Mercoledì 24 Aprile 2024

Dollaro forte, Trump spara sulla Fed: "Strangola l'economia"

Da Washington l'attacco alla Federal Reserve che taglia i tassi. Wall Street reagisce male

Donald Trump (Ansa AP)

Donald Trump (Ansa AP)

New York, 9 agosto 2019 - Donald Trump lancia un nuovo siluro alla Fed, la banca centrale statunitense, per via del dollaro forte e del costo del denaro, fattori che frenano l'export. "L'economia americana oggi è come strangolata dalla politica monetaria", ha spiegato il tycoon. "Se la Federal Reserve abbassasse i tassi d'interesse, mi piacerebbe vedere togliere un punto", ha affermato il presidente parlando ai cronisti alla Casa Bianca.

L'economia americana secondo Trump è frenata da una politica monetaria della Fed troppo ingessata, mentre dovrebbe essere più accomodante nei confronti delle imprese. Questa la tesi del presidente, convinto che l'economia nazionale abbia tuttora "le mani legate" tanto che il 31 luglio scorso la banca ha annunciato il primo taglio dei tassi dal dicembre del 2008. La riduzione è stata di 25 punti base al 2-2,25% ma Trump vorrebbe molto di più. Parlando alla stampa prima di lasciare la Casa Bianca, il Commander in chief ha sostenuto che i tassi dovrebbero essere tagliati dell'1%.

Trump torna ad attaccare la Fed perché mantiene un dollaro troppo forte, in questo modo penalizza le esportazioni Usa. "In quanto vostro presidente, ci si aspetterebbe che io sia entusiasta del nostro dollaro forte. Ebbene, non sono affatto entusiasta", ha twittato il presidente Usa, per il quale è sempre più difficile per le aziende statunitensi competere sui mercati esteri. "Hanno sbagliato tutte le mosse e stiamo ancora vincendo" la guerra commerciale, ha detto ancora Trump. "Potete immaginare cosa accadrebbe se facessero la cosa giusta", ha concluso in riferimento alla Federal Reserve. "Comunque non svaluterò il dollaro, non abbiamo bisogno di farlo", ha affermato il presidente. Nelle ultime settimane tra gli osservatori si era diffuso il timore di un possibile intervento degli Stati Uniti sul mercato valutario per indebolire il dollaro. Un'ipotesi smentita da alcuni consiglieri di Trump, ma il presidente si è lasciato come opzione.

Intanto Wall Street reagisce male alle dichiarazioni del presidente sui dazi, che allontana la speranza di un accordo commerciale con la Cina a breve. Gli Usa non sono pronti a siglare un accordo commerciale con la Cina. Parlando alla stampa prima di lasciare la Casa Bianca, il leader americano ha detto che "è ora che qualcuno faccia qualcosa" per fermare le pratiche sbagliate della nazione asiatica, nuovamente accusata di svalutare artificiosamente la sua divisa per avvantaggiarsi nei confronti dei partner commerciali. Trump ha rivendicato la bontà dei dazi imposti contro la Cina, fino ad ora pari al 25% su 250 miliardi di dollari di importazioni cinesi. "I dazi sono fantastici. Abbiamo guadagnato miliardi di dollari. Stiamo riportando ordine nel sistema. Noi stiamo andando bene".

Donald Trump rassicura comunque che il dollaro non sarà svalutato, la richiesta di tagliare i tassi di un punto percentuale è una mossa che punta a indebolire il biglietto verde rispetto alle altre valute e rendere così i prodotti Made in Usa più attraenti e meno costosi. La partita di Trump con la Fed si gioca sullo sfondo della guerra commerciale con la Cina, per la quale al momento non si intravede una fine. Pur sottolineando che le cose con Pechino "vanno bene", il presidente americano senza giri di parole paventa l'ipotesi che il nuovo round di trattative in calendario per settembre a Washington possa essere cancellato, confermando il pugno duro contro Huawei. "Non faremo affari" con il colosso cinese, mette in chiaro Trump, confermando le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni in base alle quali la Casa Bianca sta ritardando la concessione delle licenze.

In questo momento Trump vorrebbe un maggior sostegno dalla Fed, appoggio che a suo avviso non riceve, anche se un'analisi del New York Times mette in evidenza esattamente l'opposto. Ovvero che la politica portata avanti dalla banca centrale ha aiutato e non poco il presidente. Tutte queste misure di stimolo messe insieme hanno offerto a Trump cuscinetti economici per condurre la sua offensiva commerciale limitando gli effetti sull'economia americana. Ma dalla Fed Trump vuole di più e non lo nasconde.