Terremoto in Turchia e Siria: l'epicentro nel punto d'incontro tra tre placche

L'Ingv: "Originato sulla faglia Est Anatolica. Mille vole più forte di quello di Amatrice, probabilmente ha deformato la costa"

Roma, 6 febbraio 2023 - Il terremoto che ha devastato la Turchia (e parte della Siria) è stato originato da una delle due grandi faglie presenti nel Paese, quella Est Anatolica che separa le placche tettoniche dell'altopiano anatolico dalle pianure arabe e si estende fino ad Adana, nel Mediterraneo. Due le scosse sismiche che hanno superato la magnitudo 7 (la prima di 7.7 alle 2:17 ora italiana e la seconda di 7.5 alle 11:24), seguite poi da oltre 200 repliche, la principale delle quali di magnitudo 6.7 e molte di magnitudo oltre 5. 

Terremoto in Turchia e Siria: l'epicentro nella mappa dell'Ingv
Terremoto in Turchia e Siria: l'epicentro nella mappa dell'Ingv

"Il sisma è avvenuto sulla faglia Est Anatolica, nel punto triplo nel quale convergono il blocco anatolico, quello arabico e quello africano", spiega il sismologo Alessandro Amato dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) all'Ansa.  "Lungo questa faglia - prosegue l'esperto - avviene un movimento orizzontale, ossia di tipo trascorrente. È una faglia che corre dal Mediterraneo verso Nord-Est, quasi fino al Mar Nero, e si ricongiunge con faglia Nord Anatolica che arriva fino a Istanbul". 

La faglia "è probabilmente arrivata a deformare la costa. Si sono infatti osservate anomalie nel livello del mare in tre punti, in Turchia e a Cipro che hanno fatto scattare l'allerta tsunami". Secondo l'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche, l'Anatolia si è spostata di circa 3 metri.

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Lungo questa faglia, nell'ultimo secolo sono state registrate decine di terremoti di magnitudo fino a 6 sulla scala Richter e sette di magnitudo 6-7, ma nessuno con la forza distruttiva del terremoto di oggi. Si è trattato di un "sisma 1000 volte più forte di quello di Amatrice, ma non vi sono state oscillazioni significative del livello del mare", spiegano ancora dall'Ingv. 

I maggiori terremoti in Turchia sono stati registrati sulla faglia Bitlis-Zagros, che si estende dalla punta orientale dell'Anatolia fino alle montagne dell'Iran, e sulla faglia dell'Anatolia settentrionale, che corre lungo la costa del Mar Nero fino al Mar di Marmara, a sud di Istanbul. La prima è responsabile del terremoto di Van di magnitudo 7.2 che ha ucciso più di 600 persone nel 2011 e la seconda di quello di Izmit di magnitudo 7.6 del 1999 che ha devastato questa città a 80 chilometri a est di Istanbul, uccidendo più di 17.000 persone.

Le conseguenze sono state più gravi del terremoto odierno si sono registrate nella provincia montuosa di Kahramanmaras, con una popolazione di un milione di abitanti, e a Malatya, situata ad un'altitudine di 1.000 metri ai piedi di una catena montuosa che raggiunge i 2.500 metri. Le forti nevicate in questa zona, con temperature sotto lo zero, complicano i soccorsi e aggravano la situazione dei sopravvissuti. Anche a Diyarbakir, considerata la "capitale" delle regioni a popolazione curda dell'Anatolia sud-orientale, sono crollati diversi edifici, sebbene la citta', che conta piu' di un milione di abitanti, si trovi a 250 chilometri a est dell'epicentro.