Conte vola da Trump, focus sui dazi. Obiettivo: salvare le auto di lusso

Oggi l'incontro a Washington. Il premier mediatore tra Usa ed Europa

Conte e Trump al g7 di giugno in Canada (Ansa)

Conte e Trump al g7 di giugno in Canada (Ansa)

Roma, 30 luglio 2018 - La Libia, i dazi, la Russia. Il premier Giuseppe Conte è volato negli Stati Uniti e oggi alle 12 (le 18 in Italia) vedrà alla Casa Bianca Donald Trump. Il sentiment è positivo, dopo il buon feeling raggiunto al G7 in Canada. Conte cerca di stabilizzare l’asse con Washington, a cui, dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue, si pone come interlocutore privilegiato in Europa. Tre, dicono ambienti di Palazzo Chigi, le priorità del nostro Paese. La prima riguarda il nostro ruolo nel Mediterraneo, in primis in Libia, dove si chiede il riconoscimento del nostro ruolo geopolitico a Tripoli e la conferma della primazia nel processo di pace nel Paese arabo, con implicito freno delle ambizioni francesi. Su questo sembrerebbero non esserci problemi rilevanti, anche perché il dipartimento della Difesa apprezza la flessibilità concessa dall’italia ai droni in partenza da Sigonella. Aperto invece il discorso sui dazi. L’incontro tra Trump e Juncker ha tolto castagne dal fuoco ma ha lasciato aperta la possibilità di dazi sull’auto.

Conte chiederà che vengano lasciate fuori le auto di lusso, ma una soluzione è difficile perché così facendo ne beneficerebbe anche l’industria tedesca, e Trump non lo vuole. Discorso di medio-lungo periodo invece sulla Russia. L’Italia ha votato le sanzioni per puro spirito europeo ma vuole la sponda di Trump per un cambio di passo da qui a sei mesi. E su questo si discuterà.

«Credo che Trump voglia aiutare l’Italia, cercheremo di capire assieme come – ha detto Giuseppe Conte – il rapporto è buono e il fatto che io rappresenti una maggioranza M5S-Lega accentua le affinità». Di certo l’appoggio americano ad alcuni dossier che ci sono cari non sarà politicamente gratis. In primis questo significherà il via libera alla Tap. Il presidente vuole che l’Italia confermi la realizzazione del gasdotto che porterà il gas del mar Caspio, che all’America interessa come alternativa strategica al Nord Stream 2 che porta il gas russo. Conte su questo dovrà cedere, anche se potrebbe tentare – pur confermando l’arrivo del tubo in Puglia – uno spostamento dell’approdo da San Foca all’area industriale di Brindisi. Ma il dipartimento di Stato teme ritardi nel progetto ed è contrario.

Altro punto di scambio le missioni internazionali, in particolare quelle in Afghanistan, che Washington vuole che l’Italia confermi, al pari di quella in Libano. Così sarà, facendo scendere il contingente italiano in Afghanistan da 900 a 700 uomini ma con un sacrificio di 200 logistici (forse da compensare con contractor o contingenti di piccoli Paesi) e non di istruttori o uomini operativi. Terzo punto è il progetto F35, osteggiato dai 5 Stelle prima della vittoria alle elezioni ma sostanzialmente confermato dalla ministra della Difesa, che sta studiando una rimodulazione degli acquisti che faccia slittare di 5 anni le consegne oltre la data del 2027.

Ma novanta aerei dovevano essere e novanta saranno. Trump ringrazierà e si limiterà a ricordare a Conte la necessità di aumentare gli investimenti della difesa per raggiungere il 4% del Pil. Ma sarà scena. L’Italia è all’1,4% e il Dipartimento di Stato ha spiegato alla Casa Bianca che non è realistico in questa fase attendersi di più.