Venerdì 19 Aprile 2024

Siria, Trump vuole ritirare le truppe: "Abbiamo sconfitto l'Isis". Il no del Pentagono

Il presidente ha confermato l'intenzione di lasciare le zone calde. Ma i suoi generali non vogliono abbandonare i curdi in balia della Turchia

Un convoglio di mezzi militari Usa nel nord della Siria (Lapresse)

Un convoglio di mezzi militari Usa nel nord della Siria (Lapresse)

Washington, 19 dicembre 2018  - "Abbiamo sconfitto l'Isis, era l'unica nostra ragione per stare lì", è il tweet con cui il presidente Usa Donald Trump conferma le indiscrezioni della stampa sul possibile ritiro delle truppe americane dalla Siria. 

Un annuncio anticipato già dal Wall Street Journal e dal New York Times, che oggi titolavano sul ritorno a casa dei marines dalle zone calde siriane. Secondo fonti dell'esercito, i funzionari americani hanno già iniziato a informare i partner dell'area del loro piano.

WASHINGTON: CAMBIA FASE - Sarah Sanders, portavoce della Casa Bianca, ha confermato la linea indicata dal presidente Donald Trump. La Sanders però ha precisato che "le vittorie sull'Isis in Siria non segnano la fine della Coalizione Globale o delle sue campagna. Abbiamo cominciato a riportare a casa le truppe americane dal momento che ci stiamo spostando sulla prossima fase della campagna".

PENTAGONO CONTRARIO - Trump sta valutando il ritiro dei 2000 militari americani, scriveva il NYT. Ma sembra che il Pentagono si opponga alla decisione, e stia cercando di far cambiare idea al presidente. I generali stanno spiegando al tycoon che un eventuale ritiro lascerebbe scoperti gli alleati curdi, esposti ad una potenziale offensiva della Turchia, un mossa che verrebbe vista come una specie di tradimento alle truppe da anni operano a fianco di quelle Usa in Siria.ù

"La lotta all'Isis non è finita, anche se la coalizione ha liberato alcuni territori che erano in mano all'organizzazione", Diana White, portavoce del Pentagono, smentisce le parole del presidente, e spiega come gli Usa "hanno iniziato il processo di rientro delle truppe e si avviano alla prossima fase della campagna". Anche l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) fornisce un quadro diverso: l'Isis ha ucciso circa 700 prigionieri negli ultimi due mesi nelle zone orientali del Paese.

Il segretario alla Difesa Jim Mattis, e altri funzionari, sarebbero contrari a un ritiro integrale, temendo che ne possano approfittare sia la Russia che l'Iran.

ISRAELE, NETANYAHU: CI SAPREMO DIFENDERE - Il premier Benjamin Netanyahu è a conoscenza dei piani di Trump, spiegando di aver parlato sabato scorso della questione con il presidente Usa e ieri con il segretario di stato Mike Pompeo: "È una decisione Usa, Israele ne studierà i tempi, i modi, la sua realizzazione e anche le conseguenze per quanto ci concerne". Il premier Benjamin Netanyahu ha spiegato: "Hanno chiarito di aver altri mezzi per esprimere la loro influenza in quella area". E ha concluso: "In ogni caso provvederemo a difendere la sicurezza di Israele e a difenderci da quella parte".