Giovedì 25 Aprile 2024

Stupro choc a New Delhi, gravissima bimba di 3 anni

Proteste in India, proprio ieri ricorreva l'anniversario della morte di una studentessa violentata dal branco sul bus

Poliziotti indiani (Ansa)

Poliziotti indiani (Ansa)

New Delhi, 17 dicembre 2018 - Tragica coincidenza nel sesto anniversario dello stupro di gruppo su un bus che a Nuova Delhi causò la morte di una studentessa. Nella capitale indiana una bambina di 3 anni è in condizioni gravissime a seguito di una violenza sessuale. Dopo lo stupro del 16 dicembre 2012, il governo aveva reagito all’indignazione mondiale e alle proteste di massa nel Paese rendendo più severe le leggi sulle violenze di genere, prevedendo tra l’altro anche la pena di morte. Ma poco è cambiato da allora.

La violenza sulle donne è un problema endemico in India: secondo le associazioni uno stupro viene commesso ogni 20 minuti, ma solo il 40% è denunciato. Per Unicef e governo, citati da Bbc, il 52% dei bambini subisce abusi sessuali e un under 16 è stuprato ogni due ore e mezza. Fra le donne, inoltre, 240 milioni si sono sposate prima di avere 18 anni.

Sei anni fa una 23enne, studentessa di infermeria, fu aggredita di notte da un gruppo di uomini a bordo di un bus di una compagnia privata. Venne stuprata brutalmente e poi gettata sul bordo della strada, così come l’amico che era con lei, picchiato perché tentava di difenderla. La giovane era morta dopo oltre 10 giorni di agonia, ricoverata per le gravissime ferite interne riportate e le conseguenze delle percosse. Al fatto, che era finito sui media di tutto il mondo, erano seguite proteste di massa in India e i riflettori erano stati puntati sulla cultura patriarcale e sulla incapacità delle autorità di gestire le violenze e reagire ad esse.

Sei anni dopo, stessa data, a Nuova Delhi la vittima è una bimba di 3 anni. La polizia ha trovato la piccola svenuta domenica in un sobborgo, portandola in ospedale dove è stata operata per ricucire le profonde lacerazioni interne. Un 40enne è stato arrestato e rischia la pena di morte se sarà condannato. Si tratta dell’incaricato della sicurezza dell’edificio dove la bambina ha vissuto con la famiglia.