Taiwan, la Cina annuncia la fine delle attività militari: "Ora regolari pattugliamenti"

Replica Taipei: "Noi non abbassiamo la guardia". Per Pechino si sono "concluse con successo" le esercitazioni attorno all'isola

La Cina ha annunciato la fine delle esercitazioni militari (Ansa)

La Cina ha annunciato la fine delle esercitazioni militari (Ansa)

Roma, 10 agosto 2022 - Fine delle attività militari attorno a Taiwan e ritorno ai "regolari pattugliamenti" della Cina. Il governo di Pechino oggi ha annunciato la conclusione delle esercitazioni militari avviate il 4 agosto al largo dell'isola di Formosa in reazione alla visita della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi a Taipei. "Tutti i compiti nell'ambito delle attività militari congiunte nell'area marittima e nello spazio aereo intorno all'isola di Taiwan, organizzati dal comando di combattimento orientale dell'esercito popolare cinese di liberazione, sono stati completati con successo", ha affermato il comando militare cinese del distretto orientale.

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Le forze armate cinesi precisano che saranno condotti "regolari pattugliamenti" nello Stretto di Taiwan e addestramenti militari per garantire la capacità di reazione e combattimento. "Le truppe terranno d'occhio i cambiamenti della situazione nello Stretto di Taiwan - si legge nella nota del colonnello Shi Yi, portavoce del comando del teatro orientale - continueranno a svolgere addestramento e preparativi militari, organizzeranno regolarmente pattuglie di prontezza al combattimento e difenderanno risolutamente la sovranità nazionale e l'integrità territoriale".

Annunciate nel periodo 4-7 agosto in risposta alla visita a Taipei della speaker della Camera Nancy Pelosi, le manovre militari cinesi, le più grandi mai fatte intorno all'isola, sono state estese anche a ieri e a oggi coinvolgendo tutte le forze armate, tra aeronautica, marina, esercito e unità di artiglieria e di missili balistici, alcuni dei quali hanno sorvolato per la prima volta Taiwan finendo nelle acque orientali. 

Taiwan: "Non abbassiamo la guardia"

Il ministero della Difesa di Taiwan ha reso noto che 10 navi e 36 jet militari cinesi sono stati rilevati intorno all'isola fino alle 17 locali (11 in Italia). Ben 17 caccia da combattimento (nove SU-30 e otto J-11), si legge in una nota, hanno volato sulla parte orientale della linea mediana dello Stretto di Taiwan, non riconosciuta da Pechino, ma tradizionalmente rispettata. Il ministero ha seguito il consueto protocollo di fronte all'ennessima incursione dell'Esercito popolare di liberazione, facendo "decollare i propri caccia, inviando l'allarme radio e attivando il proprio sistema di difesa missilistico".

Non si è poi fatta attendere la replica di Taipei all'annuncio della Cina della fine delle operazioni militari congiunte e l'avvio di pattugliamenti di routine, "le forze armate di Taiwan adatteranno le modalità di dispiegamento delle loro forze considerando molteplici fattori, tra cui morale delle truppe e minacce compresi, senza abbassare la guardia". Lo si legge in una nota del ministero della Difesa di Taiwan.

Taipei respinge la riunificazione: "No al modello un Paese, due sistemi"

Intanto Taiwan ha anche risposto alla Cina e ha definito un "vano desiderio" i contenuti del libro bianco diffuso da Pechino sulla riunificazione pacifica intra-stretto seguendo il modello "un Paese, due sistemi" e sulla promessa di non rinunciare all'uso della forza contro le spinte indipendentiste. La presidente di Taipei, Tsai Ing-wen, ha detto che "la Cina ignora la realtà su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan", ha riferito l'agenzia statale Cna. Lo scopo dell'iniziativa di Pechino, secondo Tsai, è "di rivolgersi ai pochissimi partiti politici taiwanesi e alle persone che temono la Cina e sono disposte a scendere a compromessi" sulla scia delle intimidazioni.