
Nuovo bombardamento su un ospedale. Sono 1300 dall’inizio della guerra. Danneggiata anche la cattedrale di Santa Sofia nella capitale ucraina. .
di Marta OttavianiROMAL’Ucraina fa i conti per l’ennesima volta con la furia dei russi contro i civili. L’altra notte un massiccio attacco di droni e missili balistici ha colpito le città di Kiev e Odessa, causando almeno due morti e dodici feriti, oltre a una vasta distruzione. La crudeltà di Mosca non ha risparmiato nemmeno la cattedrale di Santa Sofia nel centro storico di Kiev, uno dei monumenti più importanti dell’Ucraina e patrimonio mondiale dell’Unesco. Il ministro della Cultura ucraino, Mykola Tochytskyi che un’onda d’urto ha danneggiato il cornicione dell’abside principale del monumento. Pezzi di intonaco bianco si sono sbriciolati al suolo, lasciando un vuoto visibile in una sezione del cornicione.
Secondo il presidente Volodymyr Zelensky si è trattato di uno dei bombardamenti più violenti dall’inizio del conflitto. Ma soprattutto, come già fatto troppo spesso in passato, è stato preso di mira un ospedale. Questa volta è toccato il reparto maternità di un ospedale di Odessa. Ma, dall’inizio del conflitto, gli attacchi a strutture sanitarie sono stati ben 1300. In molti casi hanno ucciso civili innocenti, in altri hanno reso inutilizzabili servizi di emergenza a una popolazione già piagata dalla guerra. Il più violento in assoluto fu il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol, nel marzo del 2022. Le immagini del cratere e delle macerie dell’ospedale pediatrico fecero il giro del mondo, così come quello delle madri morte e ferite. Furono almeno tre le vittime, fra le quali un bambino.
Nella stessa occasione fu bombardato anche un centro della Croce Rossa dove erano stipati farmaci, medicamenti, generi di prima necessità, aggravando così ancora di più la crisi umanitaria. Sempre nel 2022, missili colpirono un ospedale oncologico pediatrico, danneggiando le strutture e costringendo lo staff a trasferire i pazienti in scantinati. Attacchi analoghi si sono concentrati, più volte, su Severodonetsk e Lysychansk, Mykolaiv, Zaporizhzhia, redendo le strutture sanitarie praticamente inutilizzabili.
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha puntualmente denunciato non solo il numero di morti e i danni ai reparti ospedalieri, ma anche come il bombardamento di centri di cura abbia impattato sull’assetto psicologico della popolazione che, nel vedere attività essenziali devastate, percepiscono ancora di più la crudeltà della guerra.