Roma, 9 aprile 2025 – Bastone e carota. Trump tira dritto sui dazi, ma si dice pronto a negoziare e lo fa anche utilizzando “espressioni colorite” mentre dalla Cina arrivano parole decise sulle intenzioni di “difendersi e contrattaccare” sui dazi. Che si traducono in breve una nuova ondata di controtariffe. Intanto è l’ennesima giornata di passione per le Borse mondiali.

Trump e i dazi: “Ci chiamano per baciarci il culo”
“Vi dico che questi Paesi ci stanno chiamando per baciarmi il culo". Si è espresso così Donald Trump durante la cena del National Republican Congressional Committee a Washington parlando dei Paesi colpiti dai dazi che vogliono trattare per ridurre le tariffe. Rivolgendosi alla platea dei repubblicani per rivendicare la sua linea dura, il presidente americano ha assicurato che i tanti Paesi colpiti dalle tariffe “muoiono dalla voglia” di fare un accordo. Nel pomeriggio italiano, a controdazi cinesi acquisiti, il tycoon rincara su Truth: "Questo è un ottimo momento per trasferire le vostre aziende negli Stati Uniti come Apple e molte altre stanno facendo. Zero dazi. Non aspettate, fatelo ora".
La risposta dura della Cina
Ma la Cina, Paese sia economicamente che militarmente più attrezzato per tener testa agli Usa, non intende abbassare la testa davanti a Trump. Pechino risponde ai dazi di Trump portando le sue tariffe sui beni Made in Usa dal 34% all'84% con effetto dalle ore 12:01 di domani, 10 aprile 2025. Altre questioni, riferisce una nota del ministero delle Finanze, saranno implementate. Pechino esorta gli Stati Uniti a correggere immediatamente le proprie pratiche sbagliate, ad annullare tutte le misure tariffarie unilaterali contro la Cina e a risolvere adeguatamente le divergenze con la Cina attraverso un dialogo paritario basato sul rispetto reciproco.
Nelle ore immediatamente precedenti la Cina si era detta pronta ad adottare tutte le misure “ferme e incisive” per proteggere i propri interessi in risposta all'entrata in vigore dei dazi americani al 104% sulle importazioni dei beni made in China, rivendicando “il legittimo diritto del popolo cinese allo sviluppo” che “è inalienabile”.
Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, nel briefing quotidiano, ha aggiunto che "la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina sono assolutamente inviolabili”. Pertanto, “continueremo ad adottare misure ferme e incisive per salvaguardare i nostri diritti e interessi legittimi”, ha notato il portavoce. La Cina ha “una ferma volontà e mezzi abbondanti” per adottare contromisure se gli Stati Uniti dovessero intensificare ulteriormente le misure restrittive e punitive.
Nel pomeriggio, Pechino arriva a emettere un'allerta per i turisti cinesi che si recano negli Stati Uniti. Il ministero della Cultura e del Turismo afferma "di aver ricordato ai turisti cinesi di valutare i rischi di un viaggio negli Stati Uniti e di viaggiare con cautela", citando il recente "deterioramento delle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti e la situazione della sicurezza interna negli Stati Uniti". Il ministero dell'Educazione, inoltre, emette l'allerta anche per "alcuni studenti" basati negli Stati Uniti.
Le possibilità di dialogo
Ma Pechino lascia aperta la porta a rapporti meno tesi. Cina e Usa possono risolvere le loro controversie commerciali ed economiche "attraverso un dialogo rispettoso e alla pari, e una cooperazione reciprocamente vantaggiosa”. Lo afferma il libro bianco sul commercio bilaterale diffuso oggi da Pechino, nel resoconto della Xinhua. “È normale che le parti abbiano differenze e nella cooperazione: la Cina è disposta a comunicare su quesioni importanti in materia di economia e commercio”, ma gli Usa “non risolveranno i loro problemi con i dazi”. Che sono pratiche a cui Pechino “si oppone con forza”, convinta che “l'essenza dei legami economici e commerciali sia nel reciproco beneficio”.
Il Presidente Trump rimane convinto che la Cina debba fare un accordo commerciale con gli Stati Uniti e che sia un errore rispondere ai dazi introdotti dagli Usa con analoghe misure. Il segretario del Tesoro Usa Scott Bessent in un'intervista a Fox Business Network bolla la nuova contromossa di Pechino come “una scelta infelice”, ribadendo l’apertura al negoziato. Trump sarà incredibilmente gentile se la Cina sarà disponibile a trattare, diceva ieri sera la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt in un briefing ieri sera.
Vertice d’emergenza in Cina
Intanto la leadership cinese prevede di tenere un incontro di alto livello, una sorta di vertice d’emergenza, possibile già oggi, per definire le misure volte a rilanciare l'economia e a stabilizzare i mercati dei capitali, nel mezzo dell'impennata delle tensioni nella guerra commerciale con gli Usa. Lo riporta la Reuters sul suo sito, ricordando i timori degli economisti su uno scenario di minor crescita del Dragone nel 2025 pari anche all'1-2% del Pil. L'incontro è il primo a essere reso pubblico da quando il presidente Usa Donald Trump ha imposto dazi “reciproci” sulla Cina e segue l'entrata in vigore di tariffe aggregate al 104% sull'import di beni made in China.
Le polemiche Musk-Navarro: “Son ragazzi”
Ma sul fronte interno si registrano le prima spaccature con Elon Musk, sinora uno dei principali collaboratori di Trump al governo, che ha apertamente criticato i dazi entrando in contrasto con il consigliere commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro. "Si tratta ovviamente di due individui che hanno opinioni molto diverse sul commercio e sui dazi. I ragazzi sono ragazzi e lasceremo che la loro discussione pubblica continui". Lo ha dichiarato durante un briefing con la stampa ieri sera la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, commentando la lite sui dazi tra Elon Musk e il principale consigliere commerciale del presidente, Peter Navarro.