Thailandia, i bambini salvati dalla grotta saranno dimessi giovedì

La storia dei 'cinghiali' interessa il cinema. La zona della grotta potrebbe diventare un museo. Premiati i sub soccorritori. I racconti: entrati per rimanere una sola ora

I bambini salvati dalla grotta ancora in quarantena (Ansa)

I bambini salvati dalla grotta ancora in quarantena (Ansa)

Bangkok, 14 luglio 2018 - I 'cinghialotti' saranno rimessi in libertà già giovedì prossimo. Finisce bene l'avventura, seguita dal mondo intero, dei 12 ragazzini, membri di una squadra di calcio, salvati dalla grotta di Tham Luang, a Chiang Rai nel nord della Thailandia, assieme al loro allenatore.

L'annuncio lo ha fatto il ministro della salute thailandese, Piyasakol Sakolsatayadorn. I giovani, rimasti intrappolati nella grotta insieme al loro coach per 17 giorni, si stanno riprendendo, sia fisicamente che mentalmente. Da quando sono stati portati fuori dall'incubo il loro contatto con il mondo esterno, per via del rischio di infezioni, è stato molto limitato: le visite dei familiari sono concesse solo per 15 minuti. 

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FIFA - Intanto il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha invitato ai giovani thailandesi appena salvati, alla cerimonia annuale del 'Fifa Best Awards' che si svolgerà il 24 settembre a Londra. Il n.1 del calcio mondiali aveva già offerto ai giovani calciatori e il loro allenatore di essere ospiti alla finalissima di domenica a Mosca, ma ragioni mediche e lo stato di salute precario hanno impedito il viaggio. Infantino ha anche fatto sapere che la Fifa cercherà di coinvolgere la squadra in un'altra evento calcistico, possibilmente in Thailandia. 

UN MUSEO E UN FILM - La disavventura dei giovani 'cinghiali' è già nel mirino di due case cinematografiche americane, già attive nei sopralluoghi sulla zona e nella presa di contatti con le autorità. La prima è stata la Pure Flix, una casa di produzione indipendente dell'Arizona che predilige temi cristiani e il cui direttore va e viene dalla Thailandia per via della moglie di lì, che tra l'altro è cresciuta con l'ex Navy Seal morto venerdì scorso. A fare concorrenza alla Pure Flix c'è uno studio più grande, la Ivanhoe Pictures, che ha già scelto il regista John M. Chu. Emissari dell'azienda hanno già assicurato incontri con funzionari nazionali e locali. 

VIDEO La grotta diventerà un museo: presto anche un film

Ma le due proposte sulla grotta Tham Luang non sono le uniche, fa sapere Anan Wongbejarat, direttore generale del dipartimento al Turismo: "Mezza dozzina di compagnie cinematografiche locali e straniere vogliono usarla come location per le riprese. Ma dovranno aspettare che la grotta venga riaperta al pubblico". Infine Discovery Channel ha già mandato in onda "Operation Thai Cave Rescue", un documentario su quanto accaduto. 

Ora si pensa di trasformare tutta la zona in un museo in onore dell'incredibile operazione di salvataggio. Nel museo saranno esposti gli equipaggiamenti e gli strumenti usati durante i soccorsi.  

PREMIATI SOCCORRITORI E THAI NAVY SEALS - Le autorità thailandesi hanno ufficialmente ringraziato soccorritori thailandesi e stranieri, alcuni dei quali già gestiscono delle scuole di immersioni nel Paese, la cui collaborazione e professionalità è stata ammirata in tutto il mondo. Uno di loro, Saman Kunan, sub volontario, ha perso la vita dopo essere rimasto senza aria mentre riforniva i ragazzi proprio di ossigeno. Il primo ministro Prayuth Chan-ocha ha esteso a tutti la sua gratitudine, e ai subacquei stranieri è stata concessa la prestigiosa Thailand Elite Card, un documento per businessmen che normalmente può costare fino a 25mila euro e che include un visto per la Thailandia a entrate multiple per cinque anni, oltre ad altri privilegi presso alcuni tra i migliori resort di lusso nel Paese.

VIDEO Una cerimonia da eroi per i navy seals della grotta

IL RACCONTO DEI SUB - Il comandante Chaiyananta Peeranarong, ex membro dei Navy Seals thailandesi, ultimo sub a uscire dalla grotta diTham Luang, ha raccontato gli incredibili momenti: "Alcuni ragazzi sono stati portati fuori a bordo di barelle mentre dormivano. I ragazzi erano addormentati, ma erano ancora coscienti. I medici verificavano costantemente le loro condizioni". "Altri si contorcevano le dita come se fossero storditi, ma respiravano. Il mio compito era di trasferirli fuori dalla grotta".  

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Il comandante thailandese ha spiegato che non c'era tempo da perdere per via dell'arrivo dei monsoni: "Quando l`ultimo sommozzatore è uscito l'acqua era già arrivata al livello della testa, quasi al punto da dover usare sempre le bombole d'ossigeno". Poi fatto chiarezza su alcune dinamiche di soccorso apparse sui media: "Sulla stampa sono uscite notizie in cui si diceva che i ragazzi avrebbero dovuto imparare a fare le immersioni. Questi ragazzi non avevano mangiato né dormito per giorni, dove avrebbero trovato le energie per allenarsi? Sarebbe stato assurdo. Serviva solo che imparassero a respirare con le bombole e a non farsi prendere dal panico. Avevano solo bisogno di essere rassicurati e di sapere che sarebbe andato tutto bene".  Infine anche la fortuna ha fatto il suo: poche ore dopo l'uscita dell'ultimo ragazzo e del coach, la grotta è tornata ad allagarsi velocemente per l'improvviso cedimento delle pompe, stremate dall'estrazione di acqua non-stop per due settimane.

UN'ORA LUNGA ... 17 GIORNI - I 12 giovani thailandesi  con il loro allenatore erano entrati nella cavità sotterranea con l'intenzione di starci solo un'ora, e per questo non avevano portato cibo con sé. Lo ha raccontato al Bangkok Post la madre del più piccolo dei componenti della squadra , che è riuscita a comunicare col figlio attraverso la finestra della camera d'ospedale. Aikhan Wiboonrungruang, la madre dell'11enne soprannominato "Titan", ha poi aggiunto che il gruppo si è inoltrato nella profondità della grotta cercando un posto al riparo dalla crescente quantità d'acqua che si stava riversando all'interno. "Dopo le prime tre notti senza cibo, mio figlio ha avvertito una sensazione di estrema fame e si è messo a piangere. Era freddo nella notte, e buio. Hanno dovuto stendersi vicini per scaldarsi". La donna ha confermato come l'allenatore ha insegnato ai ragazzi a meditare per rendere meno intensa la fame e conservare energie. Inoltre il coach, su cui pesano le responsabilità, e che ha chiesto scusa ai genitori in una lettera, sembra riabilitato dal suo atteggiamento positivo in grotta, che ha aiutato molto i ragazzini a superare quei terribili momenti. Un altro genitore, il padre del 13enne Duangthep Krongthep, ha raccontato che il coach ha usato la torcia per trovare una parete di roccia che lasciava filtrare l'acqua, utilizzata poi dal gruppo per abbeverarsi.

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