
Roma, 14 settembre 2023 – Porte chiuse alla delegazione Ue. Il Governo tunisino di Kais Saied ha negato l’autorizzazione ad entrare nel Paese ai rappresentanti di Bruxelles impegnati nella missione – che rientra in quelle che ciclicamente la commissione Afet effettua all’estero – volta a “comprendere la situazione politica attuale del Paese, sostenere un dialogo nazionale inclusivo, e valutare il memorandum d'intesa firmato dall'Ue e dalla Tunisia”. Saied non ha motivato la sua decisione, ma due funzionari del Parlamento hanno affermato che Tunisi si sarebbe risentita per una conferenza stampa tenuta dagli eurodeputati a luglio in cui era stato criticato il Paese per il suo presunto arretramento.
La conferma dell’accaduto arriva dalla portavoce della Commissione europea per la Politica estera, Nabila Massrali: “E' stata una sorpresa per noi dopo le diverse visite degli ultimi mesi che ci hanno permesso di stabilire un dialogo franco e aperto tra tutte le istituzioni europee e quelle tunisine, così come con i rappresentanti della società civile”. E invita a mantenere “un dialogo aperto” perché “molto importante quando affrontiamo insieme sfide senza precedenti”
Immediata la condanna dell’Eurocamera: “Condanniamo la decisione delle autorità tunisine di rifiutare l'ingresso alla delegazione della commissione Affari esteri del Parlamento Ue e chiediamo spiegazioni dettagliate. Questa condotta non ha precedenti dalla rivoluzione democratica del 2011. Continuiamo a essere pronti e insistiamo sul dialogo. Questo Parlamento ha sempre approvato l'agenda di cooperazione, compreso il rafforzamento della democrazia e il sostegno finanziario, come concordato nell'accordo Ue-Tunisia”.
Cosa aspettarsi, quindi, dopo questo colpo ‘basso’? Un raffreddamento dei rapporti?
La delegazione europea: membri e missione
La delegazione era composta dagli eurodeputati Michael Gahler (Ppe, Germania); Dietmar Koster (S&d, Germania), Salima Yenbou (Renew, Francia), Mounir Satouri (Verdi/Ale, Francia) ed Emmanuel Maurel (La Sinistra, Francia). Il gruppo avrebbe dovuto incontrare organizzazioni della società civile, sindacati, leader dell'opposizione e rappresentanti delle fondazioni politiche nonché degli Stati membri dell'Ue. La delegazione aveva chiesto di incontrare anche i suoi omologhi tunisini.
Il ‘no’ da Tunisi
In una lettera alla delegazione dell'Ue a Tunisi che porta la data di ieri, il Ministero degli Esteri tunisino informa che "a delegazione della commissione Afet "non sarà autorizzata ad entrare nel territorio nazionale". La missione, nota, è stata confermata, malgrado il governo del Paese nordafricano avesse già espresso "più riserve al riguardo". La missione era prevista da oggi al 16 settembre e faceva seguito a quella dell'aprile 2022. La commissione Afet intendeva "promuovere e sostenere un dialogo nazionale inclusivo" in Tunisia e "guardare nel memorandum d'intesa recentemente firmato tra Ue e Tunisia".
Il memorandum di Tunisi
Il Memorandum di Tunisi, siglato lo scorso luglio dal presidente Saied, dalla premier Giorgia Meloni, dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e dal primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, rappresenta l’assunzione, da parte dell’Ue, di impegni politici e finanziari verso la Tunisia che comprendono, soprattutto, l’avvio di un partenariato strategico nella gestione dei flussi migratori in partenza dal paese nord-africano.
Il rifiuto di Saied ora potrebbe diventare motivo di imbarazzo per Ursula von der Leyen, che nel suo discorso di ieri sullo stato dell'Unione ha elogiato l’accordo raggiunto con la Tunisia per arginare i flussi migratori come modello per accordi simili con altri paesi.
Il vicepresidente del gruppo dei Socialisti e Democratici Pedro Marques ha descritto la decisione della Tunisia come "oltraggiosa" e ha esortato von der Leyen a cancellare l'accordo sui migranti. "Finanziare un regime autoritario che non rispetta i diritti umani e nega il dialogo democratico tra le istituzioni... è un enorme errore politico", ha detto a Politico.