Washington, 2 luglio 2025 – A parole, ha risolto tutti i problemi del mondo in 24 ore. Dalla guerra in Ucraina al macello di Gaza. Il giorno dell’insediamento ha promesso agli americani una nuova età dell’oro. Quindi più lavoro in patria e più tasse all’estero. Dazi, quindi. Ma di risultati, quasi sei mesi dopo, pochini sia sui fronti interni sia oltreconfine. Ora la speranza è quella di chiudere un accordo sulle tariffe al 10% per i prodotti europei, ma con alcune eccezioni.
Europa, oggi negoziati a Washington
Sarà una giornata complessa quella di oggi per il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, chiamato a trovare un accordo a Washington con il suo omologo americano, Howard Lutnick, e l’altro capo-negoziatore statunitense, Jamieson Greer. Il modello di riferimento sarà quello concordato tra Stati Uniti e Gran Bretagna – che inizialmente non convinceva affatto Bruxelles –, ma con la riduzione delle aliquote per i settori chiave come quelli della farmaceutica, l’industria degli alcolici, i semiconduttori e l’aviazione civile; senza dimenticare la revisione delle imposte su alluminio e acciaio (attualmente al 50%) e automotive (al 25%). Al contempo, l’Ue metterà probabilmente sul tavolo una maggiore semplificazione della normativa e una facilitazione per l’accesso al mercato comunitario per gli operatori americani.
Commissario Ue: "Vogliamo ottenere il massimo possibile”
"Vogliamo ottenere il massimo possibile – ha detto Sefcovic –. Qualcosa che sia equo per entrambe le parti e che possa aiutare le imprese nella pianificazione delle proprie strategie". La delegazione americana, invece, non farà probabilmente sconti sul Digital markets act, ovvero il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali che, secondo Trump, colpisce le Big Tech statunitensi.
"Mi aspetto che le tasse sui servizi digitali – ha dichiarato il direttore del Consiglio economico Usa, Kevin Hassett – vengano eliminate in tutto il mondo". Sul tema Bruxelles sembra restia a trattare, ma potrebbe giocarsi la carta del riarmo, dato che dovrà incrementare l’acquisto di equipaggiamenti militari dagli Stati Uniti.
Powell: "Debito Usa insostenibile”
Il tema dell’economia tiene banco anche all’interno dei confini statunitensi. Dal Forum Bce di Sintra, in Portogallo, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha puntato infatti il dito contro i dazi. "Tutte le previsioni d’inflazione sono salite – ha commentato –. Non possiamo sapere quando potremo tagliare i tassi d’interesse. Non è una reazione eccessiva, dobbiamo aspettare e vedere quali saranno gli effetti dei dazi".
Powell ha anche aggiunto che il debito americano è sostenibile ma non lo è la sua traiettoria, che deve essere corretta quanto prima. Secondo la presidente della Bce, Christine Lagarde, il 2025 sarà l’anno del potenziale declino del dollaro e boccia la scommessa di Trump sulle ‘stablecoin’ dato che si andrebbe "verso la privatizzazione della moneta".