Trump non risponde alle domande del procuratore di New York riguardo l'indagine sul fisco

L'ex presidente degli Stati Uniti ha invocato il Quinto Emendamento. È in corso un'inchiesta civile per determinare se la Trump Organization ha "usato valutazioni fraudolente per ottenere vantaggi economici"

New York, 10 agosto 2022 - "Ho rifiutato di rispondere alle domande in base ai diritti che sono concessi a ogni cittadino dalla Costituzione americana". Così Donald Trump ha scritto oggi in una nota, in merito alle indagini del procuratore di New York sulle sue società e sulla possibilità che abbia gonfiato il valore dei suoi asset per spuntare condizioni finanziarie migliori.

Trump invoca quindi il Quinto Emendamento, che consente di non testimoniare contro se stessi, con il procuratore di New York. "Una volta mi è stato chiesto: 'se si è innocenti perché invocare il Quinto Emendamento?' Ora so la risposta. Quando la tua famiglia, la tua società e tutte le persone nella tua orbita diventano target di una infondata caccia alla streghe motivata politicamente non si ha altra scelta", mette in evidenza Trump. "Se avevo qualche dubbio al riguardo, questi sono stati spazzati via dal raid dell'Fbi due giorni prima della deposizione. Non ho altra scelta perché l'attuale amministrazione e molti procuratori in questo paese hanno perso la decenza morale e etica".

Il presidente americano Joe Biden, invece, invitando a registrarsi per votare contro l'ideologia Maga, acronimo di 'Make America Great again', il celebre slogano coniato da Donald Trump, ha scritto su Twitter: "In soli 90 giorni gli elettorali devono decidere tra i repubblicani ultra-conservatori che attaccano le nostre libertà e i democratici che stanno lottando per difenderle".

L'ex presidente Usa Donald Trump (Ansa)
L'ex presidente Usa Donald Trump (Ansa)

Cos'è successo a Trump

L'ex presidente è arrivato oggi negli uffici della procuratrice di New York, Letitia James, per essere sottoposto a domande sotto giuramento, ma visto il rifiuto a rispondere, ci sono ancora molte ombre su questa faccenda, iniziata due giorni fa quando l'Fbi è piombata nel resort Mar-a-Lago di Trump in Florida alla ricerca di documenti segreti trafugati dalla Casa Bianca. Un blitz durato oltre 10 ore, durante il quale la polizia federale ha messo sotto assedio la residenza del tycoon - fino ad aprire anche la cassaforte - alla ricerca di documenti che, come prevede la legge, dovevano essere consegnati agli archivi nazionali.

Si tratta di un’azione che non ha precedenti nella storia americana e viene considerata una misura di gravità estrema. Per firmare il mandato di perquisizione il giudice ha voluto vedere, infatti, indizi e prove per giustificare che quei documenti scomparsi potevano indicare un atto criminale.

La reazione di Trump è stata molto severa: "È un attacco dei democratici di sinistra radicali che disperatamente non vogliono che mi candidi alle elezioni del 2024", ha detto. La Casa Bianca invece ha dichiarato di non essere stata al corrente del raid dell'Fbi e di aver appreso la notizia dai media.

Oggi Trump, dopo non aver risposto alle domande della procuratrice, è poi uscito dalla procura di New York e non ha risposto nemmeno alle domande dei molti giornalisti che lo aspettavano fuori, ma ha salutato dal finestrino della sua auto la folla in strada.

Le inchieste in corso a New York

La procuratrice afroamericana Letitia James, che Trump ha bollato come "razzista" nel post di Truth Media con cui ha annunciato la deposizione di oggi, sta conducendo un'inchiesta civile per determinare se la Trump Organization ha "usato valutazioni fraudolente dei suoi beni per ottenere vantaggi economici, compresi prestiti, coperture assicurative, sgravi fiscali".  I due figli adulti di Trump, Ivanka e Donald Jr, hanno già testimoniato nei giorni scorsi, dopo che le deposizioni, come quelle del padre, erano state rinviate a causa della morte dell'ex moglie del tycoon, Ivana. A differenza del padre, i due hanno risposto alle domande degli inquirenti. A questa inchiesta civile, si affianca quella penale del procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, sempre su valutazioni fraudolente delle proprietà per ottenere migliori prestiti e pagare meno tasse.

Gli alleati di Trump: una spia a Mar-a-Lago

Fra gli alleati e i sostenitori di Donald Trump si fa largo l'ipotesi che nella casa dell'ex presidente ci sia una spia, una 'talpa traditrice' che avrebbe riportato informazioni all'Fbi e che, quindi, sarebbe dietro il blitz degli agenti federali. La talpa, sostengono, avrebbe passato all'Fbi informazioni e prove su quello che c'era realmente a Mar-a-Lago.