donbass rimane accesa? "Siamo in una situazione in cui nessuno vuole veramente aggravare il problema, ma al contempo nessuno è pronto a fare le concessioni necessarie. Questo ovviamente lascia alcuni problemi irrisolti. Tutti, però, sono molto preoccupati e non vogliono prendere iniziative che possano apparire bellicose. E questo è qualcosa di molto importante".

Chi ha vinto il primo round? "Mi sembra che gli Usa non possano cantare vittoria. E neppure la Russia, anche se Putin ha gestito con abilità questa partita".

Quella a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi è stata una battaglia di informazioni? "Assolutamente. L’Occidente ha dato spazio alle informazioni più inquietanti nei momenti chiave. Questa battaglia mi preoccupa, perché tutti vogliono sempre segnare un punto. La questione rimane delicata: è bene che non ci sia un vincitore".

Tra gli Stati europei chi ne è uscito meglio? "Non tutti avevano la stessa responsabilità. I francesi potevano permettersi di rilasciare certe dichiarazioni perché sapevano che non averebbero avuto lo stesso peso che se le avessero pronunciate i tedeschi. In generale mi sembra che tutti i Paesi della Ue si siano comportati con attenzione, senza andare né in un senso né nell’altro".

E l’Italia? "Ha mantenuto un atteggiamento discreto. Si è comportata bene. Magari qualcuno avrebbe voluto qualche dichiarazione in più, ma il basso profilo a volto e necessario e viene premiato dai risultati".

Ora cosa succederà? "L’unica soluzione è la dichiarazione di neutralità dell’Ucraina. Deve diventare come la Svizzera. Gli Stati Uniti e la Polonia si sono sempre opposti, ma Kiev è storicamente e culturalmente troppo legata a Mosca. L’idea che non possa esservi un rapporto stretto è inimmaginabile. Chi si oppone non fa che aumentare i rischi della crisi".

Putin ha ribadito che non vuole l’Ucraina nella Nato. Gli Usa e l’Europa su questo punto quindi farebbero bene a cedere? "Ne sono convinto. Non credo nell’utilità della Nato così come è stata concepita. Se continui a trattare la Russia come un nemico, Mosca per forza si comporterà come tale".