Trump perde la battaglia con la Cnn

Il giudice riammette il reporter Acosta alla Casa Bianca. "Cacciato ingiustamente"

Il battibecco tra il reporter della Cnn e Donald Trump (Ansa)

Il battibecco tra il reporter della Cnn e Donald Trump (Ansa)

New York, 17 dicembre 2018 - La Cnn e il suo corrispondente dalla Casa Bianca Jim Acosta vincono la causa contro la censura del presidente. Donald Trump è costretto a fare marcia indietro e a restituirgli immediatamente le credenziali che aveva fatto bloccare. È una sentenza clamorosa che suona come uno schiaffo a Trump che ha definito i giornalisti e la stessa Cnn «nemici del popolo…». È anche un precedente importante per la libertà di stampa che il presidente Usa ha diverse volte bistrattato definendo i grandi media Usa fake news, corrotti e pericolosi per il paese. Ad emettere la sentenza con effetto immediato è stato inoltre il giudice Timothy Kelly della corte distrettuale di Washington DC che venne nominato dallo stesso Trump poco più di un anno fa il quale ha motivato la sua sentenza sostenendo che il giornalista avrebbe ricevuto un «danno irreparabile» e che «i tardivi sforzi della Casa Bianca non sono stati sufficienti a giustificare il giusto processo…».   Nel digerire il boccone amaro annunciando che le credenziali di Jim Acosta sarebbero state «temporaneamente riattivate» la portavoce della Casa Bianca ha però fatto sapere che nel frattempo verranno valutate nuove procedure per regolare sia le conferenze stampa che le interazioni con i giornalisti da parte del presidente o di altri funzionari, alle quali tutti i corrispondenti dovranno in futuro adeguarsi. «Quello che vogliamo è decoro – ha detto Trump ricevendo i giornalisti dopo la sentenza –. Ma non si possono fare tre o quattro domande da parte della stessa persona. Se questo succederà ancora noi avremo il diritto di andarcene... Potevamo continuare la battaglia in tribunale e avremmo vinto, ma io sono sempre stato per la libertà di stampa…».   Il battibecco con Trump sulle incalzanti domande di Acosta che ha originato il clamoroso caso se da un lato imporrà ai corrispondenti l’obbligo di «un maggior rispetto verso la figura del presidente», metterà anche Trump nella difficile condizione di rinunciare alle sue accuse preferite, ai suoi insulti durante i quali ha definito ripetutamente i giornalisti, soprattutto le giornaliste di colore stupide, di parte e perdenti. Fuori dai cancelli della Casa Bianca in attesa di poter rientrare, Jim Acosta ha ringraziato il giudice per avere riconosciuto l’importanza del caso e agito con tempestività sostenendo che la sentenza riguarda i diritti non solo della Cnn ma di tutti i media americani e stranieri che si occupano del presidente Trump. Va anche ricordato che tanto alla Casa Bianca come all’Onu e in tutte le grandi organizzazioni internazionali i giornalisti accreditati devono sottoscrivere un sorta «guideline» che orienta il loro comportamento e i loro movimenti all’interno delle istituzioni stesse. Jim Acosta accusato in un primo di aver dato una manata ad una giovane impiegata che voleva prendergli il microfono in realtà era solo incalzante nella sua domanda e l’aveva formulata rimanendo in piedi nel rispetto del presidente Trump.