Guerra mondiale, lo storico: "Rischio serio, mancano gli antidoti per evitarla"

Giovanni De Luna: speriamo che i mercati fermino le armi. "Ma si è perso lo spirito che diceva 'mai più' conflitti". L'intervista

Il presidente russo Vladimir Putin (Ansa)

Il presidente russo Vladimir Putin (Ansa)

Professore, oggi si evoca lo spettro della Terza guerra mondiale. Non è la prima volta... "Ma oggi è un pericolo reale, è cambiato tutto, sono venuti a mancare gli antidoti che la impedivano", risponde lo storico Giovanni De Luna.

Quali antidoti?

"Intanto il bipolarismo Usa-Urss. Le due potenze si scontravano per interposta persona ma l’arsenale atomico era un deterrente che evitava un conflitto ampio".

Il bipolarismo non esiste da 30 anni...

"Vero, siamo in un sistema multipolare frammentato che in 30 anni non è riuscito a darsi equilibrio. Ora è venuto a mancare un altro antidoto che mi preoccupa di più".

Quale?

"Il ’Mai più’. Dopo gli orrori del ’900 il mondo aveva giurato ’mai più’ guerre e Shoah. E aveva espropriato gli Stati della loro sovranità. Le Nazioni unite, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948, la Comunità europea..".

Tutto questo ha perso forza?

"La dimensione sovranazionale, che metteva al riparo dagli egoismi degli Stati, si è affievolita, anche per il sovranismo".

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Senza antidoti la Terza guerra mondiale è un rischio?

"Non siamo più al riparo dagli egoismi nazionali, la guerra è una componente endemica. Iraq, Libia, Afghanistan, Siria, Israele... Al bipolarismo si è sostituita un’anarchia nel sistema politico internazionale. La Russia è una potenza in declino che cerca spazio, l’America cerca di mantenere una leadership mondiale senza essere in grado di farlo e la Cina è presa da interessi egoistici. Una situazione che non spinge verso la pace".

Peggio della crisi dei missili di Cuba nel ’62?

"Al tempo si sapeva che Kennedy e Krusciov si sarebbero parlati con la linea rossa. Gli arsenali atomici potevano distruggere la Terra 4 volte, un eccesso che impediva di andare oltre".

La generazione nata dopo il 1945 non ha visto la guerra in Europa. Potremo dire lo stesso dei suoi figli?

"Difficile dirlo. L’Occidente ha goduto un lungo e insolito periodo di pace, frutto del ’900 avvelenato dalle guerre. Oggi il rischio paventato della Terza guerra mondiale ha caratteristiche insolite, che lo rendono preoccupante".

Guardando alle cronache sembra di cogliere analogie col passato. Gli attentati in Transnistria, ad esempio...

"Ricordano l’incidente al pozzo di Ual Ual in Etiopia nel 1934, o Danzica nel 1939... Ma sul terreno il conflitto in Ucraina è diverso dalla Seconda guerra mondiale. Pensiamo alla molteplicità di figure combattenti: eserciti, milizie, mercenari, volontari, Azov, Wagner. Un pluralità che rende complicata la pace".

Quindi non dobbiamo cercare analogie con il 1940?

"Non vedo analogie. Anche nel modo in cui sono usati i civili che impugnano le armi. Questo è un conflitto post novecentesco, come l’ex Jugoslavia e la Siria. Nel 1943 fu l’occupazione tedesca nel nord Italia a provocare la risposta dei partigiani, mentre in Ucraina la guerra è ovunque e coinvolge tutti".

Che cosa ci può salvare?

"La pervasività dei mercati, che non tollerano le guerre. Bisogna capire se l’omologazione mondiale sia in grado di fungere come nuovo antidoto alla guerra. Se la forza dei mercati si è affievolita, allora il rischio di un conflitto esteso c’è".

Anche questa è una differenza rispetto al passato?

"I paragoni con Monaco 1938 sono paccottiglia, non c’è nessuno degli elementi di allora, non ci sono ideologie come fascismo e nazismo".

Ma la Z simbolo di Mosca, la propaganda russa?

"Bisogna capire la portata effettiva della propaganda e delle ostentazioni di forza della Russia che deve fare i conti anche con la sua opinione pubblica".

Lei in che cosa spera?

"In un sussulto di consapevolezza dell’Europa che ha connaturato nella sua identità il rifiuto della guerra. Ma mi preoccupa il tasso di emotività".

Tutto è partito da Putin però.

"Certo, la Nato all’Est era solo un pretesto. Putin ha invaso l’Ucraina per motivi interni. L’aggressione a Finlandia o Moldavia sarebbe devastante per la Russia. Purtroppo tutto è possibile, Putin è così privo di lucidità da sbagliare i piani militari".

La sua previsione?

"Che l’Europa ritrovi un ruolo di saggezza".

Questo è un auspicio. Ma una previsione in base dei fatti?

"Il pessimismo è obbligato, gli antidoti che impedivano la guerra mondiale si sono logorati".

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