"Vira, se muoio questo è il tuo nome". La bimba ucraina con la scritta sulla schiena

La mamma scrive i dati sul corpo della piccola nel caso in cui i genitori fossero morti sotto le bombe. Il post straziante su Instagram

La bimba con il nome scritto sulla schiena

La bimba con il nome scritto sulla schiena

Roma, 5 aprile 2022 - Una scritta sulla schiena: il nome, Vira Makoviy, la data di nascita, 10-11-19, i numeri di telefono di mamma e papà. E' la storia straziante, l'ennesima in tempi di guerra, di una bambina ucraina di due anni la cui mamma prova a proteggere con tutto quello che è in suo potere. Poco, eccetto la speranza di sopravvivere. Così Oleksandra ha preso un pennarello e ha scritto sulla schiena di sua figlia, nel primo giorno dell'invasione russa, i dati essenziali che avrebbero conservato la sua identità se i genitori fossero morti sotto le bombe. Se la piccola si fosse salvata o se magari si fosse persa. E poi nella giacca un biglietto con qualche informazione in più, in ucraino e in inglese, da tenere addosso. Probabilmente la piccola non ha capito il senso di quella scritta, anzi forse la mamma glielo ha raccontato come fosse un gioco, perché Vira ha solo due anni ma come milioni di altri bimbi ucraini ha già sentito il frastuono delle bombe e delle sirene.

Ora la mamma ha trovato il coraggio di raccontare su Instagram la sua storia: lei e la sua famiglia sono in salvo, anche se non sappiamo dove. Ha postato la foto della sua piccola Vira, di spalle, con quella scritta sulla pelle che poteva essere la sua ancora di salvezza, ha addosso solo il pannolino e sullo sfondo si respira quell'aria di casa che milioni di bambini ucraini hanno perso. Un tavolinetto rosa piccolo quanto lei, i fogli con i disegni, un giocattolo. "Ho passato cinque minuti a pensare se pubblicare o meno questa foto. I pensieri e i sentimenti si accumulavano, ma non avevo la forza di condividerli. Ma alla fine mi sono convinta: è necessario parlare. Prima di tutto, a me stessa. Ma quanto fa male scorrere la galleria fotografica e rivedere quelle immagini della vita meravigliosa che abbiamo avuto", ha scritto Oleksandra sul post spiegando di aver scattato quella foto il primo giorno di guerra "con le mani che mi tremavano moltissimo nel caso ci fosse successo qualcosa e qualcuno l'avesse accolta come sopravvissuta" e descrivendo i "suoni assordanti e potenti delle esplosioni che si sentono da decine di chilometri". Sul social questa madre coraggio ha postato anche un altro scatto, quello del "foglio spiegazzato" in ucraino e in inglese che "ancora non riesco a convincermi a buttare dalla tasca della mia tuta".