Trump alza il muro del Messico. "Serve, siamo in emergenza"

Presidente Usa blinda i confini. "Pena di morte per chi spaccia" E sulla lotta al terrorismo: "L'Isis in Siria ha le ore contate". NY e California pronte ad azioni legali

Intervento di Trump alla Casa Bianca (Afp)

Intervento di Trump alla Casa Bianca (Afp)

Washington, 15 febbraio 2019 - Donald Trump ha annunciato la firma della dichiarazione per poter costruire il muro al confine con il Messico: "Dobbiamo fermare il crimine e l'invasione dei trafficanti di droga" ha dichiarato durante una conferenza alla Casa Bianca, precisando che la questione della difesa delle frontiere è un'emergenza nazionale, e come tale va affrontata. Il presidente Usa è intervenuto anche sulle questioni legate al Medio Oriente, con il ventilato ritiro dalla Siria del contingente statunitense e la lotta al terrorismo: "Entro 24 ore - ha detto il tycoon - annunceremo la fine dell'Isis".

MISURE STRAORDINARIE - Di fronte ai giornalisti, alla Casa Bianca, nel Giardino delle rose, Trump ha precisato che le misure straordinarie gli consentiranno di reperire quasi otto miliardi di dollari. La tesi del presidente è che, per ostacolare l'arrivo dei migranti dall'America Centrale, "il muro funziona". Trump ha poi sostenuto che al confine meridionale degli Stati Uniti è in atto una crisi che mette a repentaglio la sicurezza del Paese".

REAZIONI - Immediata la reazione dei leader democratici al Congresso americano, per i quali è illegittimo invocare l'emergenza nazionale "su una crisi che non esiste", quella al confine tra Stati Uniti e Messico. In una nota congiunta la speaker alla Camera, Nancy Pelosi, e il leader della minoranza Dem al Senato, Chuck Schumer, sostengono che una simile mossa da parte del presidente americano "viola la Costituzione e rende l'America meno sicura sottraendo fondi di cui c'è urgente bisogno per la sicurezza e l'esercito". Anche il procuratore generale di New York, così come hanno fatto Nancy Pelosi e Schumer, ha dichiarato battaglia "per difendere la Costituzione". Lo Stato di New York, afferma l'attorney general, Letitia James, presenterà ricorso contro l'uso della procedura di emergenza. Anche la California avvierà un'azione legale. Il governatore democratico della California, Gavin Newsom, ha annunciato in una conferenza stampa che il suo stato farà causa per quella che viene definita una mossa "folle" del presidente Trump.

BILANCI - La dichiarazione di emergenza nazionale andrà  avanti in parallelo con l'approvazione della legge di spesa che permette di evitare il secondo shutdown (taglio stipendi agli amministrativi e chiusura temporanea degli uffici per rispettare il budget) del governo federale. In quel provvedimento sono previsti oltre 1,3 miliardi di dollari per la costruzione di nuove barriere fisiche tra Usa e Messico, meno dei 5,7 miliardi chiesti originariamente. Per quanto riguarda la reazione dei leader democratici, che non escludono un'azione legale per fermare Trump, il tycoon si è detto fiducioso che riuscirà ad avere la meglio contro qualsiasi ricorso verrà presentato davanti alla giustizia per ostacolare la sua decisione.

L'INVASIONE CONTINUA - "In America siamo di fronte a un'invasione: ha rimarcato il presidente americano, replicando a chi attacca la sua azione decisa al confine col Messico. "Se non usi l'emergenza nazionale per questo per cosa la dichiari?". E rivolto in particolare ai repubblicani contrari ha aggiunto: "Non sono molti. A loro ricordo che se non hai un confine non hai un Paese". Trump è andato avanti dicendo di voler costruire il muro al confine con il Messico "non tanto perché è una promessa da campagna elettorale, anche se lo è", ma per via del flusso di droga che attraversa il confine. Le dichiarazioni di emergenza nazionale sono state "firmate molte volte dai passati presidenti", ma molti credono che in questo caso non sia necessaria e che probabilmente verrà ostacolata dal Congresso. "D'altronde è molto semplice: vogliamo impedire che la droga entri nel nostro Paese, vogliamo impedire a gang e criminali di entrare nel nostro Paese", ha ribadito.

PENA DI MORTE A TRAFFICANTI E SPACCIATORI - Il presidente Usa ha rincarato la dose dicendosi favorevole alla pena di morte per i trafficanti di droga, elogiando quanto avviene in Cina. Parlando dell'emergenza al confine con il Messico, ha spiegato che in Cina, gli spacciatori di droga vengono puniti con "una cosa chiamata pena di morte", quindi, ha avvertito, "se vogliamo diventare intelligenti, possiamo diventare intelligenti. Possiamo fine al problema della droga molto più velocemente di quanto pensiamo".

FINE DEL CALIFFATO - In tema di politica estera e Medio Oriente il presidente Trump ha poi calato l'asso: "Abbiamo diversi annunci da fare sulla Siria e sul nostro successo con lo sradicamento del califfato e questo sarà annunciato nelle prossime 24 ore", ha detto il capo della Casa Bianca. Le Forze democratiche siriane (Fds), sostenute dagli Usa, hanno lanciato pochi giorni fa l'offensiva finale sull'ultima sacca di resistenza dell'Isis in Siria, nella provincia di Deir Ezzor.

PROROGA DAZI CINA - - Il presidente ha poi confermato la possibilità di prorogare la scadenza del primo marzo quando, senza un'intesa con Pechino, dovrebbe scattare l'aumento dei dazi su un volume pari a 200 miliardi di dollari di prodotti Made in China. "Credo che i dazi resteranno all'attuale livello fino a che le trattative andranno avanti", ha affermato.

BREXIT - Il presidente Usa si aspetta un forte aumento degli scambi commerciali con il Regno Unito dopo la rottura di Londra con l'Unione Europea. "Conoscete tutti la situazione per la Brexit, la complessità e i problemi, ma abbiamo una relazione commerciale molto buona con il Regno Unito e l'abbiamo ancora rafforzata", ha dichiarato. "Proseguiamo i nostri scambi commerciali e addirittura li aumenteremo in modo molto sostanziale man mano che il tempo passa", ha aggiunto.

NORD COREA - "Pensiamo che la Corea del Nord e il presidente Kim (Jong Un ndr.) hanno un potenziale enorme come potenza economica". Lo ha dichiarato il presidente Usa, a meno di due settimane dal suo secondo summit con il leader nordcoreano Kim Jong Un, in programma per il 27 e 28 febbraio ad Hanoi, in Vietnam.